Il documentario "Bestiari, Erbari, Lapidari": un viaggio visivo tra natura e memoria alla Mostra del Cinema di Venezia

Il documentario “Bestiari, Erbari, Lapidari”: un viaggio visivo tra natura e memoria alla Mostra del Cinema di Venezia

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Il documentario "Bestiari, Erbari, Lapidari": un viaggio visivo tra natura e memoria alla Mostra del Cinema di Venezia - Gaeta.it

Un emozionante contributo alla Mostra del Cinema di Venezia si presenta con l’opera “Bestiari, Erbari, Lapidari”, che esce dal circuito ufficiale del concorso per regalare al pubblico un’esperienza unica. Questo documentario, diretto da Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, esplora il complesso rapporto tra uomo, natura e memoria storica attraverso un linguaggio filmico ricco e stratificato. Con un’uscita prevista per ottobre con Luce Cinecittà, il film si propone di stimolare riflessioni profonde e di rivelare nuovi aspetti attraverso ogni visione.

Un’esplorazione in tre atti

Atti centrali: animali, piante e pietre

“Bestiari, Erbari, Lapidari” è strutturato in tre atti distinti, ognuno dei quali analizza un diverso aspetto dell’interazione tra esseri umani e il mondo naturale. Il primo atto, “Bestiari”, si concentra sull’osservazione scientifica degli animali e sulle operazioni veterinarie moderne. Attraverso immagini d’archivio e footage contemporanei, si svela un racconto che unisce la meraviglia della scoperta alla cruda realtà della crudeltà umana, evidenziando la distanza tra natura e civiltà attraverso il prelievo animale per zoo e safari.

Ricerca e memoria nel mondo vegetale

Il secondo atto, “Erbari”, ci conduce nel più antico orto botanico del mondo: quello di Padova, fondato nel 1545. Qui, il pubblico viene introdotto al lavoro di esperti botanici come Bruno Ugolini, il quale ha lasciato un’eredità importante con il suo erbario di guerra, simbolo della natura in conflitto. Attraverso questo capitolo, gli autori vogliono mostrare il valore della memoria collezionata in forme naturali e il significato di essa nel contesto storico e culturale, amplificando l’idea di un legame duraturo e profondo tra il mondo botanico e quello umano.

Pietre d’inciampo come memoria collettiva

Il capitolo finale: un omaggio alle vittime

L’ultimo atto del documentario, “Lapidari”, mette in evidenza il ruolo della pietra come simbolo di memoria. Qui, il film racconta la produzione delle pietre d’inciampo, opere d’arte commemorative che segnano il ricordo delle vittime dei campi di sterminio. Attraverso un’accurata ricerca storica, il capitolo rende omaggio a coloro che hanno sofferto e lottato contro il regime fascista, ripercorrendo i volti degli oppositori e delle città martoriate durante la Seconda Guerra Mondiale. Il film utilizza archivi storici, fotografie e documenti per costruire un racconto toccante che unisce passato e presente in un continuo rimando di immagini e significati.

Arte e cronaca si intrecciano

Il documentario non è solo un’opera di intrattenimento, ma una riflessione complessa sulla cultura e la storia. Passando da una narrazione visiva a una rappresentazione di eventi storici, il film di D’Anolfi e Parenti riesce a invitare lo spettatore a una profonda riflessione sulla propria familiarità con la natura e sulla memoria collettiva. Attraverso un linguaggio visivo potente, questo documentario si presenta come un invito a riappropriarsi della storia e a considerare le impronte lasciate dalle generazioni passate nel contesto del mondo moderno.

La partecipazione alla Mostra del Cinema di Venezia rappresenta un importante palcoscenico per un’opera che promette di attrarre e commuovere un vasto pubblico, stimolando una discussione sulla condizione umana e sull’intreccio tra vita, natura e memoria. Con un mix di dati storici e drammatiche narrazioni visive, “Bestiari, Erbari, Lapidari” si conferma un’opera unica nel panorama documentaristico contemporaneo.

  • Marco Mintillo

    Marco Mintillo è un giornalista e blogger specializzato in cronaca e attualità, con una passione per i viaggi. Collabora regolarmente con Gaeta.it, un sito di riferimento per notizie e approfondimenti sulla città di Gaeta e oltre. Qui, Marco pubblica articoli che spaziano dall'analisi di eventi locali a questioni di rilievo internazionale, offrendo sempre una prospettiva fresca e dettagliata. La sua abilità nel raccontare i fatti attraverso la lente del viaggiatore gli ha guadagnato una fedele base di lettori che apprezzano la sua capacità di legare la cronaca mondiale alle storie del territorio.

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