Il dramma di Deir Mimass: la fuga degli abitanti e la nuova vita a Beirut

Il villaggio cristiano di Deir Mimass, in Libano, è stato abbandonato a causa dei bombardamenti e della violenza. Padre Toufic e un confratello si trasferiscono a Beirut per continuare la loro missione di aiuto.
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Il dramma di Deir Mimass: la fuga degli abitanti e la nuova vita a Beirut - Gaeta.it

In un contesto di crescente tensione e violenza, il villaggio cristiano di Deir Mimass, situato nel sud del Libano, ha subito un abbandono forzato da parte dei suoi abitanti. Questa piccola comunità, a pochi chilometri da Tiro e dal confine con Israele, ha visto le sue strade svuotarsi e le sue case desolate a causa dei bombardamenti e della minaccia costante di conflitti armati. Padre Toufic Bou Mehri, superiore del convento francescano di Tiro, racconta la drammatica situazione e come lui e un confratello abbiano deciso di spostarsi a Beirut per continuare la loro missione di aiuto.

Deir Mimass: un paese abbandonato tra i conflitti

Deir Mimass è una località che si estende a poco più di 80 chilometri da Beirut, incastonata tra le colline e a pochi passi dalla storica città di Tiro. Negli ultimi mesi, il villaggio ha vissuto un’escalation di attacchi nei quali i bombardamenti israeliani hanno colpito indiscriminatamente, mentre i razzi di Hezbollah hanno amplificato la paura e l’insicurezza tra la popolazione. Le famiglie, in un clima di crescente terrore, hanno abbandonato le loro case nel tentativo di cercare rifugio altrove. La situazione è diventata insostenibile, costringendo gli abitanti a fuggire verso Beirut, dove possono sperare in una vita più sicura.

Il bilancio è drammatico: solo nell’ultimo attacco, sono state distrutte 9 case, mentre il numero di vittime conta 12 morti e 16 feriti. Questi eventi hanno accelerato il processo di abbandono del villaggio, un luogo un tempo vibrante di vita e attività, ora ridotto a un’ombra del passato. Padre Toufic esprime il dolore di questo abbandono, evidenziando il vincolo specialissimo che legava la comunità e la necessità di affrontare la nuova realtà che si presenta. I pochi rimasti si trovano di fronte all’inevitabilità di dover partire, mentre il convento stesso, simbolo di speranza e sostegno, rispecchia ora il vuoto e l’abbandono del luogo.

La decisione di lasciare il convento

La tragica decisione di abbandonare il convento di Tiro arriva dopo giorni di angoscia e di preoccupazione. Padre Toufic racconta che al mattino successivo all’attacco, il convento appare desolato. “Eravamo rimasti per aiutare le persone”, racconta, “ma non c’è più bisogno di noi; sono tutti partiti.” Il senso di impotenza di fronte a una tale distruzione è palpabile, e con la consapevolezza che il loro compito nella zona è giunto al termine, lui e il suo confratello decidono di trasferirsi a Beirut.

Anche se la decisione è dolorosa, è motivata dalla necessità di continuare a offrire supporto ai parrocchiani che ora si trovano in una situazione di vulnerabilità a Beirut. Con il cuore pesante, Padre Toufic e il confratello partono, portando con loro oggetti sacri come il Santissimo e alcune reliquie del convento, segno della loro dedizione al servizio della comunità anche in esilio. Mentre i due religiosi affrontano il viaggio, la realtà delle strade bombardate presenta un ulteriore colpo al morale; tuttavia, sono determinati a non abbandonare la loro missione.

Una nuova vita e una missione a Beirut

Arrivati a Beirut, la realtà è ben diversa da quella che avevano immaginato. Non c’è tempo per riposare o per riflettere sulla perdita subita; l’urgenza della situazione richiede immediata composizione. Con l’afflusso di rifugiati che scappano da Deir Mimass e da villaggi vicini, la missione di Padre Toufic e del suo confratello si amplia. La loro nuova vita comporta ora una responsabilità ancora maggiore nel sostenere non solo i parrocchiani conosciuti, ma anche molte persone bisognose che si trovano in città.

La comunicazione costante via telefono con i gruppi di sfollati diventa cruciale per garantire che nessuno si senta abbandonato. “Non si dorme, non ci si riposa”, afferma Padre Toufic, tracciando il quadro di una vita dedicata completamente all’assistenza dei suoi parrocchiani, ora smarriti tra le macerie di quello che era il loro villaggio. Ogni giorno porta nuove sfide, e le necessità sono in costante aumento mentre le famiglie cercano stabilità e conforto in mezzo al caos.

In questa fase della loro vita, i due religiosi comprendono il vero significato del loro lavoro e il legame indissolubile con la comunità, a prescindere dalla distanza fisica. La loro missione si evolve, e ogni gesto di assistenza diventa un atto fondamentale di solidarietà in un momento di grande crisi. Con un futuro incerto davanti, la perseveranza e il sostegno reciproco diventano le pietre miliari della loro nuova realtà a Beirut.

Ultimo aggiornamento il 1 Ottobre 2024 da Laura Rossi

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