Il fascino intrigante di “Il Gattopardo”: analisi del romanzo e del film di Visconti

Il fascino intrigante di “Il Gattopardo”: analisi del romanzo e del film di Visconti

“Il Gattopardo di Lampedusa, bestseller postumo e classico della letteratura italiana, continua a suscitare dibattiti sulla sua genesi e sull’adattamento cinematografico di Visconti, evidenziando compromessi e omissioni significative.”
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Il fascino intrigante di “Il Gattopardo”: analisi del romanzo e del film di Visconti - Gaeta.it

Il Gattopardo, l’illustre opera di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, si conferma un classico della letteratura italiana. Non è solo il primo bestseller con 100mila copie vendute all’esordio, ma è un racconto che continua a sollevare interrogativi e dibattiti, sia dal punto di vista letterario che cinematografico, come evidenziato nel libro “Operazione Gattopardo” degli esperti Alberto Anile e Maria Gabriella Giannice. Questo volume offre un esame approfondito non solo della genesi del romanzo, ma anche delle sfide affrontate nella sua trasposizione filmica.

La nascita del romanzo e il suo impatto culturale

Pubblicato postumo da Giangiacomo Feltrinelli nel 1958, Il Gattopardo ha subito una sorte di ostracismo iniziale, seguita da un inaspettato recupero da parte della critica, che lo ha celebrato come una delle opere fondamentali della narrativa italiana. La trama esplora la vita e le trasformazioni della nobiltà siciliana durante il Risorgimento, mettendo in luce la decadenza aristocratica. Tuttavia, il romanzo non si limita a raccontare eventi storici, ma offre anche una profonda riflessione sull’identità culturale e sociale dell’Italia dell’epoca.

Il libro è costruito con una prosa densa e raffinata, capace di suscitare emozioni forti nei lettori. La figura del principe Fabrizio Salina, simbolo di un’epoca che ormai si appresta a scomparire, diventa un ritratto emblematico dei cambiamenti che stanno investendo l’Italia. La celebre frase “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi” riassume un concetto di trasformismo che ha segnato la storia politica e sociale italiana, creando un legame tra passato e presente, tra realtà storica e realtà letteraria.

Luchino Visconti e il suo approccio al film

Quando Luchino Visconti si avventurò nell’adattamento cinematografico dell’opera di Lampedusa, la sfida si presentò complessa e piena di insidie. Da un lato, il regista, noto per la sua vicinanza politica agli ideali del Partito Comunista Italiano, si trovò a dover fare i conti con un romanzo considerato di destra o, sarebbe meglio dire, conservatore. Dall’altro, Visconti intendeva conferire alla sua pellicola un messaggio critico verso le radici della società italiana e la sua storia.

Ne “Operazione Gattopardo”, Anile e Giannice fanno luce su questo paradosso, sostenendo che Visconti, nel tentativo di riadattare il testo, ha modificato certi aspetti dei personaggi, specialmente di don Calogero e Tancredi, cercando di farli apparire sotto una luce diversa, quasi come protofascisti. Il film, pur rimanendo visivamente straordinario e ricco di simbolismo, sembra tradire l’essenza e il messaggio originale del romanzo. La complessità del dibattito culturale di quegli anni influisce quindi sulla trasposizione, rendendola un esperimento tanto ambizioso quanto controverso.

I compromessi e i tagli: un’analisi critica

La questione dei tagli e delle omissioni nella pellicola ha sollevato ulteriori interrogativi sul rispetto del testo originale. Durante la realizzazione del film, alcune sequenze furono eliminate per ragioni artistiche e politiche. Questo ha portato a un cortocircuito tra le intenzioni di Visconti e il messaggio del romanzo di Lampedusa. Anile e Giannice notano che il regista, nel tentativo di semplificare la narrazione, ha privato la storia di elementi cruciali, come il capitolo finale. La scelta di non includerlo è risultata particolarmente controversa, dato che in quella sezione il principe di Lampedusa offre una critica incisiva al Risorgimento e alla classe aristocratica di cui faceva parte.

Visconti, infatti, si trovava in una posizione difficile: se da un lato voleva mantenere la potenza narrativa del romanzo, dall’altro doveva adattare la storia alle aspettative di un pubblico moderno, e ciò ha inevitabilmente portato a compromessi. La visione della nobiltà, che nel romanzo è carica di ambiguità e introspezione, nel film si tinge di nostalgia e idealizzazione. Questo porta a riflessioni più ampie sulla natura umana e sulla storia: un dialogo che si rivela complesso e talvolta contraddittorio.

La sorte delle scene tagliate e il messaggio finale

Le scene eliminate dalla versione finale de Il Gattopardo suscitano curiosità e dibattito. Secondo quanto riportato dagli autori di “Operazione Gattopardo”, alcune di queste sequenze potenzialmente ricche di significato erano state rimosse in un’ottica di correzione ideologica. Il film, pur ricevendo riconoscimenti come la Palma d’Oro a Cannes, ha comunque subito delle trasformazioni che hanno in parte alterato la percezione del messaggio di Lampedusa. Ripristinare alcune di queste sequenze avrebbe potuto restituire parte di quella denuncia sociale e culturale che, al contrario, è sembrata sfumare nella pellicola.

Infine, la distanza tra Tomasi di Lampedusa e Visconti si riflette non solo nelle loro origini aristocratiche ma anche nelle loro visioni disparate riguardo al passato e alla storia. Mentre Lampedusa si dimostra critico e autocritico, il regista milanese sembra cedere a una nostalgia per un mondo che non c’è più. Il risultato finale è una traduzione cinematografica che, sebbene visivamente straordinaria, rimane su un piano diverso e talvolta meno incisivo rispetto all’opera letteraria originale.

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