Il dibattito sul futuro dell’ospedale di Chieti si fa sempre più intenso, mentre la comunità assiste alle ultime mosse del manager della Asl Thomas Schael prima del suo imminente trasferimento. La questione dell’apertura del cantiere per la ristrutturazione del blocco C dell’ospedale, annunciata con tre anni di ritardo, ha sollevato preoccupazioni tra i cittadini e le autorità locali. Il sindaco di Chieti, Diego Ferrara, ha espresso forti dubbi riguardo alle tempistiche e alle modalità di questo progetto, sostenendo che potrebbe rivelarsi dannoso per la comunità.
La decisione di avviare i lavori: tempismo contestato
Il progetto di ristrutturazione del blocco C dell’ospedale, che risale a un annuncio di tre anni fa, sta facendo emergere diverse polemiche. Ferrara ha messo in evidenza la mancanza di un piano attuativo chiaro e di tempistiche definite, lasciando intendere che l’approccio adottato da Schael non sia vantaggioso per la popolazione. A soli due giorni dalla sua partenza, la decisione di riattivare il cantiere sembra giungere come un colpo di scena poco credibile. I cittadini di Chieti attendono un ospedale degno del suo nome, con servizi di qualità, ed esprimono ampie preoccupazioni per un’operazione che sembra insufficiente a garantire la continuità dei reparti.
Ferrara ha sollevato interrogativi criticando il tempismo di questo annuncio. Egli ha chiesto perché non lasciare la responsabilità di avviare i lavori al prossimo manager, sottolineando ulteriormente l’incoerenza temporale. La fretta mostrata da Schael sembrerebbe più un gesto di propaganda piuttosto che una proposta ben ponderata, contribuendo a una crescente insoddisfazione tra i cittadini e le istituzioni.
La battaglia per il DEA di secondo livello
Un altro punto cruciale del confronto riguarda la richiesta di Chieti di ottenere il DEA di secondo livello, attualmente non autorizzato dalla governance regionale. Questa designazione sarebbe fondamentale per garantire un servizio sanitario migliore e per riconfermare l’importanza dell’ospedale locale come struttura di riferimento. L’attuale direzione sanitaria sembra aver trascurato questa necessità, e la comunità reclama l’intervento delle autorità per colmare questa lacuna.
La visione di Ferrara è chiara: Chieti non può limitarsi a essere definita la “Cartagine d’Abruzzo”. Il sindaco richiede una redistribuzione dell’attenzione e delle risorse, consapevole che il diritto alla salute e all’eccellenza devono essere alla base della sanità locale. L’appello di Ferrara al nuovo dirigente è ben preciso: unire le forze per il bene della città e garantire che l’ospedale riesca a recuperare quella dignità perduta.
Le implicazioni per l’Università e la comunità
Un altro aspetto da considerare è il rischio che questa azione affrettata di Schael possa compromettere le attività dell’Università d’Annunzio, che collabora con il presidio del SS Annunziata. La preoccupazione del Magnifico Rettore Liborio Stuppia è giustificata, dato che la chiusura o il malfunzionamento dei reparti potrebbe avere ripercussioni significative sulle capacità di formazione e specializzazione degli studenti in medicina.
L’Università, attraverso una diffida, ha chiarito che è necessario evitare danni strutturali e organizzativi. La comunità accademica e quella sanitaria devono lavorare insieme per prevenire situazioni che possano mettere in pericolo il livello di assistenza offerto ai pazienti. Gli interessi dell’università e dell’ospedale non possono essere considerati separati ma devono confluire in un progetto che garantisca un futuro sostenibile per i servizi sanitari e per le attività di formazione.
La situazione si configura quindi come un importante crocevia per il futuro della sanità a Chieti, dove è essenziale che venga messa in atto una collaborazione seria e fruttuosa tra tutte le istituzioni coinvolte, per garantire un servizio sanitario di qualità e per garantire la salute e il benessere dell’intera comunità.