Il governo del Nicaragua cancella lo status di 1.500 ONG e trasferisce i beni allo Stato

Il governo del Nicaragua cancella lo status di 1.500 ONG e trasferisce i beni allo Stato

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Il governo del Nicaragua cancella lo status di 1.500 ONG e trasferisce i beni allo Stato - Gaeta.it

Le recenti riforme introdotte dal governo del Nicaragua hanno scosso il panorama delle organizzazioni non governative nel Paese. Con la decisione di revocare lo status giuridico a 1.500 di queste istituzioni, il governo si prepara a trasferire i beni in loro possesso allo Stato, creando un nuovo contesto per le relazioni tra ONG e istituzioni pubbliche. La vice presidente Rosario Murillo ha delineato un modello di collaborazione che impone alle ONG di adeguarsi alle normative governative, cambiando radicalmente il modo in cui queste organizzazioni possono operare nel Paese.

Cancellazione dello status giuridico delle ONG

Decisione del governo e motivazioni

Il governo del Nicaragua, guidato dalla vice presidente Rosario Murillo, ha ufficialmente annunciato la cancellazione dello status legale di 1.500 ONG. Questo provvedimento è stato pubblicato su La Gaceta, la gazzetta ufficiale del Paese, ed è stato approvato dal Ministro degli Interni, María Amelia Coronel. Le motivazioni alla base di questa azione sembrano derivare dall’inadempimento delle ONG in relazione ad obblighi finanziari e di rendicontazione. Le organizzazioni interessate, molte delle quali legate a comunità religiose, sono state accusate di non aver presentato in modo conforme i bilanci fiscali, essenziali per garantire la trasparenza delle operazioni.

Le ONG avrebbero dovuto presentare i bilanci di un periodo che va da uno a 35 anni, con dettagli sulle entrate, uscite e donazioni ricevute. La mancanza di queste informazioni ha portato il governo a ritenere che le organizzazioni stessero ostacolando il controllo previsto dal Ministero degli Interni. Inoltre, nonostante molti gruppi affermino di non aver ricevuto avvisi riguardo a questa decisione, sono stati accusati di operare in modo inadeguato e di non collaborare con le autorità governative, giustificando così la severità delle misure adottate.

Trasferimento dei beni allo Stato

Con l’annullamento del loro status giuridico, i beni mobili e immobili delle ONG saranno trasferiti alla Procura generale, che agirà a nome dello Stato del Nicaragua. Questo è un passo significativo, poiché per la prima volta un così vasto numero di organizzazioni è stato colpito da una decisione simile in un unico atto legislativo. La volontà del governo di appropriarsi delle risorse delle ONG rappresenta un cambiamento drastico nell’ambiente normativo per le organizzazioni operanti nel Paese.

Nuove alleanze tra ONG e governo

Obblighi di collaborazione

La vice presidente Rosario Murillo ha comunicato che le ONG dovranno ora stabilire un’alleanza con le istituzioni pubbliche. Questo nuovo modello di collaborazione implica che ogni organizzazione dovrà presentare progetti in sinergia con il governo per poter continuare le loro attività. Ciò rappresenta un radicale cambio rispetto al modus operandi tradizionale delle ONG, le quali, fino a questo momento, avevano la libertà di operare in modo più indipendente.

Le organizzazioni sono ora tenute a integrare i loro programmi con le priorità governative, e ciò include la necessità di sottoporre per approvazione i dettagli operativi e finanziari dei loro progetti. Questo approccio non solo modifica le relazioni tra le ONG e lo Stato, ma potrebbe anche influenzare alcune attività, limitando il campo di azione delle organizzazioni più orientate alla critica del governo.

Impatto sulle ONG religiose e non

Secondo le testimonianze degli esperti e delle fonti giornalistiche, la maggior parte delle ONG colpite dalla chiusura appartiene a comunità religiose, in particolare di origine evangelica; tra le organizzazioni cattoliche, la Caritas diocesana di Granada è una delle più note. Tuttavia, anche associazioni e enti di beneficenza, comprese realtà sportive e indigene, sono stati inclusi nella lista di organizzazioni disciolte. Con oltre 5.200 ONG terminate dal 2018, periodo di inizio delle proteste popolari, l’azione del governo appare come un tentativo di centralizzare il controllo sulle attività civili nel Paese.

Questa ristrutturazione delle ONG non solo porterà a un cambiamento nella operatività di queste organizzazioni, ma potrebbe anche allontanare potenziali finanziatori e partner internazionali, intenzionati a mantenere relazioni con entità che agiscono in maniera indipendente. La nuova politica potrebbe quindi avere ripercussioni su un’ampia gamma di settori e sulla società civile nel suo complesso, segnalando un incremento del controllo statale sulla libertà di associazione e iniziativa sociale.

Ultimo aggiornamento il 20 Agosto 2024 da Marco Mintillo

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