Il green deal europeo: un'opportunità per gli agricoltori, non una minaccia

Il green deal europeo: un’opportunità per gli agricoltori, non una minaccia

A Bologna, il dibattito sul Green Deal europeo ha evidenziato che la vera minaccia per l’agricoltura è la crisi climatica, sottolineando l’importanza di pratiche agroecologiche e politiche sostenibili.
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Il green deal europeo: un'opportunità per gli agricoltori, non una minaccia - Gaeta.it

Il dibattito sul Green Deal europeo ha trovato una nuova voce a Bologna, dove si è tenuto l’incontro intitolato “Il nemico è davvero il Green Deal?” durante la Slow Wine Fair. Promosso da FederBio, Legambiente e Slow Food Italia, l’evento ha evidenziato come il vero nemico per l’agricoltura non sia l’approccio ambientale europeo, ma la crisi climatica in atto. Con l’emergenza ecologica che incombe, le organizzazioni sottolineano l’importanza di un approccio agroecologico per garantire un futuro sostenibile al settore agricolo.

La crisi climatica come sfida centrale per l’agricoltura

Il riscaldamento globale e i suoi effetti devastanti rappresentano una minaccia concreta per la produzione agricola. Durante l’incontro, i relatori hanno messo in luce come eventi climatici estremi stiano già causando danni significativi agli agricoltori, rendendo la questione della sostenibilità urgente. Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, ha evidenziato che “non possiamo permettere che il nostro sistema alimentare continui a compromettere le fondamenta della propria esistenza: la terra e chi la coltiva.” I piccoli agricoltori, che seguono pratiche rispettose dell’ambiente e delle tradizioni, sono i più colpiti da un sistema che premia le grandi aziende agricole.

FederBio e Legambiente hanno mostrato come il Green Deal possa rappresentare un’opportunità per rinnovare e trasformare l’agricoltura, implementando strategie che non solo affrontino le problematiche attuali, ma che incentivino anche investimenti nella sostenibilità e nella ricerca. Occorre una transizione verso modelli di produzione che rispettino la biodiversità e tutelino l’ambiente mentre si effettuano produzioni agricole di qualità.

Risorse e sostegno: il nodo della politica agricola comune

Il tema centrale emerso dall’incontro è stato anche l’incertezza legata al bilancio della Politica Agricola Comune . Sebbene la Commissione europea abbia riconosciuto l’importanza dell’agricoltura per la sicurezza alimentare e l’economia, sono emerse delle contraddizioni. Da un lato, si sottolinea la necessità di sostenere l’agricoltura biologica, dall’altro si ritirano proposte per ridurre l’uso di pesticidi, lasciando gli agricoltori in un limbo di incertezze.

Maria Grazia Mammuccini ha messo in evidenza il rischio che, nonostante i proclamati obiettivi di transizione ecologica, senza investimenti e politiche chiare, si rischia di scoraggiare il settore biologico attrattivo per i giovani agricoltori. “Serve un cambiamento radicale – ha affermato – che miri a costruire un futuro agricolo giusto ed equo.” La pressione ciclica a favore dell’agricoltura industriale intensiva genera così una situazione in cui l’agricoltura biologica, che ha il potenziale di guidare il cambiamento, riceve un sostegno insufficiente.

L’appello alle pratiche agricole sostenibili

Il messaggio chiave dell’incontro è stato un appello all’adozione di pratiche agricole sostenibili. Angelo Gentili di Legambiente ha sottolineato come la pratica agroecologica non sia soltanto un’opzione, ma una necessità per affrontare la crisi climatica. Gli agricoltori devono essere supportati attraverso incentivi e formazione affinché possano transire verso modelli produttivi sostenibili, che riducano l’impatto sull’ambiente.

Durante la Slow Wine Fair, si è lanciata una campagna affinché i produttori di vino riducano il peso delle bottiglie, dando il via a un movimento che punta a rendere il prodotto finale “buono, pulito e giusto.” Questo è un passo verso una gestione più responsabile e meno invasiva delle risorse naturali.

Le sfide future: equità sociale e educazione alimentare

Un’ulteriore questione affrontata riguarda le ingiustizie nel settore agricolo, in particolare il caporalato e le agromafie, che rendono fondamentali interventi per tutelare i diritti dei lavoratori. Nappini ha evidenziato che un sistema agricolo equo deve garantire anche diritti dignitosi a chi lavora la terra. È quindi cruciale che l’alleanza tra FederBio, Legambiente e Slow Food Italia si estenda anche a politiche di giustizia sociale oltre che ambientale.

Infine, l’educazione alimentare emerge come un tema decisivo per le future generazioni. Sensibilizzare e educare sui temi dell’agricoltura sostenibile e della gestione dei rifiuti alimentari diventa una necessità per formare cittadini responsabili e consapevoli. Proporre una gestione circolare delle risorse è fondamentale per ridurre gli sprechi e promuovere il recupero degli alimenti invenduti.

A margine di questa importante iniziativa, Legambiente ha anche presentato la nuova edizione della Rassegna degustazione nazionale dei vini biologici e biodinamici, un evento che celebra l’impegno del settore verso un’agricoltura più sostenibile. L’incontro ha dimostrato che l’unica strada percorribile passa attraverso una comunità agricola unita, pronta a dare il via a una nuova era di sostenibilità e responsabilità.

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