Il dibattito sulla valorizzazione del mare italiano si fa sempre più pressante e rilevante, rappresentando un tema centrale nell’agenda governativa. Durante l’assemblea generale dell’Associazione Logistica dell’Intermodalità Sostenibile , il ministro per la protezione civile e per le politiche del mare, Nello Musumeci, ha tracciato linee chiave e sviluppi futuri legati alle strategie marittime del Paese. Le dichiarazioni di Musumeci hanno sottolineato l’importanza di un approccio coeso e coordinato rispetto alle politiche marine, un aspetto non scontato vista la tradizionale frammentazione tra i vari ministeri coinvolti.
Il mare come risorsa strategica
Nello Musumeci ha evidenziato che per la prima volta il mare assume un ruolo di protagonismo all’interno delle politiche governative, con ben undici ministeri chiamati a collaborare. Questo approccio, sebbene innovativo, comporta anche delle sfide. La mancanza di una strategia chiara in passato ha creato una serie di attriti e malintesi fra i vari dicasteri, con il rischio che le azioni di un ministero non siano in linea con quelle di un altro. Musumeci ha dunque sottolineato la necessità di un coordinamento efficace, evidenziando come siano stati fissati una ventina di obiettivi specifici all’interno del Piano del Mare. Questo piano è stato elaborato dopo un ampio confronto con rappresentanti sia pubblici che privati, dimostrando una volontà di ascolto e inclusione nella definizione delle strategie.
Il ministro ha anche annunciato l’istituzione di un tavolo di coordinamento che dovrebbe facilitare il dialogo e la sinergia fra le diverse realtà coinvolte, garantendo così lo sviluppo di politiche che massimizzino le potenzialità del mare come risorsa. A tal proposito, il disegno di legge recentemente presentato mira a rimuovere ostacoli burocratici che ostacolavano lo sviluppo di iniziative legate al mare. L’idea è di sfruttare un patrimonio naturale che, fino ad ora, non è stato adeguatamente valorizzato.
La dimensione sottomarina come priorità nazionale
Durante il suo intervento, Musumeci ha portato attenzione sulla dimensione sottomarina, un aspetto che l’Italia intende affrontare in modo innovativo. Il Paese si è infatti posizionato come il primo in Europa a dotarsi di normative specifiche relative a quest’area. In arrivo è una legge che regolerà le attività subacquee, ponendo l’accento sulla necessità di apertura non solo per le forze militari, ma anche per la comunità civile. Musumeci ha chiarito che la sicurezza dei fondali marini deve essere garantita, non solo per il monitoraggio delle risorse e dei traffici, ma anche per promuovere l’esplorazione e la ricerca scientifica.
Un aspetto interessante è l’inclusione di settori come il turismo e l’industria tecnologica, che potrà contribuire alla costruzione di mezzi e strumenti destinati all’esplorazione subacquea. Musumeci invita quindi a un approccio che unisca le istanze militari e civili, garantendo così una gestione armonica delle risorse marittime. La sfida è quella di rendere la dimensione sottomarina un tema strategico per il futuro del Paese, coinvolgendo attivamente università e istituzioni scientifiche.
Sicurezza marittima e cooperazione europea
Le dichiarazioni del ministro si sono poi concentrate sull’importanza della sicurezza marittima, sottolineando come non sia un concetto statico, ma un valore da preservare giorno dopo giorno. Musumeci ha esortato a guardare alla questione della sicurezza non solo dal punto di vista nazionale, ma come un aspetto che necessita di una risposta coordinata a livello europeo. L’80% del commercio mondiale passa per mare, fatto che rende fondamentale garantire a ogni Stato il diritto di navigazione.
In questo contesto, il ministro ha espresso chiaramente l’esigenza di un’azione congiunta da parte della Commissione Europea e del Parlamento Europeo per affrontare il tema della sicurezza marittima, in modo da avere una voce autorevole nei confronti di altri grandi attori internazionali. Un eventuale “marginalizzazione” del Mediterraneo, ha avvertito Musumeci, avrebbe ripercussioni su tutto il sistema economico europeo. Le sue parole pongono l’accento sulla necessità di un approccio integrato in grado di collegare le dinamiche marittime con le sfide geopolitiche attuali.
Ultimo aggiornamento il 4 Dicembre 2024 da Sara Gatti