Il ministro Nordio si impegna per la reintegrazione sociale nel carcere femminile della Giudecca

Il ministro Nordio si impegna per la reintegrazione sociale nel carcere femminile della Giudecca

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Il ministro Nordio si impegna per la reintegrazione sociale nel carcere femminile della Giudecca - Gaeta.it

La visita del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, al carcere femminile della Giudecca il 15 agosto, ha segnato un momento significativo per il panorama carcerario di Venezia. In coincidenza con la solennità dell’Assunzione di Maria, l’incontro ha voluto sottolineare l’importanza della collaborazione tra il Patriarcato di Venezia e le istituzioni, con particolare attenzione ai progetti sviluppati a seguito della visita di Papa Francesco del 28 aprile scorso.

Il ricordo della visita papale

Il 28 aprile 2023, Papa Francesco ha compiuto una storica visita a Venezia, toccando il tema della dignità umana e del supporto ai più vulnerabili. Questa visita ha avuto una forte eco non solo nella comunità religiosa, ma anche in ambito sociale, evidenziando l’importanza del reinserimento di detenute e detenuti nella società. Durante la sua permanenza nella città lagunare, il Pontefice ha inaugurato il Padiglione della Santa Sede per la Biennale all’interno della casa di reclusione femminile, ponendo l’accento sulla sofferenza all’interno del sistema carcerario e sul rispetto della dignità delle persone.

La visita di Papa Francesco ha avuto un impatto tangibile, stimolando una rinnovata attenzione al piano ecclesiastico e sociale. Il Patriarcato di Venezia continua a mantenere viva la memoria di questo evento, avviando collaborazioni con il Dicastero Vaticano per la Cultura e l’Educazione, nonché con il Ministero della Giustizia. La speranza è che queste sinergie possano portare a interventi più incisivi a favore di donne e uomini in situazioni di svantaggio, contribuendo a un cambiamento realista e umano nel trattamento delle persone incarcerate.

Educazione e reintegrazione sociale

Una delle iniziative più significative è il progetto “Dal carcere alla comunità”, implementato dalla “Casa San Giovanni XXIII”, situata nei pressi di piazzale Roma. Questo progetto rappresenta un passo importante verso l’educazione e il reinserimento sociale dei detenuti, favorendo una transizione efficace dall’ambiente carcerario a quello civico. L’iniziativa si propone di facilitare l’esecuzione penale esterna, permettendo ai soggetti interessati di reintegrarsi nella società attraverso percorsi di dignità e indipendenza.

Concretamente, il progetto mira a creare un ambiente di supporto per le donne e gli uomini sottoposti a misure detentive, fornendo loro opportunità per migliorare la propria condizione sociale e riacquistare la dignità. La Casa di reclusione femminile della Giudecca sta svolgendo un ruolo cruciale in questo processo, offrendo spazi di accoglienza e supporto per le detenute pronte a intraprendere il cammino della riabilitazione.

I progetti in corso

Negli ultimi mesi, sono stati avviati progetti ambiziosi grazie a una convenzione firmata in aprile tra il Patriarcato di Venezia, la Caritas Veneziana, e la cooperativa sociale Nova. Questa alleanza ha avuto come risultato l’assegnazione di dieci posti per persone in esecuzione penale all’interno del progetto di accoglienza. Attualmente, sono disponibili cinque posti per donne, e nei prossimi mesi saranno addizionati ulteriori cinque posti per uomini, con l’obiettivo di coprire interamente la richiesta sul territorio.

In concomitanza con la visita di Papa Francesco, sono stati predisposti anche otto minialloggi – denominati “Dimora Betlemme” – presso la “Casa San Giuseppe” nella zona di Castello. Questi alloggi si rivolgono specificamente a persone in difficoltà abitativa, con particolare attenzione a donne in situazione di fragilità e a famiglie con minori.

Nuovi alloggi e accompagnamento sociale

Dall’inizio del 2025, il Patriarcato di Venezia prevede di introdurre ulteriori venti posti in mini alloggi per soggetti maschili in difficoltà abitativa, cooperando con diverse realtà già attive nel settore del co-housing e social housing. L’obiettivo è fornire non solo un tetto sicuro, ma anche un accompagnamento sociale integrato per facilitare il reinserimento delle persone nel tessuto sociale.

Grazie a queste azioni, il terreno per miglioramenti futuri è fertile, contribuendo a ridurre il rischio di recidiva e a garantire una transizione più fluida verso la vita al di fuori del carcere. La Caritas Veneziana gioca un ruolo fondamentale nel coordinamento di questi progetti, assicurando che gli intervenuti non siano lasciati soli nella loro difficile ricerca di stabilità.

Orientamento al lavoro e dignità rinnovata

Il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, ha di recente avviato un dialogo con vari settori imprenditoriali della regione, impegnandosi a costruire una rete di supporto per il reinserimento lavorativo di persone che hanno completato o stanno per completare le proprie misure detentive. Questa integrazione con il mondo del lavoro è vista come un passo cruciale per la riconquista di una nuova dignità e autonomia.

Attraverso incontri con le Camere di Commercio e il coinvolgimento della Fondazione Marcianum, è stata avviata una serie di progetti e opportunità lavorative destinate a favorire il reinserimento di ex detenuti. Ben consapevole delle difficoltà che una persona può affrontare al rientro nella comunità, l’iniziativa si propone di abbattere gli stereotipi e creare canali nei quali le esperienze individuali possano essere valorizzate.

Queste progettualità mirano a garantire una prospettiva di futuro più solida per le persone in recupero, oltre a un sostegno continuo alle loro famiglie, attraverso le cappellanie presenti nella Giudecca e a Santa Maria Maggiore. Il sistema di supporto ideato non si limita a seguire le singole persone, ma si estende anche alle dinamiche familiari, rendendo così più efficace il processo di reinserimento.

Ultimo aggiornamento il 15 Agosto 2024 da Marco Mintillo

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