La tragica scomparsa di Gimmy Pozzi, giovane promessa del kickboxing, avvenuta nel 2020 sull’isola di Ponza, continua a suscitare interrogativi. La versione ufficiale parla di un incidente durante una notte di parkour, ma la famiglia non si arrende e chiede che venga fatta luce su una vicenda avvolta nel mistero. Nonostante le indagini della Procura di Cassino abbiano richiesto l’archiviazione del caso, i familiari hanno deciso di combattere per ottenere giustizia e risposte su quel drammatico evento.
Circostanze della morte di Gimmy Pozzi
Gimmy Pozzi morì ad agosto del 2020 a Ponza in circostanze enigmatiche. Già da subito, si diffusero varie ipotesi, tra cui quella di una caduta accidentale da tre metri di altezza durante una sessione di parkour nel cuore della notte. Tuttavia, i familiari non credono a questa ricostruzione. Infatti, la decisione di cremare il corpo del giovane da parte della famiglia ha complicato le indagini, poiché ha reso impossibili ulteriori accertamenti scientifici.
I genitori e le sorelle di Pozzi sostengono che la versione ufficiale non corrisponde alla realtà, avanzando l’ipotesi che il loro caro sia stato vittima di un omicidio. Le loro affermazioni sono state sostenute da nuovi elementi emersi durante le indagini, tra cui una misteriosa cariola sulla quale si presume sia stato trasportato Gimmy prima della sua caduta. Questo particolare ha portato alla riapertura del caso e ha spinto gli inquirenti a esplorare la possibilità che il giovane potesse essere stato gettato da un’altezza considerevole mentre era incosciente o addirittura già privo di vita.
L’intervento del criminologo Michel Emi Maritato
Michel Emi Maritato, criminologo e giornalista, ha offerto il suo contributo sul caso, sottolineando le numerose anomalie riscontrate nella ricostruzione degli eventi. La richiesta di archiviazione da parte della Procura di Cassino ha sollevato ulteriori domande, e Maritato invita alla riflessione su un possibile omicidio legato a dinamiche di criminalità organizzata. Secondo il criminologo, alcuni indizi raccolti durante le indagini potrebbero suggerire un quadro preoccupante, portando a considerare la possibilità di una violenza premeditata.
Uno degli aspetti più singolari nei dettagli della vicenda riguarda un ritrovamento insolito: una busta con filtri di sigaretta e uno scontrino di farmacia trovati negli slip di Gimmy. Maritato si chiede quale significato possa avere questo elemento, suggerendo che potrebbe nascondere qualcosa di più complesso che non si limita alla semplice tragedia di un giovane che decide di farla finita. Secondo la sua analisi, esistono molteplici domande senza risposta riguardo alla caduta del ragazzo e ai contesti nei quali è avvenuta.
L’impegno della famiglia per ottenere giustizia
La famiglia di Gimmy Pozzi ha deciso di non fermarsi davanti alle difficoltà e ha organizzato una manifestazione per richiamare l’attenzione su quanto accaduto. L’evento è programmato per l’11 gennaio, con orario dalle 15 alle 17, in Piazza Re di Roma a Roma. Questo incontro non sarà solo una protesta per il caso di Gimmy, ma offrirà l’opportunità ad altre famiglie in cerca di verità per le scomparse dei propri cari di unirsi all’evento.
Saranno presenti anche familiari di altre persone la cui sorte rimane avvolta nel mistero, tra cui il fratello di Emanuela Orlandi. L’auspicio è che questa manifestazione possa contribuire a dare nuovo slancio alle indagini e a far sì che nessuna verità venga trascurata. La famiglia Pozzi rimane determinata nella ricerca di giustizia e non vuole che il caso venga archiviato prematuramente, sottolineando l’importanza di scoprire il vero motivo della morte di Gimmy e di garantire che il suo nome non venga dimenticato.
Ultimo aggiornamento il 4 Gennaio 2025 da Sara Gatti