Un importante convegno sull’origine della Radio Vaticana e la scelta di non filmare la sua inaugurazione ha avuto luogo all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede. L’evento ha riunito esperti e studiosi per esplorare il ruolo di Guglielmo Marconi, la figura centrale dietro la creazione dell’emittente vaticana, e il contesto storico che ha influenzato le decisioni del Papa in merito alle riprese cinematografiche.
La mancanza di immagini storiche
Il 12 febbraio 1931 segna un momento cruciale nella storia della comunicazione religiosa, con l’inaugurazione della Radio Vaticana. Tuttavia, ciò che sorprende è l’assenza di un filmato di quell’evento. Ricercatori del Centro di ricerca Catholicism and Audiovisual Studies dell’Università Telematica Internazionale UniNettuno, in collaborazione con la Fondazione Memorie dell’Audiovisivo del Cattolicesimo, hanno indagato su questo aspetto. Hanno scoperto che è stato Papa Pio XI, al secolo Achille Ratti, a impedire le riprese da parte di altre case cinematografiche, tra cui la Paramount. Questa scelta si rivelò decisiva, volendo il Pontefice affidarsi all’Istituto Luce, che all’epoca non era in grado di produrre film sonori.
La mancanza di documentazione filmica ha sollevato interrogativi tra gli storici sul motivo di tale decisione. Spesso, la mancanza di prove porta a soluzioni inattese. I ricercatori hanno potuto contare su diverse fonti, tra cui materiali d’archivio e cineteche, per ricostruire il contesto storico che portò a questo vuoto documentario. A tal proposito, anche l’Archivio Apostolico Vaticano ha fornito spunti importanti.
Il convegno e i suoi significati
Il convegno “Guglielmo Marconi: Radio Vaticana e i primi film sonori di Pio XI” ha voluto mettere in evidenza non solo il ruolo innovativo di Marconi ma anche le ragioni culturali dietro le scelte di Pio XI. Durante l’incontro, è stato discusso il legame simbolico tra Marconi e il Pontefice, che aveva affidato a lui la missione di dar vita alla Radio Vaticana. L’evento ha coinciso con tre celebrazioni significative: i 150 anni dalla nascita di Marconi, i 100 anni della radio in Italia, e i 100 anni dalla fondazione dell’Istituto Luce.
L’intervento di monsignor Dario Edoardo Viganò, vicecancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, ha messo in luce l’importanza di preservare le fonti audiovisive per la ricostruzione di una narrativa storica accurata. Ha affermato che, come le fonti cartacee, anche quelle audiovisive rappresentano un patrimonio prezioso per studiare la storia della Chiesa e del cattolicesimo.
Papa Pio XI e il dialogo tra tradizione e tecnologia
Nonostante l’iniziale resistenza a filmare eventi liturgici, Pio XI si mostrò aperto all’uso di nuovi media, accettando in seguito produzioni audiovisive, come un “film parlante” nel 1933, che documentava una nuova stazione radio telefonica a onde corte. La decisione di Pio XI di non filmare l’inaugurazione della Radio Vaticana può essere vista come una manifestazione della sua visione di cultura, un equilibrio tra la custodia della tradizione e l’innovazione tecnologica.
Questo aspetto riflette una strategia più ampia: la Radio Vaticana doveva servire come strumento per ricristianizzare la società, mettendo in contatto il Papa con i fedeli. Al centro di questa scelta c’era l’intento di fare della Radio Vaticana non solo un canale di comunicazione, ma un mezzo per portare avanti un messaggio spirituale e religioso.
La nascita della produzione cinematografica vaticana
Nel contesto del convegno, Gianluca della Maggiore, professore e direttore del CAST, ha discusso l’importanza della documentazione storica nella ricostruzione degli eventi. Ha sottolineato che la collaborazione con l’Istituto Luce ha portato alla creazione di un centro di produzioni cinematografiche vaticane, inaugurato nel 1933. Qui venne realizzato il primo film ufficiale della Santa Sede sul Giubileo, “Iubilaeum”, che, sebbene sia andato perduto, rappresenta un passo fondamentale nella storia della comunicazione vaticana.
La comprensione dell’impatto di questi eventi ha permesso di traghettare la narrazione storica verso una nuova luce, dimostrando come la produzione di contenuti audiovisivi sia stata una parte integrante della comunicazione del Vaticano.
L’impatto della Radio sulla società e la cultura
Tra i relatori del convegno, il regista Pupi Avati ha condiviso il suo legame personale con il medium radiofonico, citando il docufilm “Nato il 6 ottobre”, dedicato alla nascita della radio. Ha raccontato un episodio significativo che evidenzia l’importanza della radio nella vita delle persone comuni. Un aneddoto riguarda una vicina di casa che, per ascoltare la voce del Papa, si era affacciata alla finestra, perdendo tragicamente la vita. Questo episodio sottolinea non solo il fascino della radio, ma anche il profondo impatto che aveva sull’immaginario collettivo della società dell’epoca.
Il convegno ha offerto quindi uno spunto per riflettere su come la storia della Radio Vaticana non sia solo un capitolo delle comunicazioni religiose, ma una parte fondamentale della storia sociale e culturale del ventesimo secolo.
Ultimo aggiornamento il 28 Novembre 2024 da Donatella Ercolano