Questa mattina, il Museo Nazionale d’Abruzzo ha rivelato al pubblico la sua più recente acquisizione: il ‘Trittico Dragonetti De Torres‘, un’importante opera attribuita al pittore Antoniazzo Romano, risalente al 1490. Questo dipinto, che raffigura la Madonna col Bambino in trono, circondata dai santi Giovanni Battista e Maria Maddalena, rappresenta un tassello fondamentale della tradizione artistica abruzzese. Il ritorno di questo capolavoro a L’Aquila non è solo un evento culturale, ma anche un momento di riscoperta storica.
Il contesto storico dell’opera
Il ‘Trittico Dragonetti De Torres‘ è molto più di una semplice opera d’arte; è un pezzo della storia locale. Realizzato probabilmente come immagine per la devozione privata o come pala d’altare per una cappella, il Trittico viene documentato per la prima volta nel 1912. All’epoca, era parte della collezione dei marchesi Dragonetti, custodita all’interno del Palazzo Antonelli Dragonetti De Torres in via Roio. La sua collocazione e la qualità artistica lo hanno reso un elemento di grande prestigio per la città di L’Aquila.
Durante gli anni Trenta del Novecento, l’opera era esposta nel ‘Museo Dragonetti‘, dove rimase fino a quando non è stata persa di vista. Gli storici dell’arte hanno attribuito il lavoro a Antoniazzo Romano, un’artista di rilievo del periodo rinascimentale, associandolo alla mostra dedicata a Melozzo da Forlì nel 1938. Dopo quell’esposizione, il Trittico cadde nel dimenticatoio, riemergendo finalmente nel panorama culturale di L’Aquila.
Caratteristiche e restauro dell’opera
Il Trittico misura 129,5 x 164,1 cm ed è realizzato a tempera su tavola, un medium molto utilizzato nel Quattrocento. Nonostante i segni del tempo e delle numerose vicissitudini, l’opera conserva ancora gran parte della sua bellezza. Tuttavia, nel corso degli anni, ha subito alcune alterazioni significative; tra queste, la perdita della carpenteria lignea originale e il ritaglio dei tre pannelli, che ha provocato la rimozione di alcune porzioni importanti. Questa situazione offre ai restauratori una sfida interessante, poiché ogni segno di usura racconta una storia.
La direttrice del Munda, Federica Zalabra, ha sottolineato come sia fondamentale dare nuova vita a opere come questa. Il Trittico, ora di nuovo esposto al pubblico, deve servire non solo come un richiamo visivo, ma anche come un documento che aiuta a comprendere il passato della città e il suo patrimonio culturale.
Il ruolo del museo nella valorizzazione della cultura regionale
Il Museo Nazionale d’Abruzzo si propone come interprete del fiorente patrimonio artistico della regione. L’ingresso del Trittico Dragonetti De Torres all’interno delle sue collezioni è un passo significativo verso la valorizzazione della cultura abruzzese. Zalabra ha affermato che il museo ha il compito di narrare la storia e le vicende artistiche che caratterizzano il territorio.
Questo processo di recupero e valorizzazione non riguarda solo il Trittico, ma pone l’accento sull’importanza di rendere accessibili al pubblico opere che hanno avuto una storia privata, ma che ora devono tornare a fare parte integrante della vita culturale della città . La reintegra di questo capolavoro suggerisce un futuro ricco di possibilità per il museo, continua a sforzarsi di essere una casa per l’arte e la cultura della regione.
La presentazione del Trittico Dragonetti De Torres rappresenta una felice opportunità per approfondire il legame tra l’arte e la comunità , affermando il museo come fulcro della cultura per tutte le generazioni.
Ultimo aggiornamento il 13 Dicembre 2024 da Sofia Greco