Il museo nazionale romano ospita 'variabile altemps': un progetto innovativo di Gabriele Gianni

Il museo nazionale romano ospita ‘variabile altemps’: un progetto innovativo di Gabriele Gianni

La mostra ‘Variabile Altemps’ di Gabriele Gianni, in programma dal 4 ottobre al 17 novembre, unisce arte e intelligenza artificiale per rivitalizzare le sculture antiche attraverso videoinstallazioni immersive.
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Il museo nazionale romano ospita 'variabile altemps': un progetto innovativo di Gabriele Gianni - Gaeta.it

Un panorama affascinante si schiude al Museo Nazionale Romano con l’arrivo della mostra ‘Variabile Altemps’, realizzata dall’artista e regista Gabriele Gianni. In programma dal 4 ottobre al 17 novembre, l’esposizione promette di fondere arte e tecnologia attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale. Il progetto segna un passo avanti nell’interpretazione delle sculture antiche, risvegliando le loro forme e storie dimenticate, grazie a un’attenta collaborazione con professionisti del settore e una visione artistica unica.

La concezione del progetto: un’integrazione di arte e tecnologia

Gabriele Gianni descrive ‘Variabile Altemps’ come un’evoluzione naturale del suo progetto precedente, ‘Artificial Creation’, prodotto per il Festival dei Due Mondi di Spoleto. L’artista sottolinea come questa nuova mostra rappresenti una fusione avanzata di arte e tecnologia, andando oltre la semplice installazione per creare un’esperienza immersiva. Collaborando con l’archeologa Chiara Giobbe, curatrice della sede di Palazzo Altemps, Gianni ha potuto accedere alle immagini delle opere esposte nel museo, disponibili sulla piattaforma MNR-digitale.

La possibilità di esplorare in dettaglio le sculture ha dato vita a un’interpretazione che si discosta dalle obliterazioni temporali. L’artista ha potuto esaminare le necessità tecnologiche del museo, utilizzando l’intelligenza artificiale per sondare elementi di importanza storica e culturale e esercitando la propria libertà creativa. Ciò ha portato a una trasformazione radicale delle opere, facendole rinascere dai loro stati originali per presentarle sotto una nuova luce.

Le videoinstallazioni: ritratti di volti antichi e suoni arcaici

Il cuore della mostra è composto da quattro videoinstallazioni che presentano ritratti di volti antichi. Questi ritratti sono accompagnati da suoni arcaici, concepiti da Mario Salvucci, i quali amplificano l’intensità dell’esperienza visiva e emotiva. Attraverso queste installazioni, Gianni si propone di imaginare l’evoluzione delle opere nel tempo, ricostruendo il loro contesto culturale e le stratificazioni formali e concettuali.

In questo progetto curatoriale, a opera di Marco Bassan, Chiara Giobbe, e Ludovico Pratesi, l’artista va oltre, aggiungendo dettagli perduti nel tempo e restituendo i lineamenti originali dei ritratti antichi. Non si tratta solo di una mera ricostruzione, ma di un’interrogazione sull’essenza stessa dell’arte: ciò che è stato perduto e ciò che è rimasto. La ricerca di Gianni si concentra sulla metamorfosi della pietra, rendendo visibile quel processo di svanire che contraddistingue l’arte antica.

L’analisi delle statue antiche: un viaggio nella proporzione aurea

Un aspetto centrale del lavoro di Gabriele Gianni è l’analisi approfondita delle statue antiche. L’artista ha creato strumenti di indagine per esplorare i canoni proporzionali, focalizzandosi in particolare sul rapporto aureo, un principio estetico essenziale nella scultura classica. Grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, Gianni ha potuto identificare pose e differenze marmoree, dando vita a un solo progetto che non solo guarda al passato, ma anche al futuro dell’interpretazione artistica.

La generazione di modelli ‘addestrati’ sugli archivi delle opere consente una ricostruzione che oscilla tra il visible e l’impercepibile, tra la decostruzione e la ricostruzione delle forme. In questo contesto, l’oro emerge come l’unico materiale che si distingue dall’omogeneità della pietra, simbolo di valore e bellezza attraverso i secoli. Gianni intende mostrare come l’intelligenza artificiale possa rivelarsi non solo come uno strumento ricostruttivo, ma anche come mezzo per distruggere e ricreare nuove visioni artistiche.

Innovazione artistica: tecnologia al servizio della tradizione

Il curatore Ludovico Pratesi evidenzia come nel Rinascimento gli artisti utilizzassero matematica e geometria per articolare composizioni simboleggianti. Oggi, con il ricorso a nuove tecnologie, questo approccio si evolve, attivando una forza simbolica della classica in modalità innovative. ‘Variabile Altemps’ non è solo una mostra, ma una riflessione sul ruolo dell’artista contemporaneo nell’era digitale, in particolare su come l’intelligenza artificiale possa essere integrata nel dialogo tra arte e scienza.

L’integrazione di algoritmi e intelligenza artificiale offre spunti di riflessione sulla percezione e sull’esperienza estetica stessa, facendo emergere una nuova dimensione per le opere d’arte classiche. Con ‘Variabile Altemps’, Gianni non solo reinterpreta le opere antiche, ma invita il pubblico a considerare la ricchezza e la complessità della cultura passata attraverso lenti moderne e dinamiche.

Ultimo aggiornamento il 3 Ottobre 2024 da Sofia Greco

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