In un mondo in continua trasformazione, il fenomeno dell’iperturismo ha sollevato molte domande sul futuro delle città storiche italiane. Irene Ranaldi, attraverso il suo recente libro “Geografie della gentrification. Viaggio nell’Italia dell’iperturismo“, pubblicato da Tab edizioni, delinea i cambiamenti e le sfide che le comunità locali affrontano a causa di un turismo sempre più intenso e invadente. Con un occhio attento alle dinamiche sociali e ai bisogni dei residenti, il volume invita a riflettere sull’importanza di un equilibrio tra l’attrazione turistica e la salvaguardia delle identità locali.
Iperturismo e le sue conseguenze
La prima parte del libro si concentra sull’analisi dell’iperturismo, un fenomeno caratterizzato da un aumento eccessivo di visitatori nelle città italiane. Ranaldi mette in evidenza come questo fenomeno porti non solo benefici economici, ma anche inevitabili criticità. Le risorse naturali e culturali spesso subiscono una pressione insostenibile, e le comunità locali si trovano a dover convivere con problemi come la congestione del traffico, l’aumento dei costi della vita e la trasformazione dei centri storici in aree esclusivamente dedicate al turismo. Attraverso una narrazione incisiva e supportata da dati precisi, l’autrice espone come molte città italiane stiano perdendo il loro carattere autentico, diventando veri e propri parchi tematici anziché luoghi vivi e pulsanti di cultura e storia.
La gentrification nei centri storici
Il libro affronta anche il tema della gentrification, un processo che riguarda i cambiamenti socio-economici delle aree urbane e che ha avuto un impatto significativo sulle città storiche italiane. Ranaldi esplora come il crescente interesse per il turismo spesso porti a una rivalutazione del valore immobiliare, spingendo i residenti storici a lasciare le loro abitazioni a favore di nuovi investitori che cercano di sfruttare la crescente domanda turistica. Questo processo non solo modifica la composizione demografica delle comunità ma rischia anche di far perdere l’autenticità culturale delle aree interessate. Attraverso testimonianze e case study, il volume racconta le storie di coloro che si sentono sempre più estranei nei luoghi dove sono nati e cresciuti, offrendo uno spaccato della vita quotidiana di chi vive al di fuori delle rotte turistiche più battute.
La voce delle comunità locali e l’arte come mezzo di espressione
Un aspetto centrale del libro è la voce delle comunità locali, che spesso rimane inascoltata nel dibattito pubblico. Ranaldi documenta le iniziative di residenti e associazioni che cercano di riprendere il controllo sui propri spazi, organizzando eventi culturali e creando reti di resistenza alla massificazione turistica. Illustrando queste esperienze con le potenti illustrazioni di Salvatore Santuccio, il testo emerge non solo come un’analisi sociologica ma anche come un manifesto di mobilitazione per la salvaguardia delle identità locali. L’arte, in particolare, viene presentata come un mezzo fondamentale per riappropriarsi della narrazione delle città, offrendo nuovi modi di interagire con il pubblico e stimolando riflessioni su cosa significhi abitare un luogo.
Presentazione del libro alla rassegna “Più libri più liberi”
Recentemente, il libro è stato presentato alla fiera “Più libri più liberi“, un’importante rassegna dedicata all’editoria. Durante l’evento, Irene Ranaldi ha avuto l’opportunità di dialogare con il pubblico, condividendo la sua ricerca e le motivazioni che l’hanno spinta a scrivere questo volume. Il suo approccio, descrittivo e critico al tempo stesso, ha suscitato un vivo interesse tra i partecipanti, desiderosi di approfondire le tematiche sollevate. Che si tratti di residenti, attori culturali o semplici appassionati di turismo sostenibile, il libro di Ranaldi offre un importante spunto di riflessione su come le nostre città possano evolversi e affrontare le sfide di un mondo sempre più connesso.
Ultimo aggiornamento il 11 Dicembre 2024 da Armando Proietti