Il piano per la famiglia 2025-2027: un nuovo approccio al welfare familiare in Italia

Il piano per la famiglia 2025-2027: un nuovo approccio al welfare familiare in Italia

Il Piano per la famiglia 2025-2027, firmato dalla ministra Roccella, introduce nuove strategie di welfare per sostenere le famiglie italiane e affrontare le sfide della natalità e del benessere infantile.
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Il piano per la famiglia 2025-2027: un nuovo approccio al welfare familiare in Italia - Gaeta.it

Il Piano per la famiglia 2025-2027, firmato dalla ministra Eugenia Roccella, rappresenta un passo significativo verso il sostegno delle famiglie italiane, cercando di affrontare le sfide della natalità e del benessere infantile. Questo documento di 49 pagine, presentato alla Conferenza unificata, si distacca nettamente dalle precedenti iniziative, segnando una nuova direzione nella strategia di welfare, con un focus particolare sulle esigenze dei territori e delle famiglie.

Nuove prospettive per la natalità

Il Piano per la famiglia si propone di affrontare il tema della natalità in modo concreto e pragmatico. A differenza del Piano precedente, legato al Family Act della ex ministra Elena Bonetti, il nuovo approccio evita le complicazioni del Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza e si concentra sull’emergenza della denatalità puntando sulla concretezza delle azioni. Una delle affermazioni chiave del documento è che il “focus del Piano è il sostegno alla natalità”, un mantra che evidenzia la volontà di investire nelle famiglie e nei neonati nei primi mille giorni di vita, un periodo cruciale per lo sviluppo del bambino.

La strategia mira a creare un sistema di supporto integrato e accessibile, dove le famiglie possono trovare l’assistenza necessaria a garantire il benessere dei più piccoli. Questo implica la creazione di servizi efficaci e direttamente legati al territorio, nell’intento di affiancare le famiglie italiane in un momento delicato della loro vita.

Centri per la famiglia: nuovi poli di sostegno

Una delle innovazioni più significative del Piano è rappresentata dai Centri per la famiglia, già attivi in alcune aree del paese dagli anni ’90, ma finalmente riconosciuti come strumenti strategici per il welfare. Al 2023, secondo una mappatura del Dipartimento Politiche per la famiglia, sono presenti 613 Centri, di cui 137 solo in Lombardia. Queste strutture non assumono una connotazione sanitaria come quella dei consultori, ma sono destinate a diventare veri e propri hub per le famiglie.

Il Piano prevede che ciascun Centro diventi un punto di riferimento per le famiglie locali, non solo fornendo servizi, ma anche coordinando iniziative e supporti da parte delle istituzioni, del terzo settore e delle imprese. Questo approccio valorizza quello che già esiste, integrando le risorse disponibili e orientando le famiglie verso le opportunità più adatte a loro.

Hub di governance territoriale

Un aspetto fondamentale del Piano è rappresentato dall’idea di trasformare i Centri per la famiglia in hub di governance territoriale. La quinta delle 14 «schede-azioni» del Piano evidenzia come il Centro per la famiglia diventi il fulcro operativo di tutte le iniziative rivolte al benessere familiare. Questo implica l’interazione delle famiglie con tutti gli operatori del welfare familiare, creando un sistema coeso in cui le varie attori collaborano per raggiungere obiettivi comuni.

La scheda-azione mette in risalto il ruolo centrale del Centro, che diventa il coordinatore delle azioni in favore delle famiglie, non solo a livello locale ma con una rete di connessioni anche tra le diverse realtà che operano nel territorio. Questa impostazione permette di rispondere in modo più diretto alle necessità delle famiglie e di facilitare l’accesso a servizi essenziali, promuovendo un ambiente favorevole alla crescita dei bambini e al supporto dei neogenitori.

Con l’implementazione del Piano, il governo si propone quindi di costruire una rete di protezione per le famiglie, rinnovando le strategie di welfare e orientando i servizi al reale bisogno dei cittadini.

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