Negli ultimi anni, il Portogallo ha rappresentato una delle mete più ambite per i nomadi digitali, professionisti che sfruttano la tecnologia per lavorare da remoto. Tuttavia, a partire dal 2023, diversi fattori hanno iniziato a influenzare negativamente questa tendenza, portando a un aumento delle richieste di trasferimento da parte di questi lavoratori. Le nuove misure governative, insieme a problematiche legate alla crisi abitativa e al costo della vita, hanno contribuito a trasformare radicalmente il panorama.
il fenomeno del nomadismo digitale in portogallo
La crescita del nomadismo digitale
Negli ultimi anni, il nomadismo digitale ha guadagnato terreno, trainato dalla rivoluzione tecnologica e dalla crescente possibilità di lavorare da remoto. Il Portogallo, e in particolare Lisbona, è diventato un polo attrattivo per migliaia di nomadi digitali, attratti non solo dalle favorevoli condizioni fiscali, ma anche dalla qualità della vita, dal costo relativamente contenuto e dalla vivace vita sociale.
Nel solo 2022, più di 16.000 nomadi digitali si sono trasferiti nel paese, sommandosi ai 6,5 milioni di turisti che visitano ogni anno il Portogallo. Ciò ha generato un effervescente mercato economico e culturale, rendendo il paese una delle destinazioni di riferimento per chi lavora da remoto.
L’innalzamento delle barriere nel 2023
Tuttavia, a partire dal 2023, il governo portoghese ha modificato le politiche fiscali che rendevano il Paese tanto appetibile per i nomadi digitali. La decisione di rimuovere gli incentivi fiscali ha avuto un impatto significativo. In particolare, la fine della residenza fiscale non abituale ha reso il Portogallo meno competitivo, spingendo molti nomadi digitali a considerare nuove destinazioni.
Il settore, infatti, si trova di fronte a varie sfide che stanno causando un cambiamento di rotta. La rimozione di tali incentivi ha avuto ripercussioni immediate sui nomadi digitali, i quali hanno visto aumentare il costo della vita e delle abitazioni, aggravando l’interesse verso altre mete europee più convenienti.
crisi economica e aumento dei costi
L’inflazione e il salario minimo
Uno dei principali fattori che ha contribuito al cambiamento dello scenario è il legame tra il salario medio dei nomadi digitali e il costo della vita locale. I nomadi digitali, molti dei quali guadagnano uno stipendio sostanzialmente più alto rispetto al salario minimo portoghese, hanno contribuito a incrementare i costi, portando a un aumento dell’inflazione.
In Portogallo, con un salario minimo stabilito in 957 euro al mese, la disparità tra i redditi di queste persone e quelli locali ha sollevato delle preoccupazioni. La conseguenza è stata una pressione sui prezzi, specialmente riguardo all’affitto e ai beni di prima necessità. Gli affitti nella capitale portoghese sono cresciuti esponenzialmente, rendendo difficile per molti locali e nomadi trovare soluzioni sostenibili.
La crisi abitativa e le nuove misure governative
La crisi abitativa ha raggiunto livelli allarmanti, in particolare nelle aree urbane. Secondo dati recenti, i prezzi delle case in Portogallo sono più che raddoppiati dal 2018, colpendo duramente i residenti e rischiando di allontanare anche i nomadi digitali. In questo contesto, i nuovi provvedimenti del governo, come la legge Mais Habitação del 2023, tentano di rispondere alla domanda di affitti a lungo termine e proteggere gli affittuari dai continui aumenti di prezzo.
Questa normativa stabilisce che gli affitti non possono aumentare oltre il 2% per le abitazioni affittate negli ultimi cinque anni. Tuttavia, questo potrebbe non bastare a ripristinare l’attrattiva del Portogallo come meta per i nomadi digitali che costantemente cercano alternative più vantaggiose.
nuove destinazioni emergenti per i nomadi digitali
Le mete competitive in Europa
Con il calo dell’interesse per il Portogallo, altre destinazioni stanno emergendo come nuove case per i nomadi digitali. Città come Budapest, Tallinn e Bucarest offrono costi di vita significativamente più bassi. Per esempio, vivere a Budapest è il 28% più economico rispetto a Lisbona, mentre Tallinn offre una spesa inferiore dell’11% e Bucarest addirittura del 34%.
Queste città non solo presentano vantaggi economici, ma spesso dispongono anche di infrastrutture moderne e sistemi di connessione internet ad alta velocità, opportunità ideali per chi lavora da remoto. I nomadi digitali sembrano così prendere in considerazione queste mete più accessibili.
Dubai e l’emergere dell’Italia
Negli ultimi anni, anche Dubai è emersa come un punto di riferimento per i nomadi digitali. Con un ambiente imprenditoriale stimolante e infrastrutture tecnologiche all’avanguardia, la città ha attratto un numero crescente di professionisti in cerca di nuove opportunità. Dubai offre anche visti specifici per nomadi digitali, rendendo più semplice per loro insediarsi.
Inoltre, l’Italia ha recentemente introdotto un decreto che facilita il rilascio di visti e permessi di soggiorno per i lavoratori remoti, rendendo località come Bolzano, Torino e Parma particolarmente invitanti per i nomadi digitali. Con la bellezza dei suoi paesaggi, la qualità della vita e politiche innovative, il Paese potrebbe rappresentare una valida alternativa per coloro che decidono di lasciare il Portogallo.