Il 25 aprile 2025 a Genova il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rivolto un discorso che ha fatto leva sull’attualità dei valori legati alla resistenza e alla necessità di guardare oltre le sfide già affrontate dalle generazioni precedenti. Il suo intervento si è ispirato all’enciclica “Fratelli tutti” di papa Francesco, sottolineando come le lotte passate debbano diventare punto di partenza per traguardi più elevati e non un motivo di accontentamento.
Il richiamo di mattarella alle nuove sfide oltre le conquiste del passato
Sergio Mattarella ha ribadito l’importanza di non adagiarci su quanto conquistato in passato. La sua riflessione ha preso spunto dall’esortazione di papa Francesco a superare “conflitti anacronistici”, cioè contrasti superati dal tempo che però permangono nella società. Il presidente ha spiegato che ogni generazione deve fare proprie le lotte e le conquiste delle generazioni precedenti, ma non fermarsi lì: bisogna proseguire verso obiettivi più alti.
Nel contesto attuale, non basta ricordare la Resistenza come evento storico o celebrare i successi ottenuti. È cruciale tenere presente che ancora oggi molti individui affrontano ingiustizie e disuguaglianze. Questo fa sì che la memoria delle battaglie passate debba tradursi in un impegno concreto per risolvere i problemi attuali e futuri. Mattarella ha invitato a una lettura della resistenza che resta “sempre tempo”, visto che i valori che l’hanno ispirata conservano tutta la loro forza nelle sfide del presente.
La centralità dei valori in un momento storico cruciale
Le parole di Mattarella rappresentano un monito a non dimenticare che le conquiste sociali e civili sono terreno di lotta continua e non un punto di arrivo definitivo.
La centralità dei valori della resistenza nel 25 aprile a genova
Nel suo discorso a Genova, Mattarella ha ribadito come i valori legati alla Resistenza non siano patrimonio esclusivo del passato, ma siano radicati nella società contemporanea. Ha sottolineato che la Resistenza è stata innanzitutto un movimento di giustizia e libertà e come questa eredità vada preservata e trasmessa nel tempo.
Ha accennato ai rischi di un richiamo superficiale o rituale alla resistenza, che potrebbe portare a una celebrazione vuota e poco incisiva. Al contrario, ha voluto mettere in evidenza che la lotta per diritti e giustizia resta aperta e interessa tutte le generazioni. La resistenza quindi si declina anche nel presente, con l’obbligo di non ignorare chi vive ancora situazioni di difficoltà e discriminazione.
Il richiamo alla memoria del 25 aprile diventa così un invito a esercitare un’attiva responsabilità civile. Per Mattarella la resistenza non è solo una pagina storica da ricordare ma un atteggiamento e un modo di affrontare le sfide quotidiane con senso di responsabilità e coscienza civile.
La memoria storica come impegno attuale
Il discorso sottolinea l’importanza di mantenere vivi i valori della lotta per la giustizia, superando commemorazioni formali che rischiano di svuotare il significato profondo della resistenza.
L’ispirazione dall’enciclica fratelli tutti di papa francesco
Nel discorso del presidente Mattarella è centrale il riferimento all’enciclica “Fratelli tutti” di papa Francesco, documento che invita a una fraternità universale e a superare divisioni e conflitti superati dalla storia. Papa Francesco esorta a non ripiegarsi su interessi personali o gruppi ristretti, ma a lavorare per il bene comune, riconoscendo il valore delle conquiste delle generazioni passate e portandole avanti.
Mattarella ha voluto sottolineare come le parole del pontefice siano attuali per la società italiana e mondiale. Non ci si può limitare a ripercorrere tappe storiche o replicare battaglie di un tempo. Piuttosto, l’invito è a tradurre quei valori in azioni concrete per rispondere alle ingiustizie ancora presenti.
La “Fratelli tutti” diventa così un richiamo a non dimenticare i debiti morali nei confronti di chi ancora soffre. La memoria storica va dunque accompagnata da un impegno reale a migliorare le condizioni sociali e civili, rifuggendo dal rischio di continui conflitti che impediscono una convivenza pacifica e solidale.
Genova come scenario per celebrare la memoria e la responsabilità collettiva
La scelta di Genova per il discorso del 25 aprile evidenzia come molte città italiane mantengano viva la memoria della Resistenza e ne facciano occasione per un confronto sulle questioni civili attuali. Genova, città con profondi legami alla storia partigiana, è diventata uno spazio per riaffermare il legame tra memoria e presente.
Nel discorso il presidente Mattarella ha richiamato il pubblico alla consapevolezza del ruolo di ciascun cittadino nella difesa dei valori di libertà e giustizia. Genova ha fatto da teatro a questo invito, che si estende a tutta l’Italia e richiama le istituzioni e la società a non perdere di vista le difficoltà ancora presenti.
La commemorazione non si trasforma in una celebrazione sterile ma diventa occasione per dare voce a un messaggio di impegno civile e attenzione verso i più deboli. Genova riecheggia così con forza le parole di Mattarella, che guarda avanti, verso una società più equa, consapevole delle radici e dei doveri che la storia ci insegna ogni anno.