Il rapimento di Aldo Moro: 47 anni dalla strage di via Fani e il ricordo delle vittime

Il rapimento di Aldo Moro: 47 anni dalla strage di via Fani e il ricordo delle vittime

Il 16 marzo 1978, il rapimento di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse e l’omicidio della sua scorta segnarono un momento cruciale nella storia italiana, evidenziando l’importanza della memoria collettiva.
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Il rapimento di Aldo Moro: 47 anni dalla strage di via Fani e il ricordo delle vittime - Gaeta.it

Il 16 marzo 1978 rappresenta una data cruciale nella storia italiana. In quel giorno, un’agguato delle Brigate Rosse si concretizzò in via Mario Fani a Roma, portando al rapimento del leader democristiano Aldo Moro e alla morte della sua scorta. La vicenda ha segnato profondamente il paese, riflettendo le tensioni politiche e sociali dell’epoca. Attraverso l’analisi di questo evento tragico, si evidenzia l’importanza della memoria e del riconoscimento del sacrificio di uomini che hanno dato la vita per lo Stato.

La strage di via Fani: un attacco orchestrato

Era l’ora di punta del mattino quando le auto di Aldo Moro e dei suoi agenti furono bloccate da un’auto dei terroristi all’incrocio con via Stresa. Il gruppo armato, travestito da avieri di Alitalia, aprì il fuoco immediatamente, uccidendo in pochi istanti i cinque membri della scorta. Le vittime furono l’appuntato dei Carabinieri Domenico Ricci, il maresciallo dei Carabinieri Oreste Leonardi, l’agente di Polizia Giulio Rivera e il vicebrigadiere Francesco Zizzi, che, gravemente ferito ma ancora cosciente, morì in ospedale. Il corpo della guardia Raffaele Iozzino fu trovato sull’asfalto, lasciando un segno indelebile nel cuore di molte persone.

Il rapimento di Moro si protrasse per 55 giorni, durante i quali il politico scrisse 86 lettere agli esponenti della sua parte, alla sua famiglia e anche a Papa Paolo VI, con cui aveva un legame personale. La liberazione di Aldo Moro si concluse tragicamente con il ritrovamento del suo corpo in un bagagliaio di una Renault 4 rossa in via Michelangelo Caetani, un luogo centrale di Roma.

Riflessioni nel 47° anniversario del rapimento

Oggi, in occasione dell’anniversario, vi è un richiamo evidente alla responsabilità della memoria. Molti esponenti politici e le istituzioni commemorano il sacrificio degli agenti della scorta di Aldo Moro. Una delegazione del Partito Democratico si è recata in via Fani per rendere omaggio a questi servitori dello Stato, un atto simbolico che sottolinea l’importanza di non dimenticare eventi di simile gravità.

Le parole del presidente del Senato Ignazio La Russa evidenziano quanto fosse profondo l’assalto dei terroristi. Ha ribadito l’importanza della memoria, sottolineando che quegli eventi hanno “scosso l’Italia” ma allo stesso tempo hanno mostrato la capacità del paese di reagire con unità. Rivelate anche come la memoria di questi eventi sia essenziale per mantenere vive le fondamenta della democrazia.

Messaggi da istituzioni: il valore della memoria

Le parole del presidente della Camera dei Deputati Lorenzo Fontana evidenziano una ferita che è tuttora aperta. Ricordare il rapimento e l’omicidio degli agenti della scorta è un omaggio a chi ha sacrificato la vita per proteggere la democrazia. L’importanza di coltivare la memoria viene enfatizzata come un valore fondamentale per garantire che non si ripetano errori del passato.

Anche Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno, ha voluto far sentire la sua voce. Ha sottolineato come l’attacco delle Brigate Rosse fosse un’aggressione non solo allo Stato, ma anche ai valori della convivenza civile. La memoria, secondo Piantedosi, deve non solo ricordare ma anche spronare gli attori della sicurezza a proseguire nella protezione dei diritti e della sicurezza dei cittadini.

La vicenda di Aldo Moro e della sua scorta segna quindi non solo un capitolo buio della storia italiana, ma rappresenta anche un richiamo alla responsabilità collettiva di non dimenticare e di difendere i principi democratici. La riflessione su quanto accaduto il 16 marzo 1978 deve servire da insegnamento, affinché il futuro ponga al centro l’importanza della pace e della sicurezza, in ogni angolo del paese.

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