Il rapporto Land Mine Monitor 2024: Myanmar, Siria e Ucraina tra i maggiori Paesi colpiti

Il rapporto Land Mine Monitor 2024 segnala un aumento delle vittime da mine antiuomo, con il Myanmar in testa. Urge un intervento internazionale per affrontare questa crisi umanitaria.
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Il rapporto Land Mine Monitor 2024: Myanmar, Siria e Ucraina tra i maggiori Paesi colpiti - Gaeta.it

Nel recente rapporto Land Mine Monitor 2024, si registra un preoccupante incremento delle vittime delle mine antiuomo a livello globale. Con il Myanmar che ha superato la Siria come il Paese con il maggior numero di segnalazioni, la situazione continua a deteriorarsi, complicata dagli effetti duraturi dei conflitti e dalla mancanza di azioni concrete per affrontare il problema. Questo articolo esplora le cifre allarmanti presentate nel rapporto e la situazione attuale nei Paesi maggiormente colpiti.

Un aumento drammatico delle vittime

Il rapporto della Campagna internazionale per la messa al bando delle mine antiuomo mette in evidenza un aumento significativo delle vittime a causa delle mine antiuomo e dei residuati bellici esplosivi. Negli ultimi dodici mesi, ci sono stati quasi 2.000 morti e oltre 3.600 feriti, portando il totale a 5.757 persone colpite in varie nazioni. Questo incremento è preoccupante se confrontato con le 4.710 vittime registrate nel 2022. Tra queste, l’84% sono civili, con una percentuale allarmante di bambini coinvolti, che rappresentano oltre un terzo del totale.

Questo scenario evidenzia non solo la tragedia umana legata a questi ordigni, ma anche l’urgenza di rispondere a tali crisi nonostante i conflitti possano terminare ufficialmente. Le mine antiuomo continuano a rappresentare una minaccia costante, spesso per chi non ha mai partecipato alle ostilità. Le cifre del rapporto mettono in risalto una situazione che richiede una grande attenzione da parte della comunità internazionale.

I Paesi più colpiti: Myanmar, Siria, Ucraina e Afghanistan

Per la prima volta, il Myanmar si colloca come il Paese con il più alto numero di vittime annuali, con 1.003 segnalazioni. Questo dato emerge da un contesto di instabilità politica, con il paese in preda a conflitti tra la giunta militare e vari gruppi ribelli. Entrando nel dettaglio, il Myanmar supera la Siria, che ha visto le sue vittime crescere nel corso di oltre un decennio di conflitto. Attualmente, il paesaggio tragico è completato da nazioni come l’Ucraina e l’Afghanistan, che continuano a far fronte agli strascichi degli scontri armati.

Il rapporto segnala anche l’uso pericoloso di mine antiuomo da parte di Stati non firmatari della Convenzione di Ottawa, come Russia, Iran e Corea del Nord. Questa condotta contribuisce alla perpetuazione di un ciclo di violenza e instabilità. L’impiego di tali ordigni da parte di gruppi armati non statali è anch’essa preoccupante, estesa in aree come il Sahel, la Colombia e Gaza, rendendo difficile qualsiasi sforzo di stabilizzazione regionale.

La bonifica e gli sviluppi positivi

Nonostante il drammatico panorama, ci sono segni di progresso nella bonifica dei campi minati. Nel 2023, 33 nazioni hanno ripulito oltre 280 chilometri quadrati di territorio contaminato. Cambogia e Croazia risultano tra i leader in questi sforzi, avendo bonificato quasi 210 chilometri quadrati, ovvero il 75% del lavoro svolto. Questi sviluppi sono incoraggianti e dimostrano che, con volontà e risorse, è possibile affrontare il problema delle mine antiuomo.

Tuttavia, i risultati variano ampiamente tra i vari Paesi. Mentre alcuni stanno facendo progressi, molti continuano a rimanere gravemente contaminati. La bonifica è un processo lungo e complesso, spesso ostacolato da crisi politiche e mancanza di fondi. La comunità internazionale è chiamata a supportare questi sforzi, affinché si possa ridurre l’impatto di tali ordigni mortali sulle vite delle persone.

Nuove sfide e opportunità nel finanziamento anti-mine

Il 2024 segna un anno significativo per il finanziamento globale delle operazioni contro le mine, superando per la prima volta il miliardo di dollari. Tuttavia, ci sono nazioni come Afghanistan e Yemen che lottano ancora per ottenere risorse adeguate, con gravi lacune nei servizi sanitari e di riabilitazione per i feriti. La mancanza di accesso a cure e supporto rimane un problema cruciale per molti sopravvissuti e famiglie colpite.

Eléa Boureux, Project Manager del Landmine Monitor, ha messo in evidenza l’urgenza di ampliare il supporto internazionale. La quinta Conferenza di revisione della Convenzione di Ottawa, prevista per il 25 novembre in Cambogia, rappresenta un’opportunità per affrontare le sfide persistenti e assicurare che le comunità colpite abbiano l’assistenza di cui hanno bisogno per ricostruire le proprie vite. La speranza è che tale incontro possa generare iniziative concrete per un maggior supporto e coordinamento nella lotta contro le mine antiuomo.

Ultimo aggiornamento il 21 Novembre 2024 da Elisabetta Cina

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