Il ricordo del cardinale Lorenzo Baldisseri sul conclave che elesse papa Francesco nel 2013

Il ricordo del cardinale Lorenzo Baldisseri sul conclave che elesse papa Francesco nel 2013

Il cardinale Lorenzo Baldisseri racconta il rigore, la tensione e i dettagli del Conclave 2013, tra fumate nere e bianche, fino all’elezione serena di papa Francesco come nuovo pontefice.
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L'articolo racconta il ruolo di Lorenzo Baldisseri nel conclave del 2013, descrivendo la procedura di voto, le fumate nere e bianche, e l'elezione di papa Francesco, evidenziando la tensione e la solennità di quei momenti storici per la Chiesa cattolica. - Gaeta.it

La scelta di Jorge Mario Bergoglio come papa nel conclave del 2013 rappresentò un momento cruciale nella storia recente della Chiesa cattolica. Il cardinale Lorenzo Baldisseri, all’epoca segretario del Conclave, ha condiviso alcuni dettagli sulla procedura e l’atmosfera di quei giorni decisivi, offrendo uno sguardo ravvicinato su come si svolsero le votazioni che portarono all’elezione del pontefice argentino.

il ruolo di lorenzo baldisseri nel conclave del 2013

Lorenzo Baldisseri faceva parte del gruppo ristretto di cardinali incaricati di supervisionare e gestire il Conclave che si tenne in Vaticano nel marzo del 2013. Il suo compito principale era conservare l’ordine dei lavori durante le sedute di voto e occuparsi della distribuzione e raccolta delle schede tra i cardinali elettori. Baldisseri descrive il momento in cui entrava nella Cappella Sistina per consegnare le schede ai cardinali, sottolineando l’importanza del suo ruolo nella procedura formale che accompagna l’elezione del pontefice.

il cardinale e la procedura di voto

Dalla sua posizione, il cardinale seguiva con attenzione il processo, che prevedeva ripetute votazioni fino a quando non emergesse un candidato con la maggioranza necessaria. Dopo ogni scrutino, se non veniva raggiunta un’intesa, le schede venivano raccolte da Baldisseri per poi essere bruciate, segnalando attraverso il colore del fumo l’esito della votazione. La sua esperienza diretta offre una testimonianza di prima mano sul rigore e la tensione di quei momenti.

le fumate nere come simbolo del dibattito e dell’indecisione

Durante il Conclave furono cinque le fumate nere che indicarono l’assenza di una vittoria chiara. Il fumo nero sprigionato da una grande stufa appositamente allestita sulla terrazza della Cappella Sistina serviva a comunicare all’esterno che nessun papa era stato eletto. Queste immagini, seguite da milioni di fedeli e curiosi in tutto il mondo, rappresentavano la fase di attesa e discussione tra i cardinali.

tensione e complessità delle votazioni

Le fumate nere testimoniano non solo l’assenza di accordo sul nome del nuovo pontefice, ma anche la complessità delle dinamiche interne al Conclave. Ogni voto, infatti, veniva pesato con cura, tra riflessioni profonde e confronti serrati. Baldisseri ha spiegato come, dopo ogni scrutinio, il suo compito fosse quello di bruciare le schede, segnando così il passaggio a un nuovo giro di votazione. «Questo processo si ripeté finché non arrivò la decisione definitiva.»

la fumata bianca e la serenità di papa francesco

Infine, dopo le cinque fumate nere, la fumata bianca divenne simbolo dell’elezione di un nuovo pontefice. Il cardinale Baldisseri ricorda come papa Francesco apparisse sereno nel momento dell’elezione, un dettaglio che ha colpito chi era presente. «La tranquillità di Bergoglio nel ricevere la nomina ha rappresentato un segno concreto della sua fiducia e della sua accoglienza al ruolo più alto della Chiesa cattolica.»

La fumata bianca fu immediatamente seguita dall’annuncio ufficiale e dall’emozione che si diffuse rapidamente tra i fedeli e all’interno delle mura vaticane. Quel momento segnò l’inizio di un pontificato destinato a portare cambiamenti rilevanti e un forte impatto a livello globale. La memoria di Baldisseri si concentra proprio su quella particolare serenità, che anticipava un cammino nuovo e impegnativo per la Chiesa.

dettagli sul meccanismo di voto del conclave e la gestione delle schede

Il sistema di voto usato nel Conclave è rigoroso e segreto. Ogni cardinale ha diritto a una scheda su cui è scritto il nome del candidato scelto. Baldisseri entrava in scena per consegnare queste schede ai porporati riuniti e poi le recuperava per lo scrutinio. Dopo il conteggio, in assenza di un candidato eletto, faceva bruciare le schede per preparare la successiva votazione.

il significato del fumo nella comunicazione

La combustione delle schede e il rilascio del fumo rappresentano non solo una pratica tradizionale, ma anche un veicolo di comunicazione con il mondo esterno. Baldisseri ha ricordato l’atmosfera palpabile di tensione ma anche di rispetto e disciplina che regnava durante queste fasi. La gestione di questi momenti cruciali richiedeva precisione e costante attenzione a ogni dettaglio per garantire correttezza e riservatezza.

Chi osserva da fuori percepisce le fumate come segnali, ma dentro la stanza la posta in gioco era la scelta del successore di Benedetto XVI. Ogni scheda bruciata indicava un passo verso quella decisione definitiva. L’esperienza raccontata da Baldisseri svela l’intensità e la solennità di un procedimento antico, che continua a condizionare in modo decisivo la direzione della Chiesa cattolica.

  • Marco Mintillo

    Marco Mintillo è un giornalista e blogger specializzato in cronaca e attualità, con una passione per i viaggi. Collabora regolarmente con Gaeta.it, un sito di riferimento per notizie e approfondimenti sulla città di Gaeta e oltre. Qui, Marco pubblica articoli che spaziano dall'analisi di eventi locali a questioni di rilievo internazionale, offrendo sempre una prospettiva fresca e dettagliata. La sua abilità nel raccontare i fatti attraverso la lente del viaggiatore gli ha guadagnato una fedele base di lettori che apprezzano la sua capacità di legare la cronaca mondiale alle storie del territorio.

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