La continua ascesa delle temperature globali sta causando un significativo scioglimento del permafrost, con conseguenze potenzialmente devastanti per l’ambiente e la salute umana. Uno degli effetti collaterali di questo fenomeno è il rilascio di mercurio, un metallo tossico che, sebbene attualmente non rappresenti una minaccia immediata, potrebbe accumularsi nel tempo, minacciando la catena alimentare e le comunità locali. Questo articolo esplorerà le recenti scoperte di studi condotti sull’argomento, analizzando l’origine del mercurio nell’Artico e le implicazioni per le popolazioni della regione.
Perché il mercurio è presente nell’Artico?
Accumulo naturale di inquinanti
Il mercurio è un inquinante atmosferico che, attraverso la circolazione naturale, si sposta verso latitudini più elevate, trovando così una casa nell’ambiente artico. Qui, esso viene assimilato dalle piante e, alla morte di queste, si incorpora nel suolo. Nel corso di millenni, le concentrazioni di mercurio si sono accumulate nel permafrost, strato di terreno gelato permanente, rimanendo in una forma relativamente innocua finché le temperature non iniziano a salire.
Effetti del cambiamento climatico
Con il riscaldamento a un ritmo quattro volte superiore alla media globale, l’Artico sta vivendo un rapido scioglimento del permafrost. Questo stato di cose comporta una significativa eruzione del mercurio precedentemente intrappolato, rilasciando il metallo nell’ambiente in uno stato che potrebbe intensificare il rischio per la salute delle specie che vivono in queste aree. I risultati di una ricerca condotta dall’University of Southern California Dornsife College of Letters, Arts and Sciences indicano che l’entità del problema è in crescita, con potenziali ricadute dirette sulle popolazioni locali.
Le implicazioni per le popolazioni artiche
Un pericolo invisibile
Attualmente, il mercurio rilasciato dal permafrost non risulta essere una minaccia immediata per la salute pubblica, poiché le tossicità sono relative alla concentrazione e al modo in cui il mercurio si accumula nella catena alimentare. Tuttavia, la preoccupazione riguarda gli oltre 5 milioni di abitanti dell’Artico e i più di 3 milioni che vivono in regioni dove il permafrost è previsto scomparire entro il 2050. Le popolazioni che dipendono da risorse naturali locali per la loro alimentazione possono trovarsi esposte a livelli pericolosi di mercurio, aumentando i rischi per la salute.
Le parole di esperti
Josh West, coautore dello studio e professore di scienze della Terra e studi ambientali presso l’USC Dornsife, ha avvertito: “Potrebbe esserci una gigantesca bomba di mercurio nell’Artico in attesa di esplodere.” Questa lobistica descrizione rimarca quanto sia critica la situazione e quanto sia necessario un intervento per monitorare e comprendere il rilascio di mercurio verso l’ambiente, così da proteggere le comunità vulnerabili.
Comprendere e affrontare l’inquinamento da mercurio
Nuovi metodi di misurazione
La ricerca recentissima ha messo a punto un approccio innovativo per stimare la quantità di mercurio rilasciato dal permafrost. Mediante l’analisi dei sedimenti fluviali e delle aree circostanti, i ricercatori hanno potuto raccogliere dati più rappresentativi e accurati riguardo i livelli di mercurio. A differenza delle modalità precedenti, che si concentravano solo sugli strati superficiali del permafrost, questo nuovo metodo considera in modo più completo le dinamiche geologiche e sedimentologiche.
Monitoraggio ai fini della previsione
I ricercatori hanno utilizzato tecnologie satellitari per visualizzare come il corso del fiume Yukon possa evolversi in futuro e come queste variazioni influenzerebbero l’erosione degli argini ricchi di mercurio. L’osservazione dei vari tipi di sedimenti ha rivelato che i sedimenti a grana fine presentano livelli di mercurio superiori rispetto a quelli a grana grossa, suggerendo che le diverse strutture terrene comportano rischi differenti. Isabel Smith, dottoranda al USC Dornsife, ha affermato: “Tenere conto di tutti questi fattori dovrebbe darci una stima più accurata del mercurio totale che potrebbe essere rilasciato quando il permafrost continuerà a sciogliersi nei prossimi decenni.”
Il monitoraggio continuo e la ricerca approfondita rimangono essenziali per affrontare questa crescente minaccia e proteggere l’ecosistema artico, così come le popolazioni che dipendono da esso.