Il legame tra fede profonda, isolamento e testimonianza spirituale emerge al centro di “Liberi”, documentario che racconta la vita nei monasteri di clausura spagnoli. Attraverso immagini esclusive e voci di monaci e suore, il film mostra come la preghiera e la solitudine non allontanino dalla realtà, ma costituiscano un percorso di intercessione e sostegno per l’intera comunità umana.
La missione dei monaci di clausura secondo papa Francesco
Papa Francesco ha definito i monaci di clausura come fari capaci di illuminare il cammino dell’umanità contemporanea. Per lui, anche se vivono ritirati dal mondo, la loro presenza ha un valore evangelico. “Il ponte che costruiscono attraverso la preghiera e il lavoro non solo li rende vicini a Dio, ma li trasforma in mediatori d’aiuto e intercessori per tutti i peccati e le difficoltà del mondo esterno.” La loro solitudine, dunque, non è una fuga, ma un impegno spirituale attivo.
Paradosso di chiusura e apertura secondo il papa
Il papa si sofferma sul paradosso che caratterizza questa forma di vita: chiusura fisica e apertura spirituale. I monaci usano la clausura come spazio per un dialogo profondo con Dio, offrendo sostegno invisibile ma concreto agli uomini e alle donne che affollano le città e le campagne. Per Bergoglio, la preghiera praticata quotidianamente, anche senza una comprensione totale del suo mistero, diventa un legame delicato e potente, capace di incidere sul mondo.
Testimonianze di solitudine, preghiera e presenza nei monasteri
“Liberi” raccoglie racconti semplici e autentici, dove monaci e suore esprimono la dimensione intima della loro vocazione. Una suora definisce la chiamata come “un rapporto esclusivo con Dio, una convivenza che non lascia spazio a un isolamento vuoto.” Un’altra parla di una “solitudine sempre abitata, in cui anche il dolore diventa occasione di compagnia profonda.”
La preghiera come enigma e strada di forza
Un monaco cistercense di San Pedro de Cardeña ripete che la preghiera resta un enigma da accogliere con pazienza, non qualcosa da dominare. Il film lo trasmette come un’esperienza in cui il singolo si affida alla forza di Dio, che si manifesta nel percorso stesso di ricerca e affermazione spirituale. Nel documentario emerge questa relazione quotidiana con il divino, vissuta come incontro, riflessione e pratica continua.
Queste testimonianze suggeriscono che la clausura non è un’estromissione dal mondo, ma uno spazio prezioso in cui preparare un sostegno invisibile e duraturo. La vita monastica appare così un contributo spesso nascosto alla società contemporanea, che non si limita a un richiamo teorico alla preghiera, ma passa attraverso gesti concreti e silenziosi.
Un progetto unico: la realizzazione di un film nel cuore dei monasteri chiusi
Il film è nato durante la pandemia, quando il regista Santos Blanco e la produttrice Lucia Gonzalez-Barandiaran si sono trovati a sostegno di una campagna a favore di monasteri in crisi economica. L’esperienza personale di Blanco, che ha vissuto alcuni giorni in clausura, ha influenzato il progetto dando origine a una riflessione sulla spiritualità difficile da spiegare con parole.
Monasteri spagnoli al centro del documentario
Per la prima volta una troupe ha potuto accedere a dodici monasteri isolati in diverse regioni della Spagna: da Burgos fino a Madrid, passando per Navarra e Salamanca. Tra i luoghi inclusi, c’è l’abbazia di San Pedro de Cardeña, l’Ordine cistercense di Stretta Osservanza, Las Batuecas e il Monasterio Leire. Ottenere quei permessi è stato complesso, viste le regole rigide e la natura riservata di questi spazi.
Blanco ha parlato della sfida di entrare in luoghi così misteriosi e di ricevere l’accoglienza da parte di persone pronte a condividere la loro esperienza davanti alla macchina da presa. La disponibilità dei monaci e delle monache ha reso possibile un racconto intimo, senza filtri, capace di aprire uno sguardo poco conosciuto sulla realtà monastica.
Successo e diffusione di un documentario inedito
Distribuito da Bosco Films e Arkadia Group, con il sostegno della Fondazione DeClausura, “Liberi” ha raccolto grande attenzione in Spagna. Con quasi centomila spettatori nel 2023, si è piazzato tra i documentari più visti degli ultimi venticinque anni nel paese.
Il film ha permesso al grande pubblico di conoscere una dimensione spesso nascosta della vita religiosa e di comprendere la coerenza e la profondità di una scelta di vita che appare estrema ma che produce effetti concreti. Attraverso immagini rigorose e testimonianze dirette, “Liberi” si presenta come un’occasione rara per riflettere su come la fede possa abitare luoghi isolati eppure connessi con la realtà del nostro tempo.