il ruolo del camerlengo e le nuove pratiche nei funerali papali dopo il 2024

il ruolo del camerlengo e le nuove pratiche nei funerali papali dopo il 2024

Il rituale di transizione papale, riformato da papa Francesco nel 2024, coinvolge il camerlengo nella gestione della morte e del funerale, con nuove norme su sepoltura e conclave con 135 cardinali elettori.
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L'articolo descrive i rituali e le recenti riforme (2024) legate alla morte o rinuncia di un papa, il ruolo del camerlengo, le cerimonie funebri semplificate da papa Francesco, le opzioni di sepoltura e la preparazione al conclave con 135 cardinali elettori. - Gaeta.it

La morte o la rinuncia di un papa innesca un rituale complesso che passa attraverso la figura del camerlengo e una serie di cerimonie ben precise. Dopo la recente riforma voluta da papa Francesco nel 2024, alcune consuetudini sono cambiate, soprattutto riguardo al funerale papale e alla gestione della salma. La tradizione si intreccia con nuove disposizioni sui riti e le sepolture, mentre monta l’attesa per il prossimo conclave con 135 cardinali elettori pronti a scegliere il successore di Pietro.

il camerlengo: custode della transizione papale

Quando il pontefice muore o si dimette, entra subito in azione il camerlengo, una figura centrale che si occupa di gestire l’amministrazione della Santa Sede nel periodo di sede vacante. Attualmente questo incarico è affidato al cardinale Kevin Farrell, già responsabile delle finanze vaticane.

Il primo compito del camerlengo è accertare la morte del papa, un rito formale svolto in presenza del maestro delle celebrazioni liturgiche e del segretario della Camera apostolica. È prassi che il camerlengo verifichi personalmente il decesso per evitare ogni dubbio o incertezza. A quel punto appone i sigilli sulle stanze del pontefice, impedendo l’accesso a chiunque non sia autorizzato.

la comunicazione della morte al mondo

Il vicario di Roma ha il compito di annunciare la notizia della morte al mondo. Attualmente questo passaggio avviene attraverso canali moderni, come Telegram, utilizzato per informar i giornalisti accreditati presso il Vaticano prima di una diffusione più ampia. Un altro gesto simbolico affidato al camerlengo è la distruzione dell’Anello del Pescatore, che simboleggia il mandato del papa. Questo anello viene frantumato assieme al sigillo di piombo, usato per autenticare le lettere apostoliche del pontefice. La distruzione dell’anello rappresenta la fine ufficiale del pontificato.

la gestione della salma e l’esposizione del corpo

Il trattamento del corpo del pontefice defunto segue una procedura precisa. Prima dell’esposizione, la salma subisce la tanatoprassi, una serie di interventi che prevedono l’iniezione di fluidi conservanti nel sistema arterioso e una cura estetica. Questo trattamento consente di mantenere l’aspetto naturale e preservare i tessuti per circa quindici giorni, il tempo necessario per le cerimonie funebri.

Il corpo viene quindi trasferito nella Cappella Sistina accompagnato da un corteo di cardinali e alti prelati. Lì il papa rimane esposto ai fedeli per tre giorni, indossando ancora i paramenti pontifici tradizionali: la mitria bianca, la casula rossa e il pallio di lana bianca con croci nere. Durante i nove giorni successivi alla messa funebre, i cardinali celebrano i novendiali, una serie di messe votive in suffragio dell’anima del defunto papa.

le pratiche del passato e l’equilibrio con la tradizione

In passato, e secondo le tradizioni modificate da Paolo VI, il corpo veniva esposto visibilmente solo nella camera ardente, allestita in primo luogo nel Palazzo Apostolico e poi nella Basilica di San Pietro. Dopodiché la salma veniva posizionata nella bara prima del funerale vero e proprio. Queste pratiche attualmente sono confermate, mantenendo un equilibrio tra rispetto per la tradizione e necessità di un’organizzazione precisa delle cerimonie.

le innovazioni nel rito funebre papale con papa Francesco

Fino al 2024 il funerale dei papi seguiva rituali molto articolati e complicati, ma papa Francesco ha voluto snellire alcune parti di questa celebrazione. La messa funebre papale, chiamata Missa poenitentialis, è convocata dal cardinale decano che la celebra. Generalmente viene tenuta a San Pietro, sull’altare del Bernini, anche se gli ultimi funerali si sono svolti all’aperto, davanti alla basilica.

Francesco ha rilevato come il rito fosse diventato troppo carico di elementi, e nel novembre 2024 è stato pubblicato l’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, un documento che introduce cambiamenti concreti. Tra le modifiche più evidenti, la bara usata per la sepoltura sarà una sola, in legno zincato all’esterno, anziché tre come avveniva in precedenza . Inoltre il corpo non sarà più esposto su un catafalco ma direttamente all’interno della bara aperta.

flessibilità sui luoghi di sepoltura

Una novità riguarda il rituale da seguire nel caso in cui la sepoltura venga richiesta in un luogo diverso dalla Basilica Vaticana. Questo permette una maggiore flessibilità in base alle ultime volontà del pontefice, senza dover seguire forzatamente la sepoltura nelle Grotte Vaticane. Questi cambiamenti riflettono una volontà di semplificazione e di adattamento a esigenze più concrete.

le scelte sulla sepoltura e le precedenti eccezioni

Dopo il funerale, il corpo di solito viene posto nella bara che viene sigillata. Il volto del papa viene coperto con un velo di seta, poi la bara viene tumulata nelle Grotte Vaticane, un’area sotto la Basilica di San Pietro dove riposano anche le spoglie di San Pietro, considerato il primo pontefice.

Non è però obbligatoria la sepoltura in questo luogo. Un papa può decidere dove vuole essere sepolto, comunicandolo in anticipo ai cardinali della congregazione generale. La storia offre molti esempi: Adriano II morì a Modena ed è sepolto a Nonantola; Silvestro II e Leone XIII riposano nella basilica Lateranense di Roma. Damaso II venne sepolto fuori Roma, a San Lorenzo, e altri papi si trovano a Ravenna o Firenze, come Vittore II o Stefano IX.

ipotesi per papa Francesco

Si parla di un’ipotesi per papa Francesco, molto legato alla basilica di Santa Maria Maggiore, che potrebbe diventare la sua ultima dimora. Questa scelta conferirebbe un legame simbolico e personale oltre che religioso, il che appare compatibile con le nuove norme.

il conclave e la composizione attuale dei cardinali elettori

Dopo la morte del papa, l’attesa si concentra sul conclave, convocato di norma entro due settimane. I cardinali si riuniscono prima in Congregazioni Generali, incontri plenari dove discutono e si preparano. Attualmente i cardinali elettori sono 135, un numero molto alto rispetto ai 115 presenti al conclave del 2013.

Il quorum per l’elezione è fissato a 90 voti. Il conclave si svolge nella Cappella Sistina, sigillata dall’interno e dall’esterno per garantire il segreto delle operazioni. Non sono ammessi telefoni, telecamere o qualsiasi dispositivo che possa rendere pubblica la votazione.

Solo medici e infermieri, in caso di emergenza, possono entrare. Dopo ogni voto le schede vengono bruciate. Se nessun candidato ottiene la maggioranza, la combustione viene accompagnata dalla fumata nera, visibile all’esterno. La fumata bianca è invece il segnale che annuncia la scelta del nuovo papa al mondo intero.

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