Il ruolo dell’omelia nell’era della comunicazione: La proposta di don Oronzo Marraffa

“Omelia e Storytelling” di don Oronzo Marraffa esplora come la narrazione possa rivitalizzare l’omelia, affrontando le sfide contemporanee e promuovendo una comunicazione spirituale più incisiva nella liturgia.
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Il ruolo dell'omelia nell'era della comunicazione: La proposta di don Oronzo Marraffa - Gaeta.it

Il volume “Omelia e Storytelling” del sacerdote don Oronzo Marraffa, con la prefazione di mons. Dario Edoardo Viganò, analizza l’importanza dell’omelia nel contesto liturgico moderno. Attraverso un approccio innovativo, il libro esplora come la narrazione possa rivitalizzare questo strumento di comunicazione spirituale, a fronte delle sfide contemporanee che lo riguardano.

L’importanza dell’omelia secondo Papa Francesco

L’omelia è un tema cruciale nella vita della Chiesa, come evidenziato da Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium. Il Pontefice sottolinea che l’omelia dovrebbe essere un momento di intensa esperienza spirituale, in grado di rinfrescare e rinnovare la fede dei fedeli. Tuttavia, molti reclami sono stati espressi riguardo alla qualità di questo importante ministero. Mons. Viganò, nella prefazione del libro, fa riferimento a questa criticità, richiamando l’attenzione sulla necessità di riflessione e rinnovamento.

L’opera di Marraffa cerca di risolvere alcune delle problematiche più comuni legate all’omelia, presentandola come un “gioco d’azione comunicativo”. Questo vuole dire che l’omelia è costruita attraverso atti linguistici, che comprendono elementi verbali e non verbali. Viganò porta alla luce l’importanza di regole condivise e delle aspettative comuni tra il prelato e i membri della comunità, affinché l’omelia non si riduca a uno sterile monologo, ma diventi un’opportunità di dialogo e crescita per tutti.

La crisi dell’omelia moderna

Il libro evidenzia che l’omelia rappresenta una realtà complessa e, a volte, problematica. Le parole di Benedetto XVI, che spiegava come l’omelia debba rendere chiaro che la missione del predicatore è quella di mostrare Cristo, pongono in evidenza come spesso le prediche possano risultare generiche o poco incisive. Spesso, le omelie finiscono per essere più simili a lezioni filosofiche che a momenti di incontro con la Parola di Dio, un punto di vista ripreso anche da Papa Francesco, che è intervenuto più volte sul tema.

L’approccio di Marraffa si pone quindi all’interno di questa crisi, sottolineando l’urgenza di ritrovare un linguaggio e dei contenuti capaci di comunicare efficacemente il messaggio divino. Attraverso ripetuti esempi di importanti figure spirituali, come Charles de Foucauld e Georges Bataille, si mette in luce come un’omelia significativa possa influenzare profondamente la vita di una persona. L’analisi delle coordinate socio-antropologiche del contesto attuale permette di comprendere meglio le sfide che si devono affrontare nell’ambito della comunicazione liturgica.

Lo storytelling come chiave comunicativa

Nel suo testo, don Oronzo Marraffa propone l’uso dello storytelling come una tecnica efficace per ridare vita all’omelia. Questo approccio non si limita a semplici tecniche narrative, ma suggerisce un cambiamento di mentalità tra i predicatori. Lo storytelling non è solo raccontare storie, ma permette di connettere i partecipanti a una dimensione più profonda della fede, attingendo esperienze quotidiane per illustrare il messaggio divino.

La ricerca di un linguaggio accessibile e rilevante, che parli al cuore della comunità, assume un ruolo fondamentale. Attraverso la realizzazione di una narrazione che parli all’individuo, Marraffa evidenzia come sia possibile fare emergere la bellezza della Parola e stimolarne l’ascolto. Questo approccio consente di passare da un’omelia astratta a una comunicazione incisiva e informativa, in grado di catturare l’attenzione e suscitare una risposta emotiva nei fedeli.

La preparazione come elemento centrale

Don Marraffa richiama l’attenzione sull’importanza della preghiera e della contemplazione nella preparazione dell’omelia. Un predicatore deve riflettere sinceramente su quale messaggio trasmettere e come questo possa influenzare la vita delle persone che ascoltano. Papa Francesco viene citato come fonte di ispirazione, invitando a una preparazione ponderata e spirituale.

Una comunicazione consapevole e attenta al contesto storico e culturale di oggi è indispensabile. Marraffa sottolinea che ogni predicazione deve tenere in considerazione i codici stilistici appropriati, affinché la comunicazione non risulti confusa o poco chiara. La mancanza di una voce autentica e una direzione ben definita possono portare a comunicazioni inefficaci, con rischi di malintesi.

Strumenti e tecniche per una maggiore efficacia

Per rendere le omelie più coinvolgenti, Marraffa suggerisce strumenti come il “Golden Circle“, un metodo di comunicazione che prevede tre concetti fondamentali: il “perché“, il “come” e il “cosa“. Questo approccio è progettato per mantenere il pubblico coinvolto, facilitando l’assimilazione e l’elaborazione del messaggio. La combinazione di tecniche comunicative mirate, unita all’uso di immagini e domande stimolanti, secondo l’autore, può arricchire notevolmente l’esperienza omiletica.

L’analisi della preparazione dell’omelia e dei suoi contenuti è supportata da una riflessione sulla sua funzione all’interno della liturgia. Attraverso esempi di applicazione pratica di queste tecniche, il libro si propone di incoraggiare i sacerdoti a rinnovare il loro approccio comunicativo.

Sintesi dell’opera e rilevanza attuale

“Omelia e Storytelling” offre un’analisi approfondita e sfumata della comunicazione ecclesiale, confermando l’importanza dell’omelia come parte essenziale della liturgia. Attraverso l’adattamento delle tecniche di storytelling e l’applicazione di strategie comunicative innovative, il volume rappresenta un’opportunità per riflettere sul futuro della comunicazione nella Chiesa. La crisi dell’omelia moderna richiede un rinnovato impegno, e il libro di don Marraffa si colloca come un valido strumento di riflessione e formazione per i sacerdoti impegnati nel loro ministero.

Ultimo aggiornamento il 14 Novembre 2024 da Donatella Ercolano

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