Il senatore Dario Franceschini propone il solo cognome materno per i figli: il dibattito si accende al Senato

Il senatore Dario Franceschini propone il solo cognome materno per i figli: il dibattito si accende al Senato

La proposta del senatore Dario Franceschini di attribuire esclusivamente il cognome materno ai figli mira a promuovere la parità di genere e affrontare storiche ingiustizie sociali legate all’identità familiare.
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Il senatore Dario Franceschini propone il solo cognome materno per i figli: il dibattito si accende al Senato - Gaeta.it

Una nuova proposta per l’attribuzione del cognome ai figli è stata annunciata dal senatore del Partito Democratico, Dario Franceschini. Nella discussione in corso al Senato, si fa strada l’idea che i figli possano ricevere esclusivamente il cognome della madre. Questo non è solo un cambiamento normativo, ma segna un tentativo di affrontare una questione storica di ingiustizia sociale e di genere.

La proposta di legge: un passo verso la parità

La proposta di Franceschini di concentrare l’attribuzione del cognome esclusivamente sulla figura materna rappresenta una significativa rottura con le tradizioni familiari consolidate. Durante l’assemblea dei senatori del PD, l’ex ministro della Cultura ha evidenziato l’esigenza di questa modifica, sottolineando come da secoli i figli siano stati vincolati al cognome paterno. Franceschini ribadisce che la legge non mira solo a semplificare la questione del doppio cognome, ma anche a porre rimedio a una lunga storia di discriminazione di genere.

Secondo Franceschini, l’adozione esclusiva del cognome materno è molto più di una semplice questione burocratica; secondo lui, è una forma di risarcimento per le donne, che nel corso della storia hanno subito un’esclusione dalla costruzione dell’identità familiare ufficiale. Questa proposta arriva nel contesto di dibattiti più ampi sulla parità di genere e sull’uguaglianza dei diritti, ampliando la discussione su come le norme culturali possano riflettere e perpetuare le disuguaglianze.

Attualmente, quattro proposte di legge sul tema del cognome stanno passando al vaglio della Commissione Giustizia del Senato. Queste includono diversi punti di vista e modelli di applicazione, ma il focus di Franceschini si distingue nettamente per la sua audacia. La speranza è che una discussione approfondita porti a una legge equilibrata e significativa.

La reazione del governo e delle opposizioni

Le reazioni alla proposta di Franceschini non si sono fatte aspettare. Anna Rossomando, vicepresidente dem del Senato e relatrice della legge sul doppio cognome, ha elogiato l’iniziativa, notando che per secoli le donne sono state invisibilizzate nella struttura familiare. Rossomando ha fatto riferimento alla sentenza della Corte Costituzionale del 2021, che ha ribadito l’importanza di riconoscere l’identità dei figli in maniera equa, riflettendo entrambi i genitori.

Il PD, attraverso Rossomando, ha indicato come priorità la messa in discussione di questa legge, sperando in un’ampia convergenza da parte di tutte le forze politiche, anche quelle di maggioranza. Tuttavia, non tutto il consenso è garantito. Alcuni partiti si sono già espressi chiaramente contro l’idea, ritenendola una misura che spinge troppo oltre nel dibattito sul patriarcato.

Carlo Calenda, leader del partito Azione, ha criticato la proposta, suggerendo che ci siano questioni ben più urgenti da affrontare. Analogamente, la Lega ha bollato l’iniziativa come “l’ultima genialata di sinistra”. Simone Pillon, ex senatore della Lega, ha messo in discussione il ragionamento di Franceschini, sottolineando che la proposta potrebbe creare confusione e ridurre ulteriormente la percezione del ruolo paterno nella famiglia.

I risvolti culturali e sociali della legge

Se dovesse passare, la legge proposta da Franceschini avrà importanti implicazioni sociali e culturali. Rimuovere il cognome paterno per dar spazio solo a quello materno non cambia solo nome e burocrazia, ma rimodella il concetto stesso di famiglia, responsabilità e identità. Si tratta di un gesto simbolico forte, che può incidere sulla percezione del ruolo delle donne nella società e sul come la cultura familiare si evolverà in futuro.

La legge potrebbe inoltre aprire la strada a ulteriori riflessioni sulle dinamiche familiari moderne, come la gestione del doppio cognome e l’uguaglianza tra genitori in un contesto che evolve rapidamente. Molti esperti in diritto di famiglia sostengono che sia necessaria una riflessione seria su come i cambiamenti legislativi possano avere un reale impatto sulla vita quotidiana.

I prossimi passi in Senato saranno fondamentali. Sarà interessante osservare se il dibattito si orienterà verso una legislazione più equa e inclusiva o se si invertirà verso posizioni più tradizionali e conservatrici, mettendo in evidenza la battaglia culturale che, al di là della burocrazia, si gioca sul campo della giustizia sociale e della parità di genere.

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