Il “Sinodo sulla Sinodalità” della Chiesa cattolica, avviato con grande partecipazione e attenzione, non deve essere considerato come un evento concluso, ma piuttosto come un processo in continua evoluzione. Il cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo, offre nuovi dettagli e chiarificazioni sul futuro dell’iniziativa, sottolineando come il lavoro di accompagnamento delle Chiese locali, approvato da Papa Francesco, rappresenti un passo fondamentale per attuare le visioni emerse durante le ultime assemblee.
Il significato della fase attuativa del Sinodo
Il cardinale Grech spiega che il percorso delineato dalla Segreteria del Sinodo per le Chiese locali non mira a sovraccaricare queste ultime di ulteriori compiti. Al contrario, il focus è sullo sviluppo di un “stile sinodale” che permetta alle comunità di proseguire il proprio cammino nel rispetto delle peculiarità locali. La recente approvazione da parte di Papa Francesco del calendario per i lavori del triennio successivo segnala un impegno a lungo termine per l’attuazione e l’implementazione delle raccomandazioni del Sinodo.
Contrariamente all’opinione comune che il Sinodo avesse visto la sua conclusione nell’ottobre scorso, con la chiusura della seconda sessione della Assemblea, Grech chiarisce che la costituzione apostolica “Episcopalis Communio” ha evoluto il Sinodo in un processo articolato in fasi. La fase attuativa è cruciale, non essendo sufficiente la sola pubblicazione di un documento finale. Occorre un vero e proprio discernimento ecclesiale, affinché il documento venga compreso e accolto come occasione di rinnovamento per le Chiese locali.
Il cammino verso l’assemblea ecclesiale del 2028
La preparazione per l’Assemblea ecclesiale del 2028 è vista come un momento di sintesi e raccolta dei frutti maturati in questi anni. Secondo Grech, il cammino tra ora e il 2028 non implica la convocazione di un nuovo Sinodo, ma piuttosto un processo di accompagnamento attivo nella fase di applicazione delle indicazioni già emerse. Il Santo Padre ha condiviso tale visione con il Consiglio Ordinario della Segreteria Generale, composto in gran parte da membri eletti durante l’Assemblea.
Questo piano invita ogni diocesi e eparchia a ricevere e applicare in modo originale le raccomandazioni del Sinodo, un invito alla corresponsabilità che valga in ogni contesto ecclesiale. Questo approccio mira a stimolare dialogo e scambio tra le diverse realtà ecclesiali, creando legami che superino l’isolamento. Gli incontri preparatori previsti nel 2027 rappresentano un’opportunità di confronto e di valutazione dei progressi compiuti in vista dell’Assemblea ecclesiale dell’ottobre 2028.
Il ruolo della consulta locale e del popolo di dio
Un aspetto chiave del processo sinodale è il coinvolgimento attivo del Popolo di Dio in ogni fase. Durante il 2026, le diocesi avranno l’opportunità di condurre un dialogo approfondito sui contenuti emergenti, favorendo un profondo collegamento con le realtà culturali e tradizionali. Grech enfatizza che non si tratta di ripetere l’esperienza dell’ascolto dell’anno precedente, ma di rendere il Popolo di Dio partecipe in modo significativo e attivo.
Le Chiese locali sono chiamate a coinvolgere tutti i membri, stimolando in primo luogo chi in precedenza ha avuto una partecipazione limitata. Questa inclusività serve a generare una cultura di dialogo e collaborazione, necessaria per il rafforzamento dei legami tra le comunità. L’idea è che ogni diocesi diventi un’entità in sinergia con altre, impegnandosi a vivere esperienze sinodali come opportunità di crescita comune.
L’importanza dei gruppi di studio e delle tematiche emergenti
Il lavoro dei dieci Gruppi di Studio, avviati per approfondire tematiche specifiche emerse dal Sinodo, ha raggiunto uno stadio avanzato. Questi gruppi stanno operando secondo direttive precise, orientandosi verso uno stile sinodale. Oltre a raccogliere le visioni e le esperienze dalle varie Chiese e associazioni, si rivolgono a esperti e a case di lavoro congiunto per sviluppare proposte concrete da portare avanti.
Le attese per la conclusione di questi studi sono diverse, poiché alcuni gruppi potrebbero richiedere più tempo per elaborare un quadro completo. Tuttavia, numerosi rapporti provvisori saranno presentati a Papa Francesco entro la fine di giugno 2025. Questo lavoro è essenziale per garantire che le conclusioni siano ricche di perle d’esperienza e di discernimento, capaci di fornire margini di adattamento nella vita ecclesiale.
L’assemblea ecclesiale del 2028 e le sue peculiarità
L’Assemblea ecclesiale del 2028 sarà un evento innovativo, distinto dalle precedenti sessioni sinodali. Il cardinale Grech la descrive come il culmine del processo sinodale, con l’obiettivo di raccogliere e valorizzare i frutti delle riflessioni e delle esperienze delle Chiese locali. Contrariamente alla natura più ristretta delle precedenti Assemblee, questa si propone come un momento di scambio di doni e pratiche tra le diverse realtà.
L’importanza di questo incontro risiede nella sua capacità di agire come un momento di sintesi, in cui il Santo Padre potrà fare riferimento alle esperienze concrete raccolte. Sarà un’opportunità per dare voce a quanto di buono è stato fatto, per ispirare un rinnovato impegno missionario nella Chiesa. Questo momento si inserisce in un contesto di riforma e vitalità, dove le radici tradizionali possono ricongiungersi con le esigenze contemporanee.
La preparazione per l’Assemblea ecclesiale richiede un’attenzione costante e una disponibilità all’ascolto e all’accoglienza delle diversità. Questo processo, che non solo si concentra sugli aspetti pratici, ma include anche una dimensione spirituale, avrà come obiettivo finale una Chiesa più unita e consapevole del suo ruolo nel mondo attuale.