Il successo del barocco al Teatro Alighieri: Giulio Cesare di Haendel incanta il pubblico

Il successo del barocco al Teatro Alighieri: Giulio Cesare di Haendel incanta il pubblico

Il “Giulio Cesare” di Haendel al Teatro Alighieri di Ravenna segna il successo dell’opera barocca, con un cast d’eccellenza e una regia innovativa che conquista il pubblico.
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Il successo del barocco al Teatro Alighieri: Giulio Cesare di Haendel incanta il pubblico - Gaeta.it

La scena operistica continua a richiamare l’interesse degli appassionati, con opere barocche che riscuotono un incredibile successo. Un chiaro esempio è il “Giulio Cesare” di Haendel, presentato recentemente al Teatro Alighieri di Ravenna. Con un cast di altissimo livello, la rappresentazione ha dimostrato quanto il genere barocco stia vivendo un’importante rinascita, risolvendo le aspettative di un pubblico sempre più affezionato.

L’affermazione dell’opera barocca a Ravenna

Negli ultimi anni, il Teatro Alighieri di Ravenna si è affermato come un’importante sede per le produzioni di opere barocche. Dopo il successo della Trilogia d’Autunno dedicata a Monteverdi e Purcell, senza dimenticare il “Tamerlano” di Vivaldi, l’interpretazione dell'”Giulio Cesare” ha portato a una sala completamente esaurita, accolta da un fervore di applausi. Questo fenomeno non è isolato, considerando l’interesse crescente verso le opere ascrivibili al periodo barocco. Eventi come l’Orontea di Antonio Cesti alla Scala e le produzioni di Vivaldi in altre città italiane ne sono chiari esempi.

Il “Giulio Cesare” non si limita però a essere un’esperienza esclusivamente ravennate. Si tratta di una coproduzione allargata che nei prossimi mesi raggiungerà altre città italiane, tra cui Modena, Piacenza, Reggio Emilia, Lucca e Bolzano. Questa rete di collaborazioni segnala un’inclinazione a unire le forze in nome di un patrimonio culturale condiviso e apprezzato.

La regia e l’allestimento scenico

La regia di Chiara Muti ha apportato al “Giulio Cesare” una visione contemporanea arricchita da elementi visivi di grande impatto. La scenografia di Alessandro Camera ha reso omaggio ai grandi maestri del barocco, come Pier Luigi Pizzi, dimostrando l’abilità di trasportare il pubblico in una dimensione fantastica. Nota particolare meritano le scelte sceniche, tra cui una testa gigantesca, identificabile con quella di Pompeo, incastonata in un gioco di specchi che amplificava l’azione sul palcoscenico.

L’aspetto visivo è completato da un “mare” costruito con teli e luci, reminiscente delle opere di Federico Fellini, e dalla maschera/testa d’asino evocativa del “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare. Questi elementi contribuiscono a creare un’atmosfera simbolica e evocativa che ha conquistato il pubblico, come ha affermato la stessa regista.

L’eccellenza musicale e il cast

Sul fronte musicale, l’Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone ha dato prova di elevate capacità artistiche. Il direttore ha guidato l’orchestra con uno stile che ha saputo coniugare vivacità e rigore interpretativo. In questo contesto, si sono distinti flautino e corno, interpretati da Gregorio Carraro e Daniele Bolzonella, che hanno colpito per la loro performance.

La composizione di Haendel richiede un cast variegato, con otto cantanti sul palco, di cui quattro controtenori. Questa scelta riflette l’evoluzione musicale di oggi, dove il controtenore ha superato la figura del contralto, creando una sonorità unica che accompagna il senso drammatico dell’opera. Nonostante una partenza un po’ in salita, Raffaele Pe ha saputo rappresentare un Giulio Cesare convincente, mentre altri protagonisti come Federico Fiorio e Filippo Mineccia hanno suscitato apprezzamenti.

Tuttavia, le vere protagoniste della serata sono state le voci di Marie Lys e Davide Giangregorio, rispettivamente nel ruolo di Cleopatra e Achilla. La prova di Lys, in particolare, ha brillato per l’interpretazione dell’aria “Piangerò la sorte mia“, mentre Giangregorio ha apportato alla sua esibizione una recitazione particolarmente incisiva. Tutto ciò si è tradotto in un’esperienza memorabile per il pubblico presente, segno di come il barocco possa ancora affascinare e sorprendere.

Ultimo aggiornamento il 20 Gennaio 2025 da Sara Gatti

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