Negli ultimi anni la composizione del collegio cardinalizio si è ampliata fino a superare il limite previsto dalla normativa pontificia riguardante il numero massimo di cardinali elettori. Questo aspetto coinvolge questioni di diritto canonico e pratiche consolidate dai papi precedenti. L’ultimo incremento deciso da papa Francesco durante il concistoro dello scorso dicembre ha fatto discutere in particolare per il superamento della quota massima stabilita da documenti ufficiali della Santa Sede.
la norma sulla soglia di cardinali elettori nella storia della chiesa moderna
La costituzione apostolica Romano Pontifici Eligendo, promulgata da Paolo VI il primo ottobre 1975, stabilisce che il numero massimo di cardinali elettori nel conclave non debba superare quota 120. Questa soglia è stata pensata per limitare la dimensione del collegio e garantire una procedura di elezione snella e rappresentativa. Nel 1996 Giovanni Paolo II ha confermato questo limite con la carta universale Universi Dominici Gregis, rinnovando quindi il principio con cui si forma la compagine responsabile dell’elezione del pontefice.
norme fissate per il numero massimo
Queste norme hanno quindi stabilito un tetto fisso da rispettare, sottintendendo l’idea che il collegio cardinalizio debba mantenersi in una dimensione gestibile. L’obiettivo principale è assicurare un numero di votanti che renda possibile il dialogo e la scelta tra i candidati al soglio pontificio, senza difficoltà logistiche o eccessiva frammentazione nelle preferenze. Da questo punto di vista, Paolo VI e Giovanni Paolo II hanno impostato due documenti che hanno regolato questo aspetto e ne hanno fissato i paletti.
deroghe e superamenti: la prassi dei papi da Giovanni Paolo II a Francesco
Nonostante la soglia di 120 cardinali elettori sia codificata, nella pratica alcuni papi hanno scelto di andare oltre questo limite in diverse occasioni. Giovanni Paolo II stesso ha convocato nove concistori, portando spesso il numero complessivo di cardinali a superare la cifra prevista dalla costituzione apostolica.
papa Francesco e i concistori recenti
Questo fenomeno si è ripetuto anche sotto il pontificato di papa Francesco, che ha convocato dieci concistori, inserendo un totale di venti nuovi cardinali nel solo ultimo appuntamento del 7 dicembre scorso. In questo modo Francesco ha innalzato il numero degli elettori ben oltre il limite teorico, fissando una riserva di cardinali che potranno intervenire nel conclave qualora si presenti la necessità di eleggere un nuovo pontefice.
L’aver superato questa soglia ha una duplice funzione. Da un lato, assicura al papa un numero più ampio di elettori fidati e rappresentativi di varie aree geografiche, dall’altro fornisce un “cuscinetto” rispetto a possibili cambiamenti nel collegio elettorale. Questa tendenza evidenzia una certa flessibilità nelle disposizioni canoniche in uso da più di quarant’anni, mostrando come la pratica nella Chiesa possa evolversi in base alle necessità contingenti.
le ragioni dietro la scelta di papa Francesco di ampliare il collegio cardinalizio
Papa Francesco, ormai quasi 88enne, sembra aver voluto adottare un approccio volto a consolidare la disponibilità di cardinali elettori pronti all’eventualità di una sua successione o di altre necessità legate al governo della Chiesa. Attraverso il concistoro di dicembre ha creato una sorta di “riserva stabile” che potrà intervenire tempestivamente in caso di conclave.
ampliamento per una maggiore continuità
Il pontefice ha infatti scelto di ampliare il numero dei cardinali da oltrepassare la soglia massima fissata, in modo da avere una base solida di rappresentanti e di elettori visibili a livello internazionale. Questa scelta risponde anche a un’esigenza pratica, dato che il collegio cardinalizio, nel corso del tempo, subisce variazioni continue dovute a decessi, dimissioni o altre circostanze.
Avere una formazione numerosa e variegata contribuisce a mantenere l’equilibrio interno e un’ampia rappresentanza globale, tenendo conto dell’estensione geografica e dei diversi bisogni pastorali. È una mossa che, pur andando in contrasto con la soglia regolata da documenti ufficiali, riflette una volontà di adottare criteri pragmatici.
Con l’istituzione di venti nuovi cardinali nel suo ultimo concistoro, papa Francesco segna un elemento della sua gestione del collegio cardinalizio che caratterizza la sua visione della leadership ecclesiastica e l’importanza della garanzia di continuità nel governo della Chiesa.