La recente decisione del Tribunale Amministrativo della Campania di bloccare l’apertura anticipata della caccia nella regione rappresenta un importante passo avanti per le associazioni ambientaliste. La terza sezione del Tar ha accolto un ricorso cautelare presentato da organizzazioni come Wwf Italia, Lipu, Enpa, Ldc Animal Protection e LAV, portando all’annullamento della delibera regionale nota come “Approvazione calendario venatorio”. La questione sposta l’attenzione sul dialogo tra le istituzioni e le associazioni locali, evidenziando le problematiche legate alla salvaguardia degli animali selvatici.
La decisione del Tar e il ricorso delle associazioni
Il ricorso presentato
Il Tar Campania ha accolto un ricorso presentato dagli avvocati delle associazioni Wwf Italia, Lipu, Enpa, Ldc Animal Protection e LAV, che hanno voluto contestare l’apertura anticipata della stagione venatoria. Questo ricorso è stato formulato in risposta alla delibera regionale n. 31 del 7 luglio 2024, una misura ritenuta inadeguata e pericolosa per la fauna selvatica. Le associazioni hanno quindi chiesto un intervento urgente della giustizia amministrativa, evidenziando come questa delibera potesse avere effetti negativi sulla biodiversità locale.
Le motivazioni del Tar
Le argomentazioni fornite dal Tar nella loro decisione si basano su una valutazione complessiva degli interessi in gioco, che include la protezione degli animali e il rispetto delle normative europee. Il Tribunale ha sottolineato la necessità di tutelare le specie a rischio di estinzione e di garantire che le politiche venatorie non vadano a discapito della conservazione della fauna selvatica. La sentenza non solo sospende la delibera regionale, ma sollecita anche una riflessione più profonda sulle politiche adottate in ambito venatorio.
Le conseguenze per la fauna e la caccia in Campania
L’impatto sulle specie a rischio
Il blocco dell’apertura anticipata della caccia in Campania si traduce in un’opportunità per le specie selvatiche di riprendersi e per gli habitat naturali di recuperare. Questa decisione mette in evidenza l’importanza di adottare pratiche sostenibili nella gestione della fauna. Le associazioni hanno ribadito che molte specie, come la tortora selvatica, sono già in declino, e che ogni ulteriore pressione venatoria può comprometterne la sopravvivenza. Nella politica di conservazione, è fondamentale agire in conformità con le indicazioni europee, che richiedono la protezione delle specie vulnerabili.
Il dialogo con le istituzioni
Il Wwf ha manifestato la sua preoccupazione per il fatto che, nonostante le perdite in aula degli anni passati, la Regione Campania continui a coinvolgere solamente i rappresentanti del mondo venatorio nel dialogo. Gli ambientalisti evidenziano come questa situazione possa portare a una gestione poco equa e sostenibile delle risorse naturali. La richiesta di una tavola rotonda che includa tutte le parti interessate è oggi più urgente che mai, affinché si possano pianificare strategie di gestione della fauna più collegiali e rispettose dell’ecosistema.
Simili situazioni in altre regioni italiane
Il caso del Veneto
La situazione in Campania non è unica. Nelle stesse settimane, la regione Veneto ha affrontato questioni analoghe, con associazioni che hanno fatto ricorso contro l’apertura della caccia alla tortora selvatica. Questo solleva interrogativi riguardo alla gestione e alle pratiche di caccia a livello nazionale. La rete di interconnessione tra le varie associazioni ambientaliste sta diventando sempre più forte, con il fine comune di proteggere la biodiversità e garantire che le normative vengano rispettate in tutte le regioni.
Un tema di rilevanza nazionale
Il dibattito sull’apertura anticipata della caccia si inserisce in un contesto più ampio e complesso, dove le scelte locali si riflettono su tutto il territorio nazionale. Le scelte politiche effettuate in una regione possono influenzare le pratiche in altre, complice la mancanza di una normativa unitaria che regoli la caccia in modo coerente. È evidente che la questione della gestione della fauna selvatica richiede un approccio olistico che consideri non solo gli interessi venatori, ma anche quelli ecologici e di conservazione.
Ultimo aggiornamento il 24 Agosto 2024 da Sara Gatti