Il tar condanna la questura di torino per ritardi nel rilascio del permesso di soggiorno di un immigrato

Il tar condanna la questura di torino per ritardi nel rilascio del permesso di soggiorno di un immigrato

Il Tar del Piemonte condanna la Questura di Torino per ritardi nel rinnovo del permesso di soggiorno, ordinando la conclusione dell’istruttoria entro 60 giorni e il pagamento delle spese processuali.
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Il Tar Piemonte ha condannato la Questura di Torino per il ritardo illegittimo nel rinnovo del permesso di soggiorno di un immigrato, ordinando la conclusione della pratica entro 60 giorni e il pagamento delle spese processuali. - Gaeta.it

Il tribunale amministrativo regionale del Piemonte ha emesso una sentenza che riguarda la Questura di Torino per il ritardo nella gestione di una pratica di rinnovo del permesso di soggiorno. Il caso coinvolge un immigrato che, dopo aver presentato la richiesta di rinnovo nel giugno 2023, ha atteso senza risposta per mesi. Solo dopo l’intervento del Tar è stata disposta l’azione urgente da parte dell’amministrazione.

Richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno e attesa senza esito

Il 5 giugno 2023 un cittadino straniero ha presentato domanda per il rinnovo del permesso di soggiorno per lavoro subordinato alla questura di Torino. Nonostante l’obbligo di risposta entro tempi prestabiliti, l’istanza è rimasta senza esame per mesi. Il ricorrente non ha ricevuto comunicazioni o aggiornamenti sull’iter della pratica. L’assenza di riscontro ha creato disagi nel garantire la regolarità del soggiorno e del lavoro.

Di fronte all’immobilismo, il 28 ottobre 2024 lo straniero ha dovuto ripresentare tutta la documentazione necessaria, riattivando quindi formalmente il procedimento. Questa situazione testimonia una gestione inefficace da parte dell’ufficio preposto. Mancava un riscontro chiaro e puntuale, elemento previsto dalle normative sull’immigrazione.

L’intervento legale e il ricorso al tar: contestare il silenzio dell’autorità

Gli avvocati Andrea Scozzaro e Giacomo Venesia hanno assistito il cittadino interessato nella presentazione di un ricorso al Tar del Piemonte, depositato nel gennaio 2025. Nel documento legale si è contestato il “silenzio-serbato” dall’autorità, definito come illegittimo. La mancata risposta da parte della questura ostacola diritti fondamentali legati al soggiorno e al lavoro.

Il ricorso ha richiesto ai giudici di intervenire per obbligare le autorità a pronunciarsi sulla pratica e smuovere una situazione di stallo. Il Tar ha accolto il ricorso, riconoscendo la violazione delle norme amministrative. Così ha ordinato alla questura di concludere l’istruttoria entro 60 giorni. Inoltre, il tribunale ha condannato la questura al pagamento di 1.200 euro per le spese processuali, a carico dell’ente pubblico.

Situazione diffusa a torino e implicazioni per il sistema di accoglienza

Fonti vicine al ricorrente fanno sapere che casi simili di lunghissimo attesa e mancanza di risposte da parte della questura si verificano spesso a Torino. Questa situazione interessa molti immigrati che si trovano in difficoltà nell’aggiornare il proprio status giuridico. Il ritardo sta creando problemi nell’accesso ai servizi e nella regolarità del lavoro.

Il fenomeno riflette una carenza nei tempi di lavorazione degli uffici che sovrintendono le pratiche di permesso di soggiorno. Il blocco nelle risposte porta anche a contenziosi legali che appesantiscono ulteriormente l’attività della pubblica amministrazione. Resta aperta la questione di come migliorare i processi per garantire tempi più rapidi e trasparenti nell’erogazione dei documenti. L’attenzione resta alta sulle procedure che impattano sul diritto alla permanenza in Italia di cittadini stranieri.

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