Il recente intervento del Tar del Lazio segna un momento cruciale per il settore della canapa industriale in Italia. La corte ha deciso di sospendere il decreto del Ministero della Salute del 27 giugno 2023, che prevedeva l'inserimento delle composizioni orali contenenti cannabidiolo nella tabella delle sostanze stupefacenti. Questo provvedimento, che avrebbe limitato la vendita di tali prodotti solo alle farmacie, era stato contestato per le sue potenziali conseguenze devastanti su un settore già vulnerabile. La sospensione resta in vigore in attesa di una decisione definitiva prevista per il 16 dicembre 2024.
Il decreto e le sue potenziali conseguenze
Un impatto sul mercato della canapa
Il decreto del Ministero della Salute, se fosse entrato in vigore, avrebbe generato un freno significativo per il mercato della canapa industriale. Le aziende andrebbero a subire un impatto economico negativo, visto il divieto di vendere prodotti a base di CBD in erboristerie, tabaccherie e altri punti vendita. Gli imprenditori di Canapa Italia hanno avvertito che tale restrizione non solo comprometterebbe gli investimenti già effettuati, ma metterebbe anche a repentaglio posti di lavoro e la gestione di attività economiche fiorenti legate alla produzione e vendita di canapa.
Il canale di distribuzione limitato solamente alle farmacie, infatti, rappresenterebbe un grave ostacolo per gli agricoltori e per le aziende già coinvolte nella filiera della canapa. Questo settore ha visto una crescita significativa negli ultimi anni, un trend che potrebbe essere drammaticamente invertito da regolamenti restrittivi come quello in discussione.
La risposta dell’Ici e il ricorso al Tar
In seguito all’emanazione del decreto, Imprenditori Canapa Italia ha prontamente presentato ricorso contro le nuove norme, rimarcando il pericolo imminente di danni economici e sociali. La decisione del Tar di sospendere il decreto si basa proprio sulle argomentazioni dell’Ici, che ha evidenziato il rischio di devastazione economica per un’industria in espansione. Secondo quanto sostenuto, il decreto avrebbe potuto provocare una riorganizzazione insostenibile del settore, comportando gravi ripercussioni sull'intera filiera, dalla produzione agricola alla vendita al dettaglio.
Motivazioni della sospensione del decreto
Le considerazioni dei giudici del Tar
Nella loro valutazione, i giudici del Tar del Lazio hanno considerato elementari i motivi a sostegno della sospensione, sottolineando che i danni lamentati non sono limitati solo al settore economico, ma interessano anche aspetti di natura sociale e organizzativa. La corte ha riconosciuto che l'immediata attuazione del decreto avrebbe potuto portare a conseguenze irreversibili per gli operatori del settore della canapa, esponendoli a responsabilità penali e economiche. Pertanto, è stata ritenuta necessaria la sospensione per tutelare non solo gli interessi economici ma anche la stabilità lavorativa e la riqualificazione del settore.
L’importanza dell’udienza di merito
La decisione del Tar di convocare un’udienza di merito per il 16 dicembre 2024 sottolinea la necessità di un'analisi approfondita e di un confronto più dettagliato sulle implicazioni legate all'inserimento del CBD nelle tabelle delle sostanze stupefacenti. Questo momento sarà cruciale per comprendere se il decreto, attualmente sospeso, verrà confermato o annullato definitivamente. Gli operatori del settore attendono con trepidazione questa data, consapevoli che le prossime decisioni potrebbero ridefinire il futuro della canapa in Italia.
La sospensione del decreto rappresenta definitivamente una boccata d'aria per un settore in crescita, che è pronto a difendere i propri diritti e a sostenere il valore economico e sociale della canapa.
