Il teatro alla scala di Milano ha inaugurato una nuova stagione lirica con un evento che ha attirato l’attenzione internazionale. L’opera “il nome della rosa”, ispirata al celebre romanzo di Umberto Eco, è arrivata sul palco milanese in una produzione che unisce artisti e istituzioni di rilievo. Questo debutto segna un momento particolare per la lirica italiana e internazionale, con ospiti del mondo dell’opera europei e personalità legate alla cultura e al teatro.
Una produzione imponente che segna un appuntamento lirico di rilievo
La messinscena de “il nome della rosa” firmata da francesco filidei si presenta con una struttura complessa e articolata. Sono coinvolti ben diciassette solisti, fra cui spicca Daniela Barcellona nel ruolo di Bernardo Gui. Il coro e una sezione dedicata alle voci bianche arricchiscono il quadro musicale e scenico. La regia è affidata a Damiano Michieletto, già noto per il suo approccio innovativo, mentre la direzione d’orchestra porta la firma di Ingo Metzmacher. Questa produzione nasce da un lavoro congiunto fra teatro alla scala, opéra di Parigi e teatro Carlo Felice di Genova, dimostrando un’intesa tra istituzioni teatrali importanti.
L’opera, che traduce musicalmente le atmosfere dense e intricate del romanzo di eco, si distingue per la complessità del cast e la cura nelle scelte artistiche. Le cinque repliche previste hanno registrato un pubblico quasi esaurito, sottolineando l’interesse suscitato nel mondo della lirica contemporanea.
Pubblico selezionato tra vertici dell’opera e personalità culturali
L’evento ha attirato un pubblico che va oltre i semplici appassionati. Tra i presenti si segnala la partecipazione di rappresentanti di teatri europei di primo piano come la staatsoper di amburgo, l’ensemble intercontemporain, il festival di aix en provence, l’opéra di lyon, la wiener staatsoper e l’opera nazionale dei paesi bassi. Non sono mancati esponenti italiani di peso come Francesco Giambarone, sovrintendente dell’opera di Roma, o Fabrizio Zappi di Rai Cultura.
L’occasione ha raccolto anche un gruppo di compositori rinomati, tra cui Fabio Vacchi, Luca Francesconi, Salvatore Sciarrino e Silvia Colasanti, testimoniando il valore artistico riconosciuto all’opera. Dominique Meyer, ex sovrintendente della scala e promotore del progetto, ha seguito con interesse la prima. Presenze di rilievo provengono dal mondo della stampa internazionale: testate come il New Yorker o Die Welt hanno inviato i loro corrispondenti per raccontare la serata.
Il legame con umberto eco e la presenza della famiglia dell’autore
Non è passata inosservata la presenza della famiglia di umberto eco alla prima. Renate, vedova dello scrittore, si è seduta tra il pubblico insieme ai figli Stefano e Carlotta. Questo elemento aggiunge un valore simbolico all’evento, che porta in scena un’opera ispirata a uno dei più importanti autori italiani del XX secolo.
La trasposizione in forma d’opera di un romanzo di tale portata è un’impresa rara e complessa. Il lavoro di francesco filidei cerca di restituire le atmosfere e gli intrecci del testo originale, dando nuova vita alle pagine note in tutto il mondo. La collaborazione tra diverse istituzioni europee non fa che sottolineare lo sguardo internazionale che circonda questo progetto.
Un momento speciale per la lirica contemporanea
La prima al teatro alla scala rappresenta quindi un momento speciale per la lirica contemporanea. Il contesto, il cast e la partecipazione del pubblico indicano una forte attenzione per una produzione che unisce musica, letteratura e teatro con una precisione che pochi altri eventi riescono a raggiungere. Le repliche previste manterranno acceso il dibattito sulle nuove frontiere del teatro musicale italiano e europeo.