Il maestro Roberto De Simone, figura di spicco del panorama musicale e culturale italiano, è scomparso, lasciando un vuoto incolmabile nel mondo dell’opera e della musica. La sua straordinaria carriera, caratterizzata da un profondo legame con il repertorio partenopeo e con le tradizioni popolari, ha segnato un’epoca. Il Teatro Pergolesi di Jesi ha reso omaggio a questo grande artista, che ha dedicato la sua vita all’arte e alla cultura, affermandosi come uno dei più importanti interpreti dell’opera di Giovanni Battista Pergolesi.
La carriera di Roberto De Simone e il suo legame con Jesi
Roberto De Simone, musicologo, compositore, regista e antropologo, ha contribuito notevolmente alla valorizzazione del patrimonio musicale italiano, in particolare della tradizione partenopea. La Fondazione Pergolesi Spontini ha sottolineato l’affetto che la città di Jesi nutre nei suoi confronti, evidenziando come il suo nome rimanga tra i più amati e rispettati. De Simone, insieme a Francesco Degrada, ha svolto un ruolo cruciale nel recupero e nell’interpretazione dell’opera del compositore jesino Giovanni Battista Pergolesi, un patrimonio di inestimabile valore per la cultura italiana.
Il sodalizio artistico tra De Simone e Degrada ha dato vita a momenti memorabili, come il celebre allestimento di “Il Flaminio”, presentato nel novembre del 1983. Questo evento ha avuto luogo nell’ambito della seconda edizione del “G.B. Pergolesi Opera Festival”, curato da Degrada, e ha visto sul palcoscenico artisti di grande rilievo come la soprano Daniela Dessì e la mezzosoprano Elena Zilio. L’interpretazione raffinata del Teatro San Carlo di Napoli, diretta da Marcello Panni, è stata così apprezzata che la registrazione è stata successivamente pubblicata in formato discografico.
Le opere di De Simone e il suo impatto sul pubblico
La genialità di Roberto De Simone si è espressa non solo attraverso l’interpretazione di opere altrui, ma anche nella composizione di opere originali. La sua “La gatta Cenerentola”, andata in scena nel 1977, ha fatto la storia del teatro lirico, diventando un classico del repertorio. Il suo lavoro più noto, “Opera buffa del giovedì santo”, ha trovato spazio sul palcoscenico di Jesi nel 2000, dove ha diretto e prodotto lo spettacolo. Queste opere, frutto della sua sensibilità e del suo talento, hanno catturato l’immaginazione del pubblico e sono rimaste scolpite nella memoria collettiva.
Oltre a “Il Flaminio”, De Simone ha contribuito in maniera significativa ad altre produzioni, come la sua rivisitazione di “L’Olimpiade” nel 2011 per il Teatro San Carlo di Napoli. Quest’opera dimostra la sua capacità di reinterpretare i grandi classici, rendendoli accessibili e comprensibili a una nuova generazione di spettatori. La sua attenzione per i dettagli, l’eleganza delle messe in scena e la voglia di sperimentare hanno trasformato le sue produzioni in vere e proprie celebrazioni artistico-culturali.
L’eredità di Roberto De Simone e il suo ricordo a Jesi
La scomparsa di Roberto De Simone rappresenta una grande perdita per il mondo della musica e della cultura. La Fondazione Pergolesi Spontini ha voluto ricordare il suo “generoso talento musicale”, sottolineando come il suo impegno e la sua passione abbiano lasciato un segno profondo nel cuore di chi ha avuto la fortuna di assistere alle sue opere. Nella città di Jesi, il nome di De Simone continuerà a risuonare, grazie ai tanti ricordi legati alle sue produzioni e al suo apporto alla valorizzazione della tradizione locale.
Il Teatro Pergolesi, infatti, non è solo un luogo di spettacolo, ma diventa simbolo di un’epoca in cui la musica e il teatro si sono fusi grazie alla visione di artisti come Roberto De Simone. In questo contesto, il suo operato non si limita a una mera cronaca, ma si trasforma in un capitolo della storia culturale italiana, ricco di emozioni e insegnamenti per le generazioni future.