Il teatro trianon viviani di napoli presenta "vietato ai migliori", una commedia del primo novecento

Il teatro trianon viviani di napoli presenta “vietato ai migliori”, una commedia del primo novecento

Il Teatro Trianon Viviani di Napoli ospita “Vietato ai migliori”, uno spettacolo che esplora il varietà del primo Novecento, affrontando temi di censura e identità culturale attraverso musica e performance.
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Il teatro trianon viviani di napoli presenta "vietato ai migliori", una commedia del primo novecento - Gaeta.it

Sabato 29 marzo, alle 21, il Teatro Trianon Viviani di Napoli si trasformerà in un palcoscenico di memorie e risate con lo spettacolo “Vietato ai migliori”. Scritto e diretto da Mario Brancaccio, il varietà del primo Novecento promette di riportare gli spettatori in un’epoca di grande vivacità culturale. Un cast di talentuosi attori e musicisti, tra cui Brancaccio stesso, Patrizia Spinosi, Simona Esposito, e Gustavo La Volpe, darà vita a una rappresentazione che esplorerà le sfaccettature artistiche dell’epoca, tra canzoni, versi e numeri di varietà.

La trama e l’ambientazione del varietà

Ambientato tra gli anni Trenta e Quaranta, “Vietato ai migliori” racconta la storia di un gruppo di artisti, tra cui attori, cantanti e cabarettisti, costretti a rimanere nel sottopalco di un teatro, in attesa di debuttare con il loro spettacolo. Questo gruppo, formato da talenti provenienti principalmente dall’Italia e dalla Germania, si ritrova a dover affrontare la censura del governo italiano, che impone limiti sul tipo di spettacolo che possono eseguire. Nel testo, si sottolinea come il repertorio del cabaret teatrale, fino a quel periodo, avesse mantenuto un’identità e una coesione, nonostante le barriere nazionali.

L’allestimento utilizza una scenografia curata da Clelio Alfinito e i costumi di Annalisa Ciaramella, accompagnando gli attori in un viaggio che tocca le radici del varietà europeo. Le musiche, protagoniste e contesto vivente di questo spettacolo, saranno eseguite al pianoforte da Eunice Petito e includeranno opere di Raffaele Viviani e Karl Valentin, creando una fusione tra le melodie italiane e quelle tedesche dell’epoca.

L’evoluzione del teatro e la crisi del varietà

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, si assiste a un graduale declino di quello che era un forte senso di identità culturale e teatrale. Le tradizioni locali, sostenute dalla sinergia tra le varie espressioni artistiche continentali, vengono soppiantate da modelli stranieri importati dal cinema e dalla televisione. L’atmosfera di nostalgia per un’epoca passata permea la rappresentazione, enfatizzando l’attesa e lo sconcerto degli artisti, che continuano a provare i loro numeri nella speranza di tornare sul palcoscenico.

Il loro desiderio di esibirsi si scontra con le imposizioni governative, che mirano a promuovere uno spettacolo di Stato preferito, che esalta la grandezza dell’Italia del periodo. Queste scelte artistiche evidenziano come la ricerca di un intrattenimento popolare e accessibile venga messa da parte, in favore di rappresentazioni più “alte”, destinate a rafforzare il potere dell’ideologia del tempo.

Personaggi iconici e repertorio musicale

Nel sottopalco del teatro, emergono figure rappresentative della tradizione partenopea e del cabaret tedesco, come Raffaele Viviani e Karl Valentin, simboli di due culture che, malgrado le differenze, si sono influenzate e arricchite a vicenda nel contesto del varietà. Le musiche e le canzoni che faranno da colonna sonora alle esibizioni offrono uno spaccato di come si stesse evolvendo la scena teatrale, mostrando le tensioni e le speranze dei suoi protagonisti.

In un’epoca in cui il Varietà del primo Novecento si avviava al suo declino, lo spettacolo “Vietato ai migliori” offre uno sguardo intimo sulle difficoltà di un gruppo di artisti desiderosi di esprimere il proprio talento, ma ostacolati da un sistema che non riconosce il valore della loro arte. Con la chiusura del Varietà europeo e la nascita dell’Avanspettacolo nel dopoguerra, la rappresentazione si fa portavoce di un’era che, nonostante le sue avversità, continua a lasciare un’impronta indelebile nella memoria collettiva.

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