Francesca Comencini, regista e sceneggiatrice, racconta in “Il tempo che ci vuole” la sua storia personale intrisecata con il mondo del cinema. La narrazione mette in luce il legame complesso con il padre, Luigi Comencini, figura di spicco della settima arte italiana, e riflette le sfide della sua crescita nel tumultuoso periodo degli anni di piombo. Il film, presentato recentemente alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, offre uno sguardo profondo su una relazione che ha come sfondo il tumulto sociale e le difficoltà emotive.
Gli anni di piombo e la crescita di Francesca
Francesca trascorre la sua infanzia affianco al padre, Luigi Comencini, visitando frequentemente i set cinematografici dove il genitore ha dato vita a opere celebri. Una delle esperienze più memorabili per la giovane è stata il set della miniserie “Le avventure di Pinocchio“, un grande classico della televisione italiana che ha segnato l’immaginario collettivo del Paese. Ma crescere con un padre celebre e severo ha i suoi lati oscuri, come dimostra la lotta interna di Francesca. La fame di libertà e autodeterminazione la porta ad aderire a gruppi anarchici e a fare uso di sostanze stupefacenti. Questo comportamento costituisce una minaccia alla loro già fragile relazione. Tuttavia, Luigi non si arrende e si impegna a sostenere Francesca nel difficile percorso di liberazione da questa vita errante, cercando di ricostruire il legame ormai compromesso.
Un film autobiografico e sfaccettato
“Il tempo che ci vuole” rappresenta un viaggio autobiografico di Francesca, che affronta con onestà i momenti più delicati della sua vita e il legame con il padre. La narrazione si sviluppa in due atti: il primo, dedicato all’infanzia di Francesca, mette in evidenza i ricordi legati al cinema e alla figura di Luigi. Dopo una prima parte che esplora la loro intimità , il film salta in avanti nel tempo, rivelando le complicazioni e le sfide di un’Italia dilaniata dalle violenze politiche. Questo contesto storico non è solo sullo sfondo, ma diventa parte integrante della narrazione, mentre il film lascia volutamente assenti le figure femminili del nucleo familiare, come sorelle e madre, per focalizzarsi sulla dinamica tra padre e figlia.
La magia del cinema e le sue complessitÃ
Il film, che sarà trasmesso su Sky, presenta una progressione narrativa che permette di comprendere le emozioni e le tensioni nel rapporto tra Francesca e Luigi. La regista utilizza il cinema come uno strumento di esplorazione e riflessione, dimostrando che la vita reale non è sempre idilliaca e che affrontare le difficoltà è parte integrante dell’esistenza. “Il tempo che ci vuole” diventa così un racconto che celebra l’essenza del cinema. Attraverso riferimenti a film storici come “L’Atlantide” di Georg Wilhelm Pabst e “Paisà ” di Roberto Rossellini, Francesca rivela il legame intergenerazionale con il mondo del cinema, creando un ponte tra il passato e il presente. Il finale del film, carico di significato, invita il pubblico a riflettere non solo sulla oggettiva realtà della gestione di una carriera cinematografica, ma anche sull’importanza di vivere le proprie esperienze emotive.
Un ritratto di una vita tra arte e realtÃ
In “Il tempo che ci vuole”, Francesca Comencini utilizza la sua biografia per costruire una narrazione che mette in risalto l’amore per il cinema come collante tra due generazioni. Attraverso le performance di Fabrizio Gifuni e Romana Maggiora Vergano, che interpretano i protagonisti, il film esplora l’evoluzione del rapporto padre-figlia in un contesto storico ricco di cambiamenti. La storia offre uno spaccato della società italiana degli anni settanta e ottanta, caratterizzata da tensioni politiche e sociali.
La narrazione di Francesca è al contempo un atto di coraggio e di intimità , un modo per elaborare non solo il suo vissuto, ma anche quello di un Paese in continuo mutamento. In questo lavoro, la Settima Arte emerge non solo come strumento di espressione personale ma come specchio che riflette le complessità delle relazioni umane e del contesto storico in cui queste si sviluppano.