L’undicesima edizione del tour motivazionale universitario #NonCiFermaNessuno ha preso avvio dall’Università Parthenope di Napoli, con un focus su tematiche rilevanti per la gioventù attuale. Guidato da Luca Abete, il talk ha visto la partecipazione di dodici studenti che hanno affrontato le fragilità, il disagio, il gap generazionale e le incertezze legate al futuro. Un’iniziativa che ha l’obiettivo di far emergere problematiche reali, presentando proposte concrete per affrontarle.
Un progetto dal forte impatto sociale
La campagna #NonCiFermaNessuno, sostenuta dalla medaglia del Presidente della Repubblica e patrocinata dal Ministero dell’Università e della Ricerca, propone quest’anno un approccio innovativo per affrontare le difficoltà dei giovani. Secondo Luca Abete, “Non esistono solo cervelli in fuga, ma anche tanti cervelli in gabbia.” Queste parole descrivono un fenomeno complesso in cui molti ragazzi che rimangono nei loro territori avvertono una mancanza di prospettive e motivazioni, sentendosi intrappolati e senza uno sbocco. La scelta di iniziare questo percorso da Napoli è significativa: la città rappresenta un punto di partenza per una riflessione profonda sulle fragilità contemporanee.
Il focus di quest’edizione è il claim “Nessunə è solə”, che enfatizza l’importanza dell’ascolto e del supporto reciproco tra i giovani. La comunicazione è vitale in un mondo sempre più connesso digitalmente, ma dove il senso di isolamento è spesso amplificato. Abete sottolinea che, sebbene parlarci attraverso i social media possa sembrare sufficiente, è indispensabile riesaminare le relazioni personali e sviluppare veri legami, attraverso un confronto diretto e sincero.
Tentativi di combattere il disagio giovanile
Il rettore dell’Università Parthenope, Antonio Garofalo, ha confermato l’importanza di queste iniziative destinate a creare spazi di aggregazione tra i giovani. “Disagio giovanile, senso di solitudine e paura sono sentimenti diffusi oggi,” ha dichiarato Garofalo, sostenendo che è necessario lavorare affinché gli studenti non si sentano mai soli e possano trovare nel loro ambiente universitario luoghi di socializzazione. Questi spazi devono diventare palestre per l’aggregazione, lo scambio di idee e l’arricchimento personale.
Nelle aule universitarie è fondamentale poter discutere di problematiche attuali, incoraggiando un dialogo aperto per affrontare le paure e le sfide che caratterizzano la vita degli studenti. La realizzazione di eventi come questo è quindi cruciale per promuovere una cultura di ascolto e condivisione, nel tentativo di ridurre il crescente senso di solitudine tra i giovani.
La testimonianza di chi vive il disagio
Una parte centrale dell’evento è stata la consegna del Premio #NonCiFermaNessuno alla studentessa Sabrina Vitale, il cui intervento ha messo in luce questioni importanti legate alle malattie croniche invisibili. Vitale ha parlato del dolore e della solitudine che possono derivare da condizioni come l’ipertono del pavimento pelvico, la vulvodinia e l’endometriosi. Questi argomenti restano spesso in secondo piano nel dibattito pubblico, creando un stigma che porta al silenzio. “Questa condizione mi ha limitato,” ha affermato, invitando a rompere il muro di silenzio per favorire un maggiore ascolto e una maggiore consapevolezza in merito.
La sua presentazione ha aperto una riflessione necessaria su come affrontare la solitudine e il stigma associato a malattie poco conosciute, ponendo l’accento sulla necessità di una comunità solidale che sostenga chi vive in silenzio il proprio dolore. La speranza è che eventi come questo possano contribuire a dare voce a chi si sente trascurato.
Un messaggio di incoraggiamento
Tra gli ospiti dell’evento, ha fatto il suo ingresso anche Andrea Settembre, vincitore di Sanremo Giovani, la cui presenza ha regalato un momento di emozione e gratificazione. Settembre ha condiviso parole di incoraggiamento con gli studenti, sottolineando l’importanza di trovare il proprio ritmo e di non sentirsi sotto pressione. La sua testimonianza è stata un richiamo alla realizzazione dei propri sogni e alla gestione dell’ansia che spesso accompagna la vita universitaria.
“Non saremo mai lenti se andiamo al nostro ritmo,” ha dichiarato, ricordando come la musica e l’arte possano fungere da strumenti di connessione e riflessione personale, aiutando a superare momenti di isolamento e difficoltà. La sua apparizione ha ispirato i presenti a perseverare, colpendo nel segno e facendo sentire ogni giovane meno solo di fronte alle sfide quotidiane.