Il Trentino-Alto Adige guida le statistiche demografiche: dati su fecondità e speranza di vita nel 2024

Il Trentino-Alto Adige guida le statistiche demografiche: dati su fecondità e speranza di vita nel 2024

Nel 2024, l’Italia registra un calo della fecondità e una speranza di vita in aumento a 83,4 anni, evidenziando significative differenze regionali e un preoccupante decremento demografico complessivo.
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Il Trentino-Alto Adige guida le statistiche demografiche: dati su fecondità e speranza di vita nel 2024 - Gaeta.it

Nei primi mesi del 2025, emergono dati significativi riguardanti il profilo demografico italiano per il 2024, con particolare attenzione a fecondità e speranza di vita. Questi elementi non solo raccontano la situazione attuale, ma offrono anche spunti di riflessione sulle tendenze sociali ed economiche del Paese. Secondo l’Istat, il 2024 ha visto cambiamenti importanti che meritano di essere analizzati.

Fecondità: il primato del Trentino-Alto Adige

Il Trentino-Alto Adige continua a mantenere il primato per la fecondità più alta d’Italia, con un tasso che si attesta a 1,39 figli per donna nel 2024, sebbene in calo rispetto a 1,43 del 2023. Segue il trend delle madri più giovani, che si riscontra nel Sud Italia, in particolare Sicilia e Campania. Qui, l’età media al parto è di 31,7 anni per le donne siciliane e 32,3 anni per quelle della Campania. Anche se le statistiche rivelano un calo generalizzato della fecondità, la situazione continua a evidenziare differenze regionali significative.

La Sardegna, al contrario, registra il tasso di fecondità più basso del Paese, fermo a 0,91 nel 2024. Nonostante la stabilità di questo dato rispetto all’anno precedente, riflette le sfide demografiche che la regione sta affrontando. Altre regioni con basse percentuali includono il Molise con 1,04, la Basilicata a 1,09 e la Valle d’Aosta, che ha subito una flessione significativa, scendendo a 1,05. L’età media al parto è un altro elemento chiave: in Basilicata e Sardegna si attesta a 33,2 anni, quasi allineata con il Molise, dove è a 33,1 anni.

Speranza di vita in aumento

La speranza di vita in Italia ha visto una crescita nel 2024, raggiungendo i 83,4 anni. I dati mostrano un incremento di quasi cinque mesi rispetto al 2023. Tuttavia, il quadro generale della popolazione è complesso: secondo le stime provvisorie, al 31 dicembre 2024, il numero di residenti si attesta a 58 milioni 934mila, con una diminuzione di 37mila unità rispetto all’anno precedente. Questo calo demografico, che risale al 2014, continua a rappresentare un fenomeno preoccupante, con un decremento di -0,6 per mille nel 2024, simile ai risultati precedenti.

Il contesto della speranza di vita non è uniforme. Mentre alcune aree mostrano un miglioramento nella durata media della vita, altre faticano a mantenere questa tendenza positiva, in parte a causa delle condizioni socio-economiche che influenzano la salute della popolazione.

Andamento territoriale della popolazione

Non tutti i settori del Paese sono ugualmente colpiti dal calo demografico. Infatti, l’analisi territoriale rivela che il Nord Italia registra un incremento dell’1,6 per mille, mentre Centro e Mezzogiorno segnalano diminuzioni rispettivamente di -0,6 per mille e -3,8 per mille. Le aree interne si trovano a fronteggiare perdite più significative rispetto ai centri urbani.

A livello regionale, il Trentino-Alto Adige e l’Emilia-Romagna guadagnano entrambi un incremento dello 3,1 per mille, mentre la Lombardia segue con un aumento del 2,3 per mille. Al contrario, la Basilicata e la Sardegna sperimentano cali drammatici, con rispettivamente -6,3 e -5,8 per mille. Queste differenze regionali offrono uno spaccato utile per comprendere le dinamiche demografiche e le sfide locali.

La situazione attuale presenta chiaramente un Paese in evoluzione, dove le statistiche demografiche potrebbero influenzare le future politiche sociali ed economiche.

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