Il viaggio accessibile di Roberto Vitali: come una visione può trasformare il turismo

Il viaggio accessibile di Roberto Vitali: come una visione può trasformare il turismo

Roberto Vitali, cofondatore di Village for All, trasforma un tragico incidente in una missione per rendere il turismo accessibile e inclusivo, migliorando l’esperienza di viaggio per tutti.
Il viaggio accessibile di Robe Il viaggio accessibile di Robe
Il viaggio accessibile di Roberto Vitali: come una visione può trasformare il turismo - Gaeta.it

Roberto Vitali, cofondatore di Village for All, racconta la sua straordinaria esperienza di vita, in cui un tragico incidente si è trasformato in un’opportunità per rivoluzionare il settore turistico. Nella sua missione per migliorare l’accessibilità e l’inclusione, attraverso la sua azienda offre nuove esperienze di viaggio a tutte le persone, a prescindere dalle loro esigenze di mobilità. Scopriamo come la sua determinazione sta cambiando il modo di vedere il turismo e l’esperienza delle persone con disabilità.

Un incidente che segna la vita

Nel 1976, un incidente stradale ha cambiato in modo radicale la vita di Roberto Vitali. A soli 15 anni, un frontale con un’auto lo ha lasciato paraplegico, costringendolo a utilizzare una sedia a rotelle. Prima dell’incidente, Vitali lavorava con il padre nel settore dell’agricoltura, sognando di continuare l’attività di famiglia. Tuttavia, le conseguenze dell’incidente hanno imposto un cambiamento radicale nei suoi piani. Da quel momento, Vitali ha vissuto una doppia sfida: quella della sua disabilità e quella di ricostruire la propria vita professionale e personale.

Per cinque anni, Vitali ha frequentato un centro di riabilitazione, ma la sua voglia di riscatto è stata più forte delle avversità. Dopo il percorso di recupero, comincia a studiare e ottiene un lavoro al Comune di Ferrara, dove svolge un’importante attività per promuovere l’autonomia delle persone con disabilità. Questa esperienza lo ha spinto a comprendere a fondo le problematiche legate all’accessibilità e all’inclusione. Con una determinazione ferrea, Roberto decide di dedicare la sua vita a migliorare le condizioni delle persone con difficoltà, trasformando una personale tragedia in un progetto di vita significativo.

La nascita di Village for All

Nel 2008, nasce Village for All come un’iniziativa sociale dedicata all’accessibilità nel turismo. Ma non si tratta solo di una start-up qualunque: il progetto si evolve nel tempo fino a diventare un incubatore di innovazione. Vitali, insieme alla socia Silvia Bonoli, sviluppa un software brevettato per monitorare e verificare l’accessibilità delle strutture turistiche, V4AInside. Da allora, l’azienda ha ottenuto un riconoscimento internazionale dall’Organizzazione Mondiale del Turismo, posizionandosi come un attore principale nel settore.

L’idea alla base di Village for All è semplice ma rivoluzionaria: trasformare il concetto di turismo accessibile in una realtà concreta. Vitali sostiene che “ogni individuo, a prescindere dalle proprie difficoltà, ha il diritto di viaggiare e godere di esperienze memorabili.” Con un fatturato di circa 250mila euro all’anno e un network di oltre cento aziende, Village for All si distingue anche per la creazione di Destination4All, un protocollo per rendere accessibili le destinazioni turistiche.

Un cambiamento culturale necessario

Uno degli aspetti chiave nella lotta di Vitali per l’accessibilità è il cambiamento culturale nella percezione del turismo accessibile. Molte persone, spiega, limitano la questione di accessibilità solo alle persone in sedia a rotelle, dimenticando che le esigenze di accesso riguardano una platea più ampia, che include anziani, famiglie con bambini e persone con disturbi sensoriali o cognitivi. L’obiettivo finale di Vitali è quello di far emergere il messaggio che “la disabilità non definisce l’individuo, ma è parte di una diversità umana che arricchisce l’esperienza del viaggio.”

L’idea che la normativa attuale sia sufficiente a garantire l’accessibilità è uno dei fraintendimenti che Vitali cerca di dissipare. Le leggi esistenti, a suo avviso, non coprono le esigenze reali delle persone con difficoltà, e non tengono conto dei cambiamenti tecnologici e culturali avvenuti negli ultimi decenni. Per questo motivo, è fondamentale che professionisti come architetti e ingegneri rivedano le norme e si formino sulle nuove necessità.

Impatti sociali e opportunità economiche

L’impatto di Village for All non si esaurisce nel settore turistico. L’accessibilità è una questione socio-economica che tocca vari ambiti. Vitali sottolinea che, facendo attenzione alle esigenze di accessibilità, non solo si migliora l’esperienza di viaggio per le persone con disabilità, ma si crea anche un’opportunità di lavoro e un incremento per le aziende del settore. Un turismo inclusivo ha ricadute positive su tutto il territorio, generando fatturati superiori e contribuendo a una società più coesa.

Il progetto Destination4All, supportato dalla Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, mira a rendere intere aree turistiche accessibili. Quest’idea ha già preso piede in diverse località, con Bibione come primo esempio, e si sta espandendo verso altri borghi italiani, creando una rete di accoglienza inclusiva.

Verso una società inclusiva e accessibile

Roberto Vitali e Village for All rappresentano un esempio di come sia possibile trasformare una situazione difficile in un’opportunità di cambiamento. La questione dell’accessibilità è urgente e richiede l’impegno congiunto di professionisti, istituzioni e della società civile. Educare a una visione inclusiva è il primo passo per garantire che ognuno possa godere del diritto di viaggiare e scoprire il mondo, senza barriere né esclusioni.

Il lavoro di Vitali è un chiaro segnale di come la determinazione e la visione di una persona possano avere un impatto duraturo nella società. La sua missione di garantire a ogni individuo la libertà di vivere esperienze indimenticabili continua a motivarlo e a ispirare un’intera generazione a lottare per un turismo più accessibile e inclusivo, senza dimenticare che il cambiamento culturale è necessario e fondamentale.

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