Mentre le tensioni internazionali infiammano il dialogo tra Stati Uniti e Russia per una risoluzione della guerra in Ucraina, l’attenzione si rivolge verso Kherson. Quella del governatore Oleksander Prokudin, ex ufficiale di polizia di 38 anni, è una missione cruciale: viaggiando prima in Lituania e poi in Italia, il suo obiettivo è stringere accordi economici vitali per la regione. Allo stesso tempo, Prokudin denuncia i tentativi russi di assimilazione forzata nel suo territorio, dove i bambini sono costretti a subire pressioni inconcepibili in un contesto di guerra.
La storia e il significato di Kherson
Kherson, città situata sulla sponda destra del fiume Dnepr, è da tempo un punto cruciale di battaglia tra le forze armate russe e ucraine. La sua storia risale al 1778, anno in cui fu fondata dal maresciallo Grigorij Aleksandrovič Potëmkin per volere della zarina Caterina la Grande. Oggi, è non solo il nome della città ma anche dell’oblast che la circonda, uno degli snodi strategici del conflitto in corso.
Il conflitto armato, che ha preso avvio il 25 febbraio 2022, ha visto la regione cadere sotto il controllo russo in parte già dal marzo dello stesso anno. La successiva annessione formale, avvenuta attraverso un referendum nel settembre 2022, ha coinvolto anche altre tre regioni: Donetsk, Lugansk e Zaporizhzhia. Kherson, già contesa dall’invasione della Crimea nel 2014, continua a rappresentare un terreno di scontro vitale per il futuro geopolitico dell’Ucraina e della regione.
La testimonianza del governatore Prokudin
In un’intervista a Virgilio Notizie, Oleksander Prokudin fornisce un quadro allarmante della situazione attuale. “Dal momento della liberazione del lato destro della sponda del fiume, avvenuta a novembre del 2022, la nostra regione è costantemente sotto attacco,” afferma. I bombardamenti e le incursioni russe hanno colpito pesantemente le città, con circa 75.000 attacchi registrati, provocando la devastazione di quasi mezzo milione di rifugi.
La difficoltà per i residenti è amplificata dalla scarsità di servizi essenziali: “Quasi il 70% della regione resta sotto occupazione russa e le istituzioni locali non riescono a fornire assistenza adeguata,” denuncia il governatore. Insediamenti interi sono rimasti senza elettricità o acqua potabile, con ambulanze che spesso non rispondono ai soccorsi o arrivano troppo tardi.
La crisi sanitaria e le minacce all’identità ucraina
La situazione sanitaria è altrettanto preoccupante, con la mancanza di professionisti del settore e di farmaci essenziali. I tentativi russi di “convertire” la popolazione ucraina, denuncia Prokudin, si manifestano attraverso la propaganda nelle scuole e il reclutamento forzato di bambini nelle fila militari. “I bambini vengono costretti a disegnare o scrivere messaggi di sostegno ai soldati russi. Gli insegnanti sono stati scelti per la loro capacità di diffondere questa ideologia,” spiega.
Anche gli adulti sono soggetti a pressioni. “Disoccupati e ex detenuti ricevono offerte di contratti per l’esercito russo, mentre chi si oppone può subire arresti o deportazioni,” aggiunge. Questo quadro disumano sottolinea la strategia di occupazione russa, mirata non solo a esercitare controllo militare ma anche ad erodere l’identità culturale e nazionale ucraina.
Il futuro di Kherson: opportunità e resilienza
Il viaggio di Prokudin in Europa, prima in Lituania e poi in Italia, ha lo scopo di attrarre investimenti e supporto internazionale per la ricostruzione di Kherson. “Vogliamo trasformare la nostra regione in un luogo accogliente e moderno. Speriamo di attrarre collaborazioni significative per il nostro futuro,” afferma il governatore.
Durante la visita in Italia, verrà siglato un memorandum di collaborazione con la Liguria. Incontrerà funzionari locali e rappresentanti di Confidustria, utili per imparare dai modelli di sviluppo portuale e infrastrutturale. “Hai di fronte una regione con un potenziale immenso,” sostiene Prokudin, mettendo in luce che la ricostruzione e la crescita non possono dipendere solo dalle donazioni esterne, ma devono essere accompagnate da una visione chiara di come si vuole riformare Kherson.
La resilienza della regione e il desiderio di tornare a una vita normale e attiva sono le premesse su cui Prokudin fa affidamento per attrarre l’attenzione del mondo. “Non aspettiamo aiuto passivo. Siamo qui per dimostrare che Kherson è una terra di opportunità. Vogliamo far tornare le persone nella nostra regione, dove ci sono progetti di sviluppo e lavoro,” conclude il governatore.