Immunoterapia personalizzata: nuove prospettive contro il glioblastoma.

Immunoterapia personalizzata: nuove prospettive contro il glioblastoma.

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Immunoterapia Personalizzata: Nuove Prospettive Contro il Glioblastoma - Gaeta.it Fonte foto: www.adnkronos.com

Negli ultimi anni, l’immunoterapia ha rappresentato una speranza nel trattamento del glioblastoma, un cancro al cervello estremamente aggressivo con tassi di sopravvivenza estremamente bassi. Il programma Gliomatch, finanziato dalla Comunità europea e condotto dall’Irccs Istituto neurologico Besta di Milano, è all’avanguardia in questo settore.

La SFIDA DELL’IMMUNOTERAPIA

Le sperimentazioni cliniche hanno evidenziato che un gruppo di pazienti potrebbe beneficiare dell’immunoterapia, in particolare utilizzando le cellule dendritiche. Tuttavia, identificare quali pazienti potrebbero trarre vantaggio da questa strategia rimane una sfida, soprattutto a causa della mancanza di biomarcatori precisi per il glioblastoma.

LA RICERCA PER IL FUTURO

Il team Gliomatch si impegna a superare questa difficoltà analizzando i dati clinici molecolari e radiologici dei pazienti trattati in passato con l’immunoterapia. Con l’obiettivo di personalizzare i trattamenti e migliorare l’efficacia delle cure, il consorzio mira a utilizzare mappe tissutali integrate con immagini di risonanza magnetica per classificare i pazienti in base alle risposte del loro sistema immunitario.

LA VOCE DELL’ESPERTA

Marica Eoli, neuroncologa della Neurologia 2 presso il Besta, sottolinea l’importanza della collaborazione e della condivisione dei dati tra centri specializzati. Coinvolta nel progetto Gliomatch insieme ad altre esperte, come Serena Pellegatta, Valeria Cuccarini, Bianca Pollo e Catia Traversari, Eoli enfatizza il ruolo fondamentale della ricerca personalizzata nel trattamento del glioblastoma.

IL FUTURO DEL TRATTAMENTO

Il Besta è da tempo impegnato nella ricerca di terapie innovative contro il glioblastoma. Oltre all’approfondimento degli studi retrospettivi, il progetto prevede l’avvio di sperimentazioni cliniche mirate, tra cui la somministrazione di tossina tetanica associata alla vaccinazione con cellule dendritiche sensibilizzate al tumore del paziente. Solo attraverso la collaborazione e la sinergia con altri partner sarà possibile avanzare nella ricerca e migliorare le prospettive di cura per i pazienti affetti da questa grave patologia.

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