Imprenditore cinese indagato per evasione fiscale e autoriciclaggio: sequestrati 1,5 milioni di euro

Imprenditore cinese indagato per evasione fiscale e autoriciclaggio: sequestrati 1,5 milioni di euro

Un imprenditore cinese di Potenza è accusato di evasione fiscale e autoriciclaggio, con un sequestro di beni per oltre 1,5 milioni di euro e misure restrittive per tutelare la legalità economica.
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Imprenditore cinese indagato per evasione fiscale e autoriciclaggio: sequestrati 1,5 milioni di euro - Gaeta.it

Un caso di evasione fiscale e autoriciclaggio ha scosso la provincia di Potenza, coinvolgendo un imprenditore di nazionalità cinese. Le autorità competenti, coordinate dalla Procura distrettuale, hanno attuato misure drastiche, confermando l’importanza della legalità nel tessuto economico locale. La vicenda si inserisce in un contesto di lotta all’illegalità in Italia, dove l’attenzione all’evasione fiscale rimane alta.

Le indagini e i reati contestati

L’operazione ha avuto inizio grazie a controlli fiscali condotti su due società collegate all’imprenditore dal 2019 al 2022. Le verifiche hanno rivelato un’ingente evasione fiscale, con 745 mila euro non versati sulle imposte sul reddito e un ulteriore importo di 772 mila euro legati all’Iva. Questi dati hanno attirato l’attenzione delle autorità, spingendo a un approfondimento dell’attività economica delle aziende.

L’indagato è stato accusato di impiegare un sistema evasivo noto come “imprese apri e chiudi”. In questo schema, le società venivano costituite con un ciclo di vita limitato, completando le loro operazioni senza mai adempiere agli obblighi fiscali, per poi estinguersi prima che le autorità potessero agire. Nel frattempo, una nuova attività veniva fondata per sopperire alle necessità di mercato, mantenendo stessa struttura e risorse umane. Questo approccio ha causato danni significativi all’erario, suscitando la reazione immediata delle forze dell’ordine.

Sequestro dei beni e misure restrittive

La Guardia di Finanza ha eseguito un sequestro preventivo di beni per un valore superiore a 1,5 milioni di euro, colpendo direttamente le disponibilità economiche dell’imprenditore. Questo intervento ha l’obiettivo di prevenire ulteriori operazioni illecite e assicurare che le risorse frutto di attività illegali non possano essere reinvestite nel circuito economico legale.

Grazie alla tempestività delle indagini, la magistratura ha emesso un provvedimento di interdizione per un anno nei confronti dell’imprenditore, ponendo un freno alla sua operatività nelle aziende e nelle posizioni dirigenziali. Il Gip del Tribunale di Potenza ha accolto questa misura, sottolineando la necessità di tutelare il mercato e garantire la legalità nel settore.

Le implicazioni sul tessuto economico locale

Questa vicenda evidenzia un fenomeno preoccupante all’interno della comunità imprenditoriale locale, in cui pratiche di evasione come quella denunciata minacciano il corretto andamento del business e la concorrenza leale. Le autorità stanno intensificando il monitoraggio delle aziende per prevenire il ripetersi di tali situazioni, con interventi mirati e controlli incrociati.

In un contesto in cui l’economia italiana sta cercando di riprendersi dopo anni di crisi, tutelare il settore imprenditoriale da attività illecite è fondamentale per creare un ambiente competitivo e sano. La lotta contro l’evasione fiscale non è solo una questione di rimborso per l’erario, ma tocca anche la giustizia sociale e il diritto di ciascun imprenditore di operare in un mercato equo.

Le autorità continueranno a vigilare con attenzione, nel tentativo di smantellare ulteriori attività fraudolente e rafforzare la fiducia nel sistema economico locale.

Ultimo aggiornamento il 16 Dicembre 2024 da Elisabetta Cina

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