Un imprenditore di Benevento è stato colpito da un provvedimento restrittivo che gli impone di astenersi dal contrattare con la Pubblica Amministrazione per un anno. Questo seguito all’accusa di frodi nelle pubbliche forniture, truffa aggravata e autoriciclaggio. Inoltre, è stato effettuato un sequestro preventivo riguardante beni, denaro e due società a lui collegate, per un valore di oltre 93mila euro. L’ordinanza è stata emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Benevento, su richiesta della Procura, diretta dal procuratore facente funzione Gianfranco Scarfò.
Le indagini dai carabinieri
Le indagini sono state condotte dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Agroalimentare e Forestale, che operano nel Gruppo Forestale di Benevento. Questo lavoro d’inchiesta, avviato nel 2022, ha messo in luce alcune irregolarità riguardanti l’esecuzione di due affidamenti diretti da parte della Provincia di Benevento. Questi affidamenti riguardavano attività di prelievo, trasporto e smaltimento di rifiuti provenienti da discariche.
In particolare, è emerso che la società assegnataria del servizio ha redatto documenti falsi attestanti il prelievo di percolato in due discariche del comune di Sant’Arcangelo Trimonte, definite “Commissariale” e “Consortile”. Tuttavia, queste operazioni non risultano confermate dagli operai che erano in servizio nei suddetti siti di smaltimento. Dunque, si delineano chiare discrepanze tra i documenti prodotti e la realtà dei fatti.
Documentazione irregolare e false attestazioni
Nel corso delle indagini, sono emersi ben 70 formulari di smaltimento considerati non attendibili. Questi documenti attestavano operazioni di smaltimento avvenute in giorni e orari di chiusura delle discariche, oppure in assenza del personale di monitoraggio, che avrebbe dovuto assistere alle operazioni e firmare i documenti. Tali pratiche hanno consentito alla società di ottenere pagamenti dall’ente pubblico per un importo complessivo superiore a 93mila euro.
Stando a quanto accertato dalle autorità, i fondi ottenuti illegalmente sono stati poi trasferiti a una seconda società, anch’essa amministrata dall’imprenditore coinvolto nell’inchiesta. Questa situazione solleva non poche preoccupazioni riguardo alla gestione e al controllo delle forniture pubbliche nel territorio, evidenziando un contesto di possibili pratiche corruttive e frodi nel settore.
Conseguenze legali e amministrative per l’imprenditore
L’imposizione del divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione rappresenta un chiaro segnale di quanto seri siano gli sviluppi delle indagini e la volontà delle autorità di combattere la frode nelle forniture pubbliche. L’imprenditore, colpito da questo provvedimento, si trova ora in una situazione complessa, non solo dal punto di vista legale ma anche per le ripercussioni che queste accuse possono avere sulla sua reputazione e sulle sue attività commerciali future.
Il sequestro preventivo di beni e la confisca delle somme illecitamente guadagnate sono azioni che mirano a restituire le risorse sottratte indebitamente alla comunità. Le indagini proseguono per fare chiarezza su eventuali ulteriori irregolarità legate alla gestione delle forniture pubbliche nella provincia di Benevento.
Ultimo aggiornamento il 10 Gennaio 2025 da Donatella Ercolano