Il tema della razionalizzazione della spesa pubblica è tornato prepotentemente alla ribalta, specialmente con le recenti dichiarazioni del Procuratore della Repubblica di Napoli, Nicola Gratteri. L’argomento in discussione è la possibile chiusura dei tribunali presenti in Abruzzo, un provvedimento che ha sollevato polemiche e discussioni tra le istituzioni locali. Nello Simonelli, consigliere comunale di Avezzano, ha espresso forti critiche nei confronti di tale proposta, mettendo in luce le potenziali conseguenze per i cittadini abruzzesi.
Le preoccupazioni per la chiusura dei tribunali
Nello Simonelli non ha esitato a denunciare il rischio di abbandonare i cittadini alla sindrome della burocrazia e all’ingiustizia. Secondo il consigliere, le parole di Gratteri indicano una visione della giustizia come mero costo da ottimizzare, senza tenere conto delle implicazioni sociali e territoriali. La proposta di chiudere i tribunali, secondo Simonelli, evidenzia una mancanza di rispetto per il lavoro e le difficoltà degli abitanti delle aree interne, che già affrontano numerose sfide quotidiane.
Il consigliere mette in evidenza come la giustizia debba essere considerata un pilastro fondamentale dello Stato. La chiusura dei tribunali, secondo lui, non rappresenterebbe una soluzione ai costi, ma piuttosto un ulteriore passo verso la marginalizzazione di comunità già vulnerabili. Simonelli ha affermato che un sistema giudiziario efficiente è cruciale per garantire diritti e sicurezza ai cittadini, quindi non si può ridurre il dibattito su una mera questione di numeri.
La vera questione: l’efficienza del sistema giudiziario
Simonelli ha aggredito frontalmente il tema della razionalizzazione, proponendo che i veri problemi del sistema giustizia non risiedono nel numero dei tribunali, ma nelle inefficienze che caratterizzano il loro funzionamento. Sebbene lo Stato abbia speso ingenti somme, come i 220 milioni di euro per risarcire ingiustamente carcerati negli ultimi sei anni, la soluzione non è certo quella di chiudere i tribunali. Per il consigliere, è essenziale porre attenzione alla burocrazia e alle lungaggini processuali che rallentano le decisioni e compromettono l’affidabilità della giustizia.
L’inefficienza attuale è il vero problema, che deve essere affrontato attraverso intervenzioni mirati e ristrutturazioni. La chiusura di strutture giudiziarie, secondo Simonelli, non farebbe altro che aggravare difficoltà già esistenti per molti cittadini che necessitano di un accesso facile e diretto alla giustizia. In una società democratica, la risposta a queste sfide non può essere il taglio dei servizi fondamentali.
L’indirizzo futuro: difesa della giustizia e delle comunità
Nello Simonelli ha chiuso il suo intervento sottolineando il fatto che razionalizzare non debba tradursi in smantellare i servizi essenziali. La lotta per mantenere operativi i tribunali è una questione di diritto fondamentale. “Ci batteremo con ogni mezzo necessario”, ha affermato, “per garantire ai cittadini un sistema giudiziario accessibile ed efficace”.
La questione della giustizia in Abruzzo è cruciale e merita di essere trattata con attenzione e rispetto. Mantenere strutture esistenti significa non solo proteggere i diritti dei cittadini, ma anche promuovere una governance più equa, dove ciascun individuo può far valere le proprie ragioni senza imbattersi in ulteriori ostacoli. L’impegno di Simonelli e di chi la pensa come lui è chiaro: difendere i tribunali non è solo una questione locale, ma una battaglia per il principio stesso di giustizia.