Il monitoraggio sull’influenza aviaria in Italia segnala un rallentamento dei casi, soprattutto negli allevamenti di pollame. Mentre il nostro Paese registra numeri più contenuti e un quadro sotto controllo, alcuni Stati europei sono impegnati a fronteggiare situazioni più gravi tra la fauna selvatica e nelle aziende avicole. L’attenzione resta alta per evitare nuove ondate di contagio che possano mettere a rischio il comparto avicolo e la salute pubblica.
Andamento dei focolai in italia da settembre 2024
Dall’inizio di settembre 2024 in Italia sono stati confermati 97 focolai di influenza aviaria negli uccelli selvatici, a cui si sommano 56 casi nei polli allevati e 3 tra i mammiferi. I dati, raccolti dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie , offrono un quadro completo della diffusione del virus all’interno della fauna e degli allevamenti italiani. Negli ultimi due mesi si è osservato un calo netto degli episodi: solo un focolaio in un allevamento di polli e cinque casi isolati in uccelli selvatici.
Questi risultati evidenziano una riduzione significativa delle nuove infezioni, suggerendo che le misure di controllo adottate stanno funzionando, anche se il rischio non è del tutto superato. Il Laboratorio di referenza europeo per l’influenza aviaria, con sede presso l’IZSVe, ha sottolineato che la situazione italiana appare sostanzialmente sotto controllo, senza segnali di recrudescenza. Tale monitoraggio costante permette di intervenire con tempestività e precisione in caso di necessità, riducendo così il pericolo di eventuali focolai diffusi.
Il dato più incoraggiante riguarda il comparto avicolo domestico, tradizionalmente più vulnerabile. La riduzione dell’incidenza a un solo focolaio registrato rappresenta un passo avanti importante per tutelare l’industria e limitare danni economici e sanitari.
Criticità dell’influenza aviaria in altri paesi europei
Situazioni più difficili si registrano in Germania e Paesi Bassi, soprattutto tra gli uccelli selvatici. In questi Paesi il virus si è diffuso in modo più esteso, con focolai che continuano a colpire importanti popolazioni di volatili migratori e stanziali. Anche la Polonia e l’Ungheria stanno vivendo un momento critico, con focolai concentrati negli allevamenti di pollame. Questi episodi mettono a dura prova le strutture sanitarie veterinarie e gli allevatori, a causa della velocità con cui il virus si propaga negli allevamenti intensivi.
La direttrice generale dell’IZSVe, Antonia Ricci, ha definito queste situazioni “allarmanti” e ha ribadito l’importanza di un monitoraggio continuo e di interventi pronti e incisivi. L’esperienza insegna che senza un controllo rigoroso la malattia può diventare difficile da gestire, con conseguenze gravi per il settore avicolo e la biodiversità.
Per sostenere questi Paesi, l’Italia si sta impegnando attivamente: un gruppo di esperti dell’IZSVe sarà in Polonia per affiancare le autorità locali nelle operazioni di contenimento. Questa collaborazione internazionale mira a contenere la diffusione e a condividere know-how in campo veterinario.
Ruolo dell’italia nella gestione e prevenzione dell’influenza aviaria
Italia si presenta come un esempio a livello internazionale per la gestione dell’influenza aviaria. L’industria avicola nazionale è ampia, tecnologicamente avanzata e autonoma, capace di produrre più carne di pollo di quanta se ne consumi nel Paese. Questo limita la necessità di acquisti dall’estero, riducendo il rischio di introdurre nuove fonti di contagio attraverso importazioni.
Il lavoro dell’IZSVe contribuisce a mantenere sotto controllo il virus, anche grazie a strategie integrate di sorveglianza e intervento. Tra le iniziative in corso, viene elaborato un piano strategico nazionale che punta a rafforzare le difese contro l’influenza aviaria. Tra le misure prese in considerazione c’è il ricorso alla vaccinazione come strumento preventivo, da affiancare agli interventi già collaudati, come la quarantena e il monitoraggio delle popolazioni di volatili.
Questa impostazione mira a ridurre ulteriormente il rischio di focolai e a proteggere sia la salute animale sia quella pubblica. In un sistema complesso come quello della zootecnia, la combinazione di diversi approcci rappresenta una risorsa essenziale per una risposta rapida ed efficace.
Il piano strategico e la sicurezza alimentare
Il piano strategico sarà fondamentale anche per mantenere la capacità produttiva italiana e garantire la sicurezza alimentare nel contesto di un’Europa ancora alle prese con vari focolai. La collaborazione tra istituzioni, allevatori e laboratori specializzati costituisce il pilastro della lotta all’influenza aviaria nel nostro Paese.