La stagione 2025 del “Maggio della Musica” si apre il 23 aprile a villa pignatelli, sede storica dell’evento, con un concerto dedicato a grandi composizioni del primo Novecento. L’appuntamento, previsto per le 20, è promosso dalla direzione di palazzo reale, che dal giugno 2024 gestisce anche il museo diego aragona pignatelli cortes. Tra i protagonisti, i violinisti di fama internazionale domenico nordio e francesco dillon, chiamati ad eseguire brani di kodály, ravel e Händel.
la programmazione e il concept artistico del maggio della musica 2025
La rassegna 2025 si compone di venticinque concerti, curati nella direzione artistica da stefano valanzuolo. L’obiettivo appare chiaro nel bilanciare volti nuovi e interpreti consolidati, dando spazio alla scoperta senza rinunciare a un gusto familiare per il pubblico. È in quest’ottica che nordio e dillon rappresentano un punto di forza: ci si aspetta sia una stagione che sappia unire passione e rigore musicale.
L’evento inaugurale, intitolato “Bagliori del secolo breve” in omaggio al noto saggio di eric hobsbawm, racconta attraverso la musica lo spirito di un’epoca complessa, scandita da innovazioni e tensioni culturali. La scelta dei brani porta il pubblico a immergersi in un viaggio dal barocco settecentesco di Händel alla musica moderna dei primi decenni del XX secolo.
domenico nordio e francesco dillon: protagonisti tra storia e repertorio internazionale
Domenico nordio è riconosciuto come uno tra i violinisti italiani più apprezzati oggi. Nato a venezia e allievo di corrado romano e michèle auclair, ha vinto il concorso “Viotti” di vercelli a soli sedici anni, con yehudi menuhin presidente di giuria. Ha collaborato con orchestre di rilievo come la london symphony e la national de france, mantenendo una presenza costante nei principali teatri del mondo. È un artista sony classical e continua a esplorare repertori non convenzionali con grande determinazione.
Francesco dillon, torinese di 52 anni, ha costruito una carriera brillante tra solismo e formazione cameristica, esibendosi in luoghi come il teatro alla scala di milano, la konzerthaus di vienna e la philharmonie di berlino. Si è diplomato a firenze con andrea nannoni, poi ha studiato con maestri come anner bijlsma, mario brunello e mstislav rostropovich. Dillion ha inoltre approfondito gli studi in composizione sotto la guida di salvatore sciarrino, cosa che gli ha permesso di affrontare repertori con attenzione alle sfumature compositive e ricerca sonora.
zoltán kodály e la fusione della musica popolare ungherese con la tradizione classica
Kodály rappresenta un punto di riferimento fondamentale per la musica ungherese del ventesimo secolo. Compositore ed etnomusicologo, ha dedicato parte della sua vita allo studio del canto popolare del proprio paese insieme al collega béla bartók. Questa ricerca ha portato a una musica d’arte che mantiene solide radici nel folklore ma si confronta con le forme classiche della modernità.
Tra le sue composizioni spicca la sonata op. 7 per violino e violoncello, scritta nel 1914, che innesta melodie tradizionali in una struttura da duo strumentale classico. Questo brano rispecchia l’attenzione di kodály non solo verso la musica vocale e teatrale, ma anche verso la musica da camera, dove il dialogo tra strumenti diventa uno spazio di sperimentazione e memoria culturale.
la passacaglia di Händel e l’arrangiamento per duo di Halvorsen
La passacaglia chiude la suite n.7 per clavicembalo di georg friedrich händel, pubblicata ufficialmente nel 1720. Questo brano barocco, molto noto per il suo tema ripetuto e variazioni elaborate, ha ricevuto nel 1897 un arrangiamento per violino e viola ad opera di johan halvorsen, musicista norvegese che ha reinterpretato quest’opera mantenendone intatto il carattere ma adattandola per un duo cameristico.
Händel ha utilizzato la stessa linea tematica anche per il concerto per organo HWV 306, a conferma del valore musicale di questa passacaglia. L’arrangiamento di Halvorsen, frequentato spesso dai musicisti di oggi, offre una versione dal suono più intimo e dialogico rispetto all’originale per tastiera sola.
ravel e la sonata dedicata a debussy: un capolavoro che sfidò il pubblico di parigi
La sonata per violino e violoncello di maurice ravel, pubblicata nel 1922, è dedicata alla memoria di claude debussy. Il brano vide la luce con la prima esecuzione integrale il 6 aprile di quell’anno alla salle pleyel di parigi. Il pubblico e parte della critica accolsero la sonata con sorpresa, se non disappunto. Le dissonanze e le armonie meno convenzionali suscitarono accuse di eccesso intellettualistico.
Ravel stesso la definì come una svolta nella sua produzione, in cui si verifica una estrema riduzione dell’ornamento armonico a favore di una melodia essenziale e spoglia. La sonata rappresenta un punto di rottura rispetto al passato e una concentrazione precisa nel disegno musicale, oltre che un omaggio forte a debussy, la cui influenza si percepisce negli intrecci timbrici tra i due strumenti.