La Casa Museo Osvaldo Licini di Monte Vidon Corrado ospiterà dal 2 marzo al 4 maggio 2025 l’esposizione “Renato Paresce e Les italiens de Paris“, che poi si sposterà a Palazzo Bisaccioni, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, dal 16 maggio al 14 settembre 2025. Curata da Stefano De Rosa e promossa dal Centro Studi Osvaldo Licini, dal Comune di Monte Vidon Corrado e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, la mostra indaga le connessioni tra il mondo artistico italiano e il fermento culturale parigino del primo Novecento.
La connessione tra Osvaldo Licini e Renato Paresce
Sebbene Osvaldo Licini e Renato Paresce non si siano mai incontrati di persona, entrambi hanno condiviso l’esperienza del vivace ambiente artistico di Parigi negli anni che seguirono la Prima Guerra Mondiale. La loro comune partecipazione alla collettiva “Les artistes italiens de Paris” del 1928, allestita al Salon de l’Escalier, ha rappresentato un punto di contatto tra le loro carriere, favorendo la realizzazione di una mostra che offre uno sguardo approfondito sulle loro vite e opere.
Il percorso espositivo dà vita a un gruppo di circa 30 opere provenienti da una collezione privata marchigiana, affiancate da altre opere significative degli artisti che hanno costituito il panorama di Les italiens de Paris. L’idea alla base dell’esposizione è quella di esplorare le influenze reciproche e il contesto artistico dell’epoca, mettendo in luce il valore delle opere esibite.
L’evoluzione artistica di Renato Paresce
Renato Paresce, figura poliedrica del panorama culturale, ha navigato tra diverse professioni: laureato in fisica, ha lavorato come giornalista per “La Stampa” e si è dedicato alla pittura come autodidatta, affinando un linguaggio visivo personale che riflette le avanguardie dell’epoca. La sua traiettoria artistica si sviluppa tra il 1913 e il 1931, periodo in cui si avvicina al post-impressionismo per poi giungere a una sintesi stilistica perfettamente articolata.
Nel corso della mostra, i visitatori possono osservare diverse opere emblematiche: ne “Il barcone” del 1913, due paesaggi del 1917, e “La veduta di Parigi” del 1918. Queste opere rappresentano momenti cruciali nel percorso di Paresce, richiamando l’attenzione su come il suo stile si sia evoluto. Oltre alle opere figurative, spicca “Portrait Fauve” del 1918 e “Composizione con statua” del 1930, fino ad arrivare a “La Comète” del 1931, realizzata poco prima della sua scomparsa.
I capolavori degli italiens de Paris
Accanto alle opere di Paresce, la mostra presenta una selezione significativa di lavori di altri artisti italiani che hanno condiviso la scena parigina. Tra i pezzi principali c’è “Ritratto di signora” di Giorgio De Chirico, datato 1921, che rappresenta un esempio del suo stile metafisico, caratterizzato da atmosfere enigmatiche e composizioni inattese.
Un’altra opera di rilievo è il ritratto di Marina Severini, realizzato da Gino Severini verso la fine degli anni Trenta, che riflette il ritmo e la dinamica della vita moderna, tipica della stagione avanguardista. Infine, “Capriccio metafisico” di Filippo De Pisis, realizzato tra il 1918 e il 1920, offre una visione unica della realtà spinta dalla fantasia, testimoniando le tensioni tra astrazione e rappresentazione visiva.
La mostra “Renato Paresce e Les italiens de Paris” si preannuncia come un’importante occasione per riscoprire il contributo degli artisti italiani in un periodo di grande fermento culturale, fornendo un quadro dettagliato e ricco di spunti per comprendere le influenze reciproche in atto.