Piazza Pia, recentemente inaugurata a Roma, segna un’importante tappa nei preparativi per il Giubileo. L’evento ha riunito rappresentanti della Santa Sede e del governo italiano, in un contesto che celebra non solo l’architettura e la progettazione, ma anche un forte messaggio di speranza e collaborazione. Il cardinale Pietro Parolin e le principali autorità politiche hanno sottolineato il significato della piazza come simbolo di unità e fede.
Un momento di gratitudine secondo il cardinale Parolin
Il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, ha aperto la cerimonia esprimendo la sua gratitudine per il compimento dell’opera. “Questo è un momento significativo e per me personalmente è un momento di gratitudine,” ha affermato. Ha richiamato alla mente i lunghi anni di lavoro che hanno condotto alla realizzazione di Piazza Pia, accennando ai primi sviluppi risalenti al Giubileo del 1950 e alla costruzione di Via della Conciliazione durante il pontificato di Pio XII. Parolin ha sottolineato come “nella nuova piazza, antico e moderno non si contrappongono,” evidenziando il legame tra Castel Sant’Angelo e il Colonnato del Bernini. Queste parole pongono in risalto non solo l’importanza storico-artistica del luogo, ma anche il suo ruolo come crocevia di esperienze e significati.
La piazza, secondo il cardinale, non è solo un’area di attraversamento, ma un’opera ingegneristica che permette di ammirare la bellezza di Roma attraversata dal Tevere. Parolin ha chiuso il suo intervento sottolineando come la nuova piazza non divida, ma unisca. Questo messaggio di unità è particolarmente potente nel contesto attuale, segnato da sfide e divisioni.
L’importanza della sostenibilità secondo il sindaco Gualtieri
Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, ha parlato del progetto come di una “vera e propria corsa contro il tempo” per completare i lavori prima dell’apertura della Porta Santa. Ha descritto la piazza come “una grande piazza dell’abbraccio”, che simboleggia una nuova fase di collaborazione tra la Santa Sede, il governo italiano e la città di Roma. Gualtieri ha citato i numeri impressionanti dietro il progetto: 110 maestranze, suddivise su tre turni per 450 giorni di lavoro.
La piazza non solo contribuisce al decoro urbano, ma diventa anche la più estesa area pedonale della capitale, con una capienza di 150mila persone. Gualtieri ha posto l’accento sull’importanza del progetto in termini di sostenibilità ambientale. Sono state create aree ombreggiate e fontane, e la canalizzazione dell’acqua piovana è stata studiata per migliorare l’impatto ecologico dell’area. Questo approccio è in linea con l’attenzione del Papa verso le problematiche ambientali e serve a rinforzare un messaggio di “speranza, fraternità e pace”.
Meloni: un “piccolo miracolo civile” per il Giubileo
Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ha definito la nuova piazza un “piccolo miracolo civile”. Nella sua dichiarazione, ha espresso gratitudine verso tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione della piazza, sottolineando l’aspetto spirituale del Giubileo. Meloni ha affermato che questo evento è prima di tutto un momento di fede, offrendo l’opportunità per una riflessione personale e interiore.
Ha detto che il pellegrinaggio rappresenta un punto di svolta per tanti, e ha auspicato che il tempo passato con se stessi possa aiutare a liberarsi di ciò che è superfluo. “Lo zaino del pellegrino è leggero perché contiene solo l’essenziale,” ha chiosato Meloni, enfatizzando l’importanza dei valori fondamentali e dell’essenzialità in questo viaggio di fede.
Salvini: l’integrazione come chiave di successo
Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha messo in evidenza il frutto dell’integrazione tra lavoratori italiani e stranieri. Nel suo intervento ha sottolineato come le forze politiche, sociali e sindacali abbiano remato “tutti nella stessa direzione” per realizzare i lavori in tempi rapidi. La sinergia tra le parti è stata fondamentale per il completamento della piazza.
Dopo i saluti istituzionali, il momento culminante è stato il taglio del nastro, seguito dal passaggio di un mezzo Anas che ha curato la realizzazione dei cantieri. L’evento ha celebrato quindi non solo l’architettura ma anche l’unità sociale e culturale, con un forte richiamo alla collaborazione tra le diverse realtà presenti nel complesso territorio romano.
Sfide e scoperte archeologiche
Sara Fadlun, ingegnere civile di Anas e coordinatrice dei lavori, ha evidenziato le difficoltà incontrate durante la costruzione, tra cui importanti ritrovamenti archeologici che hanno dovuto essere preservati. Questi scavi hanno rappresentato un’opportunità per unire la storia millenaria della città con le esigenze moderne di viabilità.
“La sinergia con il Ministero dei Beni culturali è stata fondamentale,” ha dichiarato Fadlun, confermando che ogni passo del progetto è stato caratterizzato dalla volontà di non compromettere il patrimonio storico. La nuova piazza, oltre ad essere una realizzazione contemporanea, serve come un simbolo di continuità storica, unendo il passato e il presente di Roma in un luogo di richiamo globale.
Ultimo aggiornamento il 23 Dicembre 2024 da Elisabetta Cina