Il 28 luglio 2023, un devastante incendio ha colpito Ponte Mammolo, un’area residenziale di Roma, rilasciando quantità pericolose di diossine nell’aria. Questo evento ha suscitato preoccupazione tra i residenti, spingendo il sindaco Roberto Gualtieri a intervenire con misure di emergenza. L’analisi effettuata dall’ARPA Lazio ha rivelato che le diossine nell’aria superano ampiamente i limiti di sicurezza, richiedendo azioni tempestive da parte delle autorità locali.
Allerta per le diossine nell’aria
Valori pericolosi e soglie di riferimento
L’ARPA Lazio ha riportato una concentrazione di diossine pari a 92 pg/m3, un dato allarmante che supera di 306 volte la soglia considerata sicura per la salute pubblica. Il limite di attenzione per le diossine in atmosfera è fissato a 0,3 pg/m3: quando tale valore viene superato, si innesca un allerta per la salute dei cittadini.
La presenza di diossine nell’aria è una questione critica, dal momento che queste sostanze chimiche possono provocare diversi problemi di salute, compresi disturbi respiratori e effetti cancerogeni. Questo incendio ha così sollevato interrogativi non solo sulla qualità dell’aria, ma anche sulla sicurezza degli alimenti provenienti dalla zona circostante.
Le diossine sono composti chimici altamente tossici e persistenti nell’ambiente, accumulandosi nei tessuti di fauna selvatica e domestica. Questo fa sì che il consumo di prodotti agricoli e animali delle zone colpite possa risultare rischioso per la salute umana.
Misure restrittive imposte dal sindaco
In risposta alla situazione, il sindaco Gualtieri ha emesso un’ordinanza urgente contenente misure restrittive per contenere i rischi. Tra le principali restrizioni, è vietata la raccolta e il consumo di alimenti di origine vegetale e animale rinvenuti nella zona colpita dall’incendio. L’ordinanza include anche divieti riguardanti il pascolo degli animali da cortile e l’uso di foraggi e cereali raccolti nell’area.
Le autorità sanitarie hanno dunque avviato azioni di monitoraggio e controllo per tutelare la salute pubblica, evidenziando l’importanza di seguire queste raccomandazioni fino a quando la situazione non sarà chiarita e stabilizzata.
Gestione emergenziale e indagini in corso
Evacuazioni e operazioni di spegnimento
L’incendio di Ponte Mammolo ha avuto conseguenze significative, costringendo all’evacuazione di circa 120 persone. Tra queste, vi erano anche ospiti di un hotel e residenti di strutture informali situate nelle vicinanze del fiume Aniene. Le operazioni di spegnimento, protrattesi per diversi giorni, hanno richiesto un’azione coordinata tra vigili del fuoco e altre agenzie di emergenza, concludendosi soltanto la mattina del 31 luglio.
L’emergenza ha messo in evidenza la vulnerabilità delle strutture e la necessità di interventi tempestivi in situazioni critiche come questa, in cui il benessere dei cittadini è potenzialmente minacciato.
Indagini in corso sulla causa dell’incendio
Nel frattempo, la magistratura ha avviato un’indagine per approfondire le cause dell’incendio. Durante un sopralluogo a Monte Mario, Gualtieri ha dichiarato che le fiamme sono divampate in un’area privata, recintata e murata, senza per ora entrare nei dettagli specifici degli eventi. Le autorità competenti sono al lavoro per accertare la dinamica del rogo e le eventuali responsabilità.
Il sinistro di Ponte Mammolo ha portato alla luce l’importanza della prevenzione e della sicurezza nella gestione di aree a rischio e ha sollevato interrogativi sul controllo degli incendi nelle aree urbane e periurbane di Roma. Gli sviluppi futuri in merito a questo caso saranno seguiti con attenzione, sia per la salute pubblica che per la tutela dell’ambiente.
Ultimo aggiornamento il 1 Agosto 2024 da Marco Mintillo