Un vasto incendio ha colpito il comune di Prato allo Stelvio, in Alto Adige, dove circa 60 ettari di boschi sono stati avvolti dalle fiamme. Le conseguenze del rogo si estendono anche al Trentino occidentale, dove una densa nuvola di fumo ha segnato la zona. Il fenomeno, aggravato dalle condizioni climatiche, solleva interrogativi su eventuali responsabilità dolose.
Fiamme e fumi: la situazione nel comune di Prato allo Stelvio
L’incendio è scoppiato intorno alle 13.15 in un’area boschiva della località Agumes, nel comune di Prato allo Stelvio. Venti forti hanno spinto il fumo verso altre aree, creando allerta anche nel Trentino, in particolare nelle località di Stelvio e Trafoi. Le autorità sanitarie locali hanno raccomandato ai residenti di chiudere porte e finestre, nonché di spegnere gli impianti di ventilazione per evitare di respirare aria inquinata.
Finora, il 2025 ha già registrato tre incendi nel territorio altoatesino, con un numero sorprendente di 15 roghi nel 2024. Gli esperti indicano la siccità come un fattore determinante, anche se le indagini in corso suggeriscono la possibilità di un piromane responsabile di alcuni di questi eventi, aprendo scenari inquietanti per la sicurezza della comunità.
Operazioni di spegnimento: l’intervento delle autorità
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco volontari delle dieci stazioni del distretto della Val Venosta, accompagnati dall’ufficio forestale provinciale. La risposta all’emergenza è coordinata attraverso diversi mezzi aerei: tre elicotteri della compagnia Heli Austria e un elicottero dell’Air Service stanno operando per contenere le fiamme. La richiesta di un Super Puma da parte dell’Autorità forestale evidenzia la gravità della situazione. La Provincia di Trento e il Land Tirolo sono stati allertati, considerando il rischio di propagazione delle fiamme oltre il confine.
Uno dei grandi problemi da affrontare è l’approvvigionamento dell’acqua per le operazioni di spegnimento. La zona risulta difficile da raggiungere, rendendo necessario trasportare l’acqua da distanza. La protezione di un ripetitore nella zona di Montoni è cruciale; un eventuale danno potrebbe causare interruzioni nei servizi radiofonici e di telefonia mobile, complicando ulteriormente l’emergenza.
Impatti sul Trentino e monitoraggio della situazione
La colonna di fumo generata dall’incendio si sta dirigendo verso il Trentino, con preoccupazioni specifiche per la Valle di Peio e il Passo del Tonale. Anche Madonna di Campiglio potrebbe subire conseguenze a causa della dispersone di fumi e cenere. Il Dipartimento di Protezione civile, insieme ai vigili del fuoco permanenti di Trento e ai volontari locali, sta monitorando la situazione da vicino, valutando l’evolversi dell’incendio.
La Provincia autonoma di Trento ha avvertito i residenti che potrebbero percepire un forte odore di fumo e potrebbero verificarsi anche cadute di cenere. Il monitoraggio rimane essenziale per garantire la sicurezza delle comunità e per attuare eventuali misure di emergenza. Mentre le operazioni di spegnimento continuano, cresce la preoccupazione per la possibile escalation della situazione.