Il 25 novembre 2024, la piccola comunità di San Carlo Canavese, situata nel cuore del Piemonte, ha visto la propria tranquillità spezzata da una tragedia terribile. Un incendio ha ridotto in cenere una delle baracche di legno abitate da famiglie sinti, provocando la morte di Caterina Della Garenna, 78 anni, che ha perso la vita mentre tentava di mettere in salvo delle fotografie preziose legate ai suoi cari. Questa vicenda ha scosso profondamente la comunità locale, riaccendendo l’attenzione sulle precarie condizioni abitative degli abitanti e sulle sfide che affrontano ogni giorno.
La disperazione di una donna coraggiosa
Caterina Della Garenna è ricordata dai suoi familiari come una persona che ha speso la propria vita per la famiglia. Nella notte fatale, quando le fiamme hanno invaso la baracca dove viveva, ha deciso di tornare all’interno per cercare immagini che avrebbero dovuto rimanere nel cuore, ma che a quel punto stava cercando di salvare fisicamente. Ambrogio Trombino, suo marito, è riuscito a sfuggire al disastro per un soffio, raccontando di come le fiamme avessero già invaso gran parte dell’abitazione. “Ho visto tutto andare in fumo, mentre lei cercava disperatamente di salvare qualcosa di così prezioso”, ha ricordato, visibilmente scosso. Il figlio Elvis, nel tentativo di aiutare la madre, ha subito ustioni, aggiungendo un ulteriore strato di dolore a un evento tragico.
Questa tragedia evidenzia il legame profondo che i membri della comunità sinti hanno con i loro ricordi e le loro tradizioni. Le fotografie non sono solo pezzi di carta; rappresentano una connessione con il passato e un sentimento di appartenenza. La tragica fine di Caterina fa riflettere sull’importanza di custodire i legami familiari, che in momenti di crisi si rivelano ancor più significativi.
Comunità in lutto e richiesta di dignità
La morte di Caterina ha colpito duramente la comunità sinti di San Carlo Canavese, un gruppo marginalizzato che vive in condizioni di estrema precarietà. Frank Trompino, cognato della vittima, ha descritto le baracche di legno come una triste immagine della povertà. “Non possiamo più vivere così, nel 2024”, ha dichiarato, richiedendo un’azione concreta per migliorare le condizioni abitabili. Questa richiesta non è solo un appello, ma una vera e propria espressione di frustrazione per una vita vissuta ai margini della società.
La comunità si è riunita nel dolore e nella ribellione, chiedendo non solo solidarietà, ma anche un aiuto tangibile da parte delle istituzioni. La consapevolezza che i sinti vivono in spazi inadeguati e a rischio di incendi, come quello avvenuto, pone interrogativi critici sulla mancanza di strutture abitative sicure. La richiesta di baracche in muratura, in sostituzione delle attuali strutture precarie, sottolinea una necessità immediata di sicurezza e dignità. Le parole di Trompino riflettono il desiderio di cambiare anche la percezione che la società ha di questa comunità.
Indagini e responsabilità: le cause del disastro
Le indagini da parte dei carabinieri della compagnia di Venaria sono in corso per determinare le cause esatte dell’incendio. Le prime informazioni suggeriscono un malfunzionamento della stufa a legna, un elemento quotidiano ma noto per i rischi che porta con sé. La comunità è in attesa di sapere se ci saranno responsabilità riconosciute in seguito a questo tragico avvenimento.
L’incidente ha acceso i riflettori sulla necessità di una maggiore sicurezza negli insediamenti abitativi degli sinti, dove i standard edilizi sono spesso insufficienti. Questi luoghi, poveri di servizi e risorse, hanno un alto tasso di vulnerabilità, e si spera che questa tragedia possa costituire uno spunto per iniziative che garantiscano una vita più sicura e dignitosa per chi vi abita. Non si può sottovalutare il fatto che dietro i dati e le statistiche ci sono esseri umani con storie complesse e desideri.
Mentre Caterina Della Garenna verrà ricordata per il suo coraggio e il suo amore, la sua morte rappresenta anche una chiamata all’azione per tutti, affinché siano attuati cambiamenti reali, non solo in nome della sua memoria, ma per il benessere delle future generazioni.
Ultimo aggiornamento il 25 Novembre 2024 da Sofia Greco