Un incendio è scoppiato nelle ultime ore all’interno di un insediamento considerato “storico” in Via Longoni, a Roma. Questo episodio di emergenza ha attirato l’attenzione delle forze dell’ordine, del personale di emergenza e della comunità locale, sottolineando la precarietà delle condizioni abitativa di chi vive in queste realtà .
La reazione delle forze dell’ordine
Allertati dall’incendio, due autobotti dei vigili del fuoco hanno raggiunto rapidamente il luogo delle fiamme, affiancati da circa sei pattuglie del Corpo di Polizia Locale di Roma Capitale e da agenti della Polizia di Stato. La pronta risposta operativa ha avuto come obiettivo principale quello di garantire la sicurezza degli abitanti presenti, un numero che si aggira intorno a quindici individui. Questi ultimi sono stati costretti a lasciare le loro abitazioni e a mettersi in salvo, trasferendosi lungo il ciglio della strada con le poche masserizie che sono riusciti a recuperare in tempo.
Le operazioni di spegnimento del rogo hanno richiesto tempo e sforzi, poiché la struttura è composta da materiali facilmente infiammabili, rendendo la situazione ancora più critica. Fortunatamente, fino ad ora non si segnalano feriti tra gli abitanti dell’insediamento, né si registrano persone vulnerabili coinvolte.
L’intervento del sindacato e le problematiche legate alla sicurezza
Il sindacato Sulpl, rappresentato dal segretario romano Marco Milani, ha espresso la propria preoccupazione riguardo all’episodio, evidenziando criticità nelle politiche di sicurezza urbana da parte dell’amministrazione. Una situazione già complessa è stata aggravata dal verificarsi di questo incendio, segnalando che eventi simili, purtroppo frequenti nei campi abusivi, risultano rari nel periodo invernale. Secondo Milani, l’amministrazione comunale dovrebbe rivedere le strategie di controllo e gestione degli insediamenti spontanei, piuttosto che limitarsi a interventi reattivi.
Durante una giornata in cui si discute l’idea di istituire una zona rossa nelle aree di Termini e Esquilino, il sindacato evidenzia come le priorità sembrino indirizzate verso la sicurezza esclusivamente in vista di eventi ufficiali, trascurando la situazione negli insediamenti più precarî. Ciò ha messo in evidenza la necessità di investire nuovamente nella Polizia Locale di Roma Capitale, che negli ultimi anni ha subito una significativa riduzione delle risorse e degli agenti disponibili.
Verso una riforma delle politiche di sicurezza
Milani ha sottolineato come negli ultimi anni abbiano registrato una diminuzione della capacità di intervento della polizia locale riguardo i campi nomadi e gli insediamenti abusivi. Lavorando sotto una pianta organica già carente, con circa 3000 unità mancanti, la Polizia Locale si trova in difficoltà nel garantire efficaci misure di sicurezza. Con un numero di agenti sensibilmente ridotto rispetto al Giubileo del 2000, le attuali carenze operative risultano evidenti.
In questo contesto, il sindacato esorta le autorità competenti ad un ripensamento radicale delle politiche di sicurezza urbana. Una strategia più bilanciata dovrebbe includere una maggiore presenza sul territorio e interventi di supporto per garantire la sicurezza e l’incolumità degli abitanti, piuttosto che un mero apparente servizio di controllo. La necessità di rinnovare ed incentivare la formazione e gli investimenti nella Polizia Locale è stata rimarcata come indispensabile per un’efficace prevenzione.
Ultimo aggiornamento il 7 Gennaio 2025 da Laura Rossi